Tongs: le pinze e il megafono

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L'ascolto di Jazz With The Megaphone, esordio discografico dei Tongs, è stato, per quanto mi riguarda, una delle migliori sorprese di questi ultimi mesi. Un disco jazz, che però è rock, che però è (un pò) elettronico, che però è, di nuovo, jazz. Di qui la voglia di approfondire un pò il discorso rivolgendo qualche domanda ai tre personaggi coinvolti in questa intrigante entità musicale.

SODAPOP: Jazz With The Megaphone è il vostro esordio discografico ma leggendo le vostre biografie salta subito all'occhio che tutti e tre vantate curriculum di tutto rispetto… come nasce quindi Tongs, dietro quali presupposti, e come si colloca rispetto agli altri vostri progetti?
TONGS: Innanzitutto Tongs non è per noi solo un progetto, è un vero e proprio gruppo, che vuole rappresentarci totalmente. Facciamo questa distinzione perchè oggi molti musicisti, soprattutto dell'area jazz e della musica d'improvvisazione, si dividono in mille progetti, e manca invece spesso un vero lavoro di e sul gruppo. Si tende a lavorare principalmente su sé stessi, a cercare di mostrare quanto si è bravi sul proprio strumento, e non si cerca di mettersi al servizio della musica e del suono del gruppo, anche perchè questo richiede oggi molto sacrificio, viste le scarse possibilità di suonare.
Fin da subito Tongs è diventato il nostro gruppo principale, su cui stiamo investendo la maggior parte delle nostre energie. Siamo nati due anni fa come incontro di tre musicisti con una fortissima personalità musicale individuale, con la voglia comune di fondere queste personalità al servizio di una musica che rappresentasse le nostre differenti anime, dal rock, al jazz, all'improvvisazione, al funky, al punk, e via dicendo.
Carlo e Antonio si sono conosciuti durante una serie di concerti con un importante pianista jazz italiano. I primi passi sono affrontati in origine solo dalla sezione ritmica basso-batteria durante parecchi mesi di prove costanti, consolidando fin da subito il tessuto ritmico e le prime sonorità della futura formazione in trio. E' subito amore a prima vista… Antonio tempo prima aveva suonato con Luca in un'altra situazione e pensò bene di proporre una prova in trio per vedere se la cosa potesse funzionare. Funzionò! Durante la prima sessione di prove nasceva già Slippers Follow Me, la terza traccia del disco, una composizione di Carlo che aspettava la situazione adatta per prendere vita…

SODAPOP: Quanto studio c'è dietro una vostra composizione? Vi chiedo questo perchè, ascoltando il disco, mi pare che nulla sia lasciato al caso, mi date l'idea di un gruppo con un metodo di lavoro molto rigoroso, o sbaglio?
TONGS: Di sicuro poco è lasciato al caso, c'è stata fin da subito la voglia comune di lavorare molto e con accuratezza sia dal punto di vista compositivo che da quello esecutivo. I brani di solito nascono o arrangiando insieme una composizione di uno dei tre, oppure partendo da una piccola idea e costruendo insieme in studio il pezzo, che arriva di solito ad avere una struttura definita nella maggioranza delle sue parti. L'improvvisazione è presente, ma inserita all'interno appunto di strutture forti e precise, e spesso è un momento che serve a condurre il discorso musicale da un punto a un altro, entrambi ben definiti prima. Quindi possiamo parlare di improvvisazione vigile e controllata, che poi chiaramente nei live, troverà declinazioni in parte differenti. Questo cercando comunque di non perdere in immediatezza e spontaneità, non vogliamo suonare musica troppo cerebrale, e ci riteniamo fondamentalmente un gruppo rock. Anche il disco è stato registrato con questo approccio, avvalendoci del grande aiuto di Ivan Rossi, che lo ha registrato e mixato. Abbiamo curato molto ogni brano in ogni sua fase, pre e post produzione, e naturalmente in fase di registrazione, con un'idea di produzione probabilmente più rock che jazz, per quello che ci è stato possibile autofinanziandoci. Siamo contenti comunque che tutto questo lavoro si senta…

SODAPOP: Eccome se si sente! Per il resto, pur ammettendo che le etichette lasciano il tempo che trovano, da qui a definirvi “fondamentalmente un gruppo rock” ce ne passa… c’è del torbido nel jazz? Senza offesa ma io quello che suonate lo chiamerei proprio“jazz”, diciamo che ci sento più l’influenza di Theme De Yoyo che di Highway To Hell.
TONGS: Nei locali jazz ci dicono che non siamo abbastanza jazz, nei locali rock che non siamo abbastanza rock, e via dicendo… E' il solito discorso di chi decide quali siano i confini di un genere, ammesso che ciò abbia un senso, e per noi non ne ha. Ogni tanto proviamo a definirci perchè se non ti definisci in qualche modo sembra che le persone a volte non vogliano neppure ascoltarti, a partire dai gestori dei locali o dai direttori di festival. Amiamo tutti e tre sia il jazz che il rock, e non sapremmo dire dove nella nostra musica inizi uno e finisca l'altro, passando per i mille altri generi che ci influenzano. Questo disco, poi, è stato registrato nel novembre 2008, e il gruppo da allora si è evoluto parecchio, crediamo in una direzione ancor meno consona alle orecchie di un purista jazz… Sicuramente, soprattutto visto il panorama attuale della musica jazz, in Italia e non solo, al momento ci sentiamo con un'anima più rock, ma se dici che per te suoniamo jazz, non è certo un'offesa!

SODAPOP: In effetti una definizione che avevo pensato per voi in sede di recensione, poi autocensurata, era "una versione moderna dei Lounge Lizards, con l’elettronica al posto della chitarra di Arto Lindsay"… Poteva andare?
TONGS: Non sei il primo a citare i Lounge Lizards in rapporto alla nostra musica, e in un modo o nell'altro sicuramente ci possono aver influenzato anche loro, anche se non è stato uno dei gruppi che abbiamo ascoltato insieme e non è un gruppo che ci verrebbe in mente se dovessimo citare le nostre ispirazioni. Comunque grazie del complimento!

SODAPOP: Accennavate, qualche riga più in su, all’evoluzione vissuta dal gruppo in questi due anni. In che direzione vi state muovendo attualmente? Come si sta modificando il vostro suono rispetto agli inizi?
TONGS: Beh, rispetto alla musica degli esordi è sicuramente stato fatto un lungo cammino. Quando riascoltiamo il disco oggi, ci rendiamo conto che quello che stiamo suonando in questo momento è per certi aspetti molto diverso… Il basso elettrico ha per il momento preso il sopravvento sul contrabbasso, c'è un tir di elettronica ed effetti in più, e poi soprattutto stiamo lavorando al passaggio da trio a quartetto con l'innesto di una voce maschile… Stiamo preparando la registrazione del nuovo disco, abbiamo già parecchio materiale per noi molto interessante. Nel mutamento che stiamo attraversando cerchiamo comunque di mantenere salda la nostra identità e la nostra anima, non vogliamo stravolgerci, ma piuttosto aggiornare costantemente le nostre sonorità e indagare a fondo le possibilità di sviluppo della nostra musica. Il suono è ora molto denso, pachidermico a volte, e i nuovi brani sono costruiti su linee ritmico-melodiche spesso abbastanza complesse. E anche i brani "vecchi" che continuiamo a suonare dal vivo sono cambiati molto dal punto di vista delle sonorità.

__002_tongs_bianconero0139_1000 SODAPOP: Quello che dite mi incuriosisce parecchio, è difficile immaginare una voce sopra certe sonorità, come è nata questa scelta? Dal vivo vi proponete già in quattro?
TONGS: Per ora dal vivo stiamo ancora suonando in trio, ma speriamo di poter proporre presto live la nuova formazione e i nuovi pezzi con la voce. La scelta nasce da esigenze diverse, innanzitutto la voglia di mettersi subito in discussione e non fermarsi ai primi risultati. Ci siamo poi resi conto che, pur senza rinnegare gli altri aspetti della nostra musica, stavamo andando naturalmente verso una direzione più marcatamente rock, e allora perchè non andare fino in fondo e provare anche l'inserimento della voce, che è spesso fondamentale in questa musica? Senza per questo voler dare meno importanza alle parti strumentali: non sarà tutto legato alla voce, che dovrà essere qualcosa che andrà a completare la nostra musica, non a stravolgerla. Cerchiamo anche di portare il rock da altre parti, ovviamente, non vogliamo diventare un classico gruppo rock e basta. Un altro aspetto fondamentale per noi è stata la riflessione che spesso la presenza della voce aiuta a rendere più comprensibile una musica anche complessa e difficile, e allora ci siamo detti: perchè non provare a suonare la stessa musica (più o meno…) con in più una voce? Ci stiamo provando, e i risultati sono per noi molto soddisfacenti! Peraltro fondamentale è stata ovviamente la scelta della persona, che ancora non riveliamo, che è anche uno strumentista e un musicista a tutto tondo e di grande creatività, quindi non un cantante classico.

SODAPOP: Mi sembra quindi di leggere in questo vostro atteggiamento, oltre alla volontà di perseguire una continua ricerca sul suono, soprattutto il desiderio di comunicare quanto più possibile a chi ascolta. A questo proposito, credete in un potere educativo della musica? Banalmente, per quanto mi riguarda, ritengo l’ascolto di determinata musica altamente edificante, ovvero non può che arricchire, a livello di emozioni e di pensiero, chi ascolta. Aprire la mente insomma…
TONGS: Domanda complessa, richiederebbe un libro a risposta… Per quanto riguarda il comunicare il più possibile a chi ascolta, riteniamo che se si riesce a farsi capire senza svendersi e senza rinunciare alle proprie caratteristiche ben venga, e la scelta di inserire la voce va anche in quella direzione. Però è importante che lo sforzo lo faccia anche chi ascolta: se l'artista deve sforzarsi di farsi capire, anche l'ascoltatore deve sforzarsi di capire… La musica può avere un potere educativo se riesce a generare in chi ascolta la voglia di approfondire, di studiare. Forse però parlare di potere educativo in senso assoluto è esagerato: sicuramente può essere di aiuto e sostegno nella crescita personale e anche spirituale, e può avere una funzione sociale, oltre che rituale, e anche di divertimento, perchè no? Anche una musica apparentemente destinata al divertimento, se suonata bene e con profondità, può arricchire e aprire la mente di chi ascolta. Un aspetto fondamentale è comunque, più che pensare a come educare o arricchire chi ascolta, è studiare ed approfondire noi in prima persona, cercando di creare buona musica di cui siamo convinti senza compromessi e senza buttare via le nostre capacità, andando sempre più in profondità: se si fa questo, magari si riesce a fare una musica che arricchisce qualcuno.

SODAPOP: Ma creare musica senza compromessi paga? Incontrate difficoltà a trovare situazioni in cui inserirvi? Intendo dire a livello di locali, festival… la vostra attività live vi soddisfa? Tra l’altro leggo ora sul vostro sito che nei prossimi giorni sarete in Polonia!
TONGS: Beh, ovviamente non è facile, e per ora a livello economico paga poco, oltre al fatto che vorremmo poter suonare molto di più… Molti posti non ti rispondono neppure, alcuni pensano che si vada a suonare gratis perché non abbiamo lo “storico” (ci è stato detto proprio così). Insomma, senza avere un nome e gli agganci giusti è un po’ difficile, ma non ci preoccupiamo, andiamo avanti per la nostra strada sicuri che prima o poi queste difficoltà diminuiranno. Crediamo nella forza della nostra musica, e al contempo ci interroghiamo su come fare per migliorare la situazione, usando internet per far girare il nostro lavoro, e cercando tutti i canali possibili per diffonderlo.

SODAPOP: Prima di concludere questa chiacchierata, un’ultima curiosità, dicevate che nel vostro nuovo materiale è presente “un tir di elettronica ed effetti in più”, mi interesserebbe capire cosa utilizzate, che tipo di effetti e come li integrate con il resto della vostra strumentazione.
TONGS: Per ora siamo ancora in un work in progress dai risultati difficili da definire, cambiamo in continuazione alla ricerca dell’equilibrio migliore, e siamo sempre alla ricerca di nuove soluzioni. Antonio utilizza con il basso elettrico molti effetti, non presenti nel primo disco, come fuzz, distorsori, delay, octaver e altri ancora, e sta inserendo il moog. Utilizziamo tre kaoss pad per effettare campioni e altro. Carlo utilizza con il kaoss pad l’hand sonic, Luca sax midi con synth analogico yamaha degli anni ’80, oltre al circuit bending, e vedremo ora cosa porterà d'altro in dote il quarto membro, oltre a voce, laptop e cello, visto tra l'altro che è lui il costruttore degli strumenti di circuit bending che usiamo. E trattiamo questo "tir di elettronica ed effetti" alla stregua degli altri strumenti, usando i suoni che ci sembrano necessari e che ci piacciono. E’ stata un’evoluzione naturale, la nostra musica ha iniziato ad avere bisogno di questi suoni e noi l’abbiamo accontentata…