Nicola Quiriconi, uomo che da vita e linfa a Dissipatio da circa 4 anni, è elemento ben conosciuto da queste parti. Un passato come membro dei Vipcancro, attivo in Lisca Records, presenza inossidabile sul lungomare toscano e nei solchi di molti dischi, come produttore o musicista, ad esempio nei Daimon insieme a Paolo Monti e Simon Balestrazzi. Ascoltando le produzioni di Dissipatio, mondo che mese per mese promuove nuove forme e nuove espressioni, abbiamo pensato che scavare dietro ai dischi per capire cosa muova un’ideale alacremente produttivo potesse essere cosa buona e giusta.
Credo che il tempo possa darci ragione, di sicuro l’ascolto dei suoi dischi conferma la nostra visione. Qui il resoconto della nostra chiacchierata.
SODAPOP: Ciao Nicola, molto piacere ! Credo ci fossimo incontrati di persona anni or sono al Tago Fest, possibile?
NICOLA: Bravissimo, bravissimo!
SODAPOP: Immaginavo qualche incrocio visto che la tua zona era quella…
NICOLA: Sì, sarà stato intorno al 2007, 2008 o giù di lì, in quegli anni!
SODAPOP: Sei in giro da parecchi anni con diverse entità. Ti ho conosciuto come parte di Vipcancro e Lisca Records e da lì Daimon e Dissipatio. Da quanti anni operi musicalmente?
NICOLA: Da tanto…purtroppo! A livello di produzione tutto è partito con Lisca ed eravamo nel 2007, con i Vipcancro, insieme ad Alberto Picchi, Andrea Borghi, Filippo Ciaoli. Abbiamo creato questa label che era un po’ un riflesso automatico rispetto a quello che facevamo per semplificare anche gli ovvi problemi produttivi, no? Abbiamo creato quest’etichetta che è durata un po’ d’anni, fino al 2018-2019 circa.
SODAPOP: Un bel pezzetto! Vedendo quel che faceste con Lisca, tra Fecalove, Gianluca Becuzzi, gli Harshcore, oltre alle vostre cose naturalmente. Ricordo con piacere il DVD che faceste al Tagofest anche, per la terza edizione alla quale partecipammo anche noi con il banchetta dell’etichetta..
NICOLA: SÌ, credo anche scambiammo qualche cosa fra di noi…
SODAPOP: Probabilissimo, erano quelli gli anni! Tu di che annata sei Nicola? È passato diverso tempo dai tuoi inizi…cosa ti porta a continuare dopo tutti questi anni? Hai mai provato a smettere?
NICOLA: 1975…(grasse risate), bella domanda, questa è belissima! Ci ho provato, sono stato malissimo. Una parte di me che spariva, per il momento non riesco proprio. È una cosa che sento talmente tanto che ormai è integrata nella mia vita. Calcola che poi a Dissipatio faccio tutto da solo, dalle grafiche, ad ogni tipo di aspetto, la comunicazione, la gestione artistica ed audio.
SODAPOP: Nonostante Dissipatio sia cosa hai qualche basista, persona di fiducia con la quale ti confronti a proposito del tuo operato?
NICOLA: Certamente! Uno su tutti Paolo Monti, col quale condivido anche Daimon insieme a Simon Balestrazzi.
SODAPOP: Da quanto tempo sei attivo con Dissipatio ormai?
NICOLA: Sono quattro anni, da fine 2020, era ottobre quando partii con la prima uscita di Alessandro Ragazzo, un lavoro subito abbastanza tosto ed impegnativo però ho voluto dar subito un’impronta abbastanza netta sulla ricerca. Su tutto gli aspetti in realtà perché poi come vedi il catalogo di Dissipatio è abbastanza eterogeneo come avrai visto.
SODAPOP: Vero, confermo quanto detto! L’idea che ho di un’etichetta portata avanti da una persona sola, tanto più se è anche musicista come nel tuo caso, è quella di diversi stimli e parecchi ascolti che poi entrano nella tua etichetta come prosecuzione del tuo gusto, dandogli tu linea ed idea produttiva. Come funzioni in Italia ed all’estero? Hai un riscontro? Dopo quattro anni che primo bilancio puoi fare?
NICOLA: è un po’ una caratteristica dell’etichetta quella della varietà, che spazia nei diversi ambiti. Quello che la caratterizza è invece l’impronta di un approccio fortemente sperimentale. Quello che mi interessa di un album che esce su Dissipatio è che comunque abbia un’impronta che superi gli steccati di genere, che non sia scontata. Credo tu possa capirmi bene, anche perché l’ottica mi sembra simile anche nelle tue etichette (P&A, OBR, EEEE, DDDD ndr.), tra l’altro grazie mille per il lavoro che mi hai mandato, mi è piaciuto veramente tanto e te lo invidio (Òpare di Alessandro Adelio Rossi ndr.)!
SODAPOP: Grazie!
NICOLA: Spesso però ti capita di ricevere dei lavori anche belli e fatti bene però..drone, cioè, proprio drone, impro jazz, elettronica…troppo chiusi nei loro angoli stretti. L’approccio, e la differenza che intercorre tra un’uscita e l’altra, è quella di materiale che vada a guardare ed a comunicare con gli altri ambiti anche, senza restare nel loro recinto insomma. Come feedback sono molto soddisfatto, sia come pubblico (dove ho degli ottimi riscontri), sia da parte della stampa e della critica, sono soddisfatto, assolutamente! Sai bene che si va rientrare, non è la mia attività principale ma quando questo succede è fondamentale.
SODAPOP: Questa cosa del produrre musica, non a tempo perso, ma che sappiamo per certo non sarà mai l’attività centrale che ci verrà riconosciuta è abbastanza diffusa. Suppongo ci siano mondi dove tu sia Nicola di Dissipatio ed altri dove tu sia riconosciuto per un tuo ruolo professionale. Che incrocio e mescolanza c’è fra le tue vite, considerando il tuo agire in ambo le situazioni?
NICOLA: Considera che lavoro in uno studio di ingegneria dove mi occupo di sicurezza sui luoghi di lavoro, un ambito molto, molto lontano da quello artistico diciamo, quindi non emerge questa cosa. Diversi colleghi non hanno la più pallida idea di Dissipatio. Considera che vivendo in Versilia siamo comunque in una zona ricca di possibilità e di situazioni; cerco di organzzare cose, come ad esempio il Festival Dissipatio di quest’estate dove ho sfruttato competenze mie professionali, ma essendo mondi così lontani è difficile fali collimare.
SODAPOP: Una cosa che ho notato, negli anni, è questo estremo grado di separazione fra la realtà quotidiana e la realtà artistica, con persone che si conoscono da anni senza avere la più pallida idea di come l’altro viva e lavori nel modno reale. La musica credo abbia un’importanza tale per produttori e musicisti che difficilmente verrà riconosciuta dal pubblico, nell’equilibrio fra produzione ed ascolto. Mi chiedo se questo avrebbe un senso: in caso facessi il botto con una prossima produzione, vendendo 15000 copie, ti sentiresti a tuo agio nel gestire questa cosa?
NICOLA: Sai che non so onestamente? Non so nemmeno se sarebbe giusta questa cosa. Ho colleghi, di altre etichette che vivono grazie ad esse essendo riusciti a trasformarle nel loro lavoro. Come nell’attività professionale che faccio quotidianemante ci sono dei compromessi ed alcuni dei quali mi hanno fatto storcere la bocca. Mi è stato fatto notare di come si trattasse di nomi anche con un certo mercato però per me il riuscire a disinteressarmi ai risultati commerciali è per me una fortuna, perché mi permette di puntare su cose che sento veramente mie e che sento di qualità per il mio gusto, quindi rinuncio volentieri alle 15000 copie.
SODAPOP: A volte penso a quello che ho ascoltato ed acquistato negli ultimi 25 anni. Penso ad un certo tipo di produzione sperimentale, di persone che conosco. Se tutto il pubblico che ha comprato tutte quelle produzioni comprassero la tua ultima produzione saresti a posto con le 15000 copie oppure, per fare un esempio tangibile, i tuoi 2954 amici comprassero la tua prossima uscita, od i 676 followers di DIssipatio. Sarebbe una cosa possibile considerando le tue tirature?
NICOLA: Stampavo a 100 copie e siamo passati a 200, sicuramente sarebbe fattibile e molto bello!
SODAPOP: Non so se ti ricordi, sarà stato una quindicina di anni fa o giù di lì, Mirko Spino con Wallace Records fece un abbonamento con una sottoscrizione annuale, che andava a coprire le spese produttive. Mi sembra però che ogni volta si vada in produzione sia un salto nel buio…che tipo di pubblico hai, anche anagraficamente?
NICOLA: Lo è, lo è. Ti dirò, ci sono uscite sulle quali puntavo veramente tanto che invece sono stati dei flop clamorosi, così come dischi usciti senza aspettative troppo grandi per dei risultati parecchio interessanti. Per quanto riguarda l’anagrafe per la maggiuor parte sono coetanei ma qualcun altro c’è, devo dirti che ho trovato anche diversi giovani interessatoi che seguono, si informano, approfondiscono ed ascoltano, comprando. È positivo ma è chiaro che Disspiatio, essendo aperta negli ambiti, spesso non tutte le produzioni incontrano i gusti di tutti gli ascoltatori. Questo mi toglie un pochino di forza, ma ci guadagno in libertà.
SODAPOP: A livello di catena invece? Sei presente nei negozi?
NICOLA: Sono presente nell’unico negozio di dischi rimasto in Versilia, Monolith Records a Pietrasanta e devo dire che si vende parecchio bene! Poi ho una rete distributiva nazionale ed internazionale, scambi con altre label o distributori, come Soundohm, Art Into Live in Giappone, contati in Australia. Non tutti mi prendono tutto ma riesco a smistare circa metà delle copie in distribuzione.
SODAPOP: A livello di visione e di politiche che cambiamento c’è stato fra Lisca e Dissipatio, se c’è stato?
NICOLA: C’è stato, c’è stato! Lisca è stata un’ottima cosa perché emanazione dei Vipcancro ma a livello produttivo come etichetta era una fatica tremenda vista la pluralità di vedute ed uno dei motivi per i quali lavoro bene da solo, con una fatica enorme a prendere decisioni. A livello di gestione anche di comunicazione mi sembra ci sia stato un’upgrade che mi hanno dato dei buoni feedback.
SODAPOP: A livello musicale come nasci Nicola? Sei del 1975 quindi ti sono stati fatali gli anni ’90?
NICOLA: In pieno! La prima adolescenza come metallaro fra trash e grind, quasi un purista di grindcore e death metal. Poi sono passato all’elettronica (dalla Mille Plateaux, Oval ed Autechre), senza mai rinnegare il passato (Reign in Blood me lo ascolto ancora ogni tanto e mi piace ancora), l’alternative rock dei Pavement. Poi ho iniziato con un po’ di contemporanea, tutti gli italiani con Luigi Nono e Luciano Berio, poi gli spettralisti francesi con Gérard Grisey, che mi hanno fatto forse venir voglia di fare della drone music. L’inizio è stato questo, partendo con Vipcacncro per un elettroacustica sperimentale in salsa drone!
SODAPOP: Tu parti come prima esperienza coi Vipcancro? Ovviamente dopo il classico gruppo del liceo…
NICOLA: Il gruppo del liceo c’era, lo confermo, però si parlava di ambito….immagina che suonai anche in un gruppo blues fra i 16 ed i 17 anni. Poi punk, hardrock e poi, dopo un periodo di pausa di qualche anno, fra la post-adolescenza e l’età adulta ho avuto bisogno di fermarmi per poi ripartire con un’altra testa ed un’altra idea.
SODAPOP: Se invece dovessi fissare dei dischi che ti hanno dato delle svolte o ti hanno aperto delle porte quali mi citeresti invece? Prima è già uscito Reign in Blood degli Slayer ad esempio…
NICOLA: Vortex Temporum di Gerard Grisey di sicuro, poi sicuramente Tago Mago dei Can (sai che suggerii io a Stefano di chiamare così il locale a Massa? Suonavo insieme a lui prima dei Vipcancro in un progetto nowave storta chiamata Nasata, fu un periodo divertente, intorno al 2002 o giù di lì).
SODAPOP: Il Tagofest era una cosa completamente senza senso e bellissima. L’80% dei contatti che ho usato in questi anni sono nati lì in coda per la pizza…
NICOLA: Assolutamente, tra pizza e banchetti! Riprendendo la lista sono stato segnato indelebilmente da adolescente dal primo dei Velvet Undergound & Nico. Mi ha cambiato la percezione della musica.
SODAPOP: Recentemente ho nominato Nico ad un collega che non la conosceva e mi è venuto il dubbio di dare per scontato che alcune cose come questo disco, che dice non tutto ma moltissimo, siano conosciute da tutti. Ovviamente questo discorso potrebbe farlo qualsiasi musicista con i suoi dischi di riferimento (notissima l’uscita di Sfera Ebbasta rispetto ai Sangue Misto ad esempio, ndr.), siano elettroacustici o gabber, ma forse così si perderebbe il presente?
NICOLA: Alcune cose sono indispensabili, non si possono non ascoltare, sono proprio basilari, dai! Paolo Monti ha suonato qualche settimana fa a Pisa ad una rassegna del Multidimensione Festival, molta gente, molto giovani, io con il banchetto, parlavo con i giovani dando qualche riferimento tipo: ricordano un po’ i Coil e rimangono cosi. È un peccato perché nella mia adolescenza, fino ai vent’anni il web non c’era ed andare a cercarci i dischi era uno sbattimento, un lavoro, una missione! Noi col gruppetto di appassionati andare alla ricerca, anche solo conoscere la discografia di qualche band era veramente complesso, fare i collegamenti, il tutto. Questa passione è la cosa che mi fa resistere e forse un po’ manca alle nuove generazioni ma il mondo è questo qui.
SODAPOP: Capisco quel che dici però personalmente vivo con estrema fatica questo recupero dei fondamentali nei libri: so che se dovessi leggermi i classici assodati farei sì che decine di scrittori contemporanei non possano campare perché siamo impegnati con l’archivio. Credo che a molti di loro mi dedicherò in pensione rimanendo sull’attuale ora…forse invece con la musica da recuperare sarebbe lo slancio, il buttarsi su vie più rischiose?
NICOLA: è anche vero che situazione come forse abbiamo vissuto noi, citavamo il Tagofest, non esistono più. La Versilia che frequentavi è completamente diversa, tutta quella realtà di locali, ormai ridotta, non potrà più segnare le prossime generazioni. Poi i giovani ci sono e sono sono coinvolgibili; anche al Dissipatio Fest sono passati e l’ho costruito con in mente quella cosa lì, con un’offerta non semlice ma un ottimo riscontro di pubblico eterogeneo.
SODAPOP: Io ho frequentato Zuma finché è durato, a Chiasso faranno un gran festival noise, Battiti ci passa comunque i dischi in radio, le vetrine non mancano. E credo che queste porta d’accesso vadano alimentate, cercndo di raggiungere persone ancora innocenti in questo senso, evitando la via del circolino.
NICOLA: La diversità delle uscite di Dissipatio va proprio in questo senso, perché del circolino non me ne può interessare di meno! Voglio un pubblico il più ampio possibile e ci saranno delle sorprese sulle uscite dell’anno. Ad aprile uscirà il nuovo album di Devid Ciampalin, Eterna, tutto in sintetizzatore. Poi il nuovo Tristan da Cunha, ragazzi splendidi che con questo album hanno tirato fuori una cosa drone che mi ricorda tantissimo Nurse with Wound, tra rimbalzi e rintocchi molto molto belli! Poi la nostra prima cassetta, con Paolo Sanna, Giacomo Salis e Pitor Dabrowski. Una cosa strana che mi ricorda, con le dovute distanze e differenze, il Captain Beefheart più sperimentale. Poi un duo fra Massimiliano Furia e Mirco Ballabene più legata all’improvvisazione e Filippo Mazzei dei Vonneumann con un disco solista di chitarra elettronico, a chiudere il 2024.
SODAPOP: Tu invece? A livello di suono?
NICOLA: Uscirà nell’autunno il nuovo Daimon con Simon e Paolo. Eravamo fermi dal pre-covid ed ho altre cose sul fuoco, per cui ci sarà parecchio da ascoltare anche in questo senso!
SODAPOP: A livello di etichette, per Dissipatio hai avuto qualche musa ispiratrice?
NICOLA: Di sicuro Onga di Boring Machines è stato ed è un punto di riferimento importante, a livello di nome e di rapporto, ci si è incontrati e ci si è parlati spesso di gestione e di voglia di far certe cose. È stata di sicuro ispirata da BM, poi ci sono diverse etichette che apprezzo, molte storiche come Backwards, Silentes, Maple Death che sta lavorando molto bene…tante realtà interessanti, chi lavora con più assiduità e chi ci mette di più ma credo si lavori bene.
SODAPOP: Parlando con diverse etichette mi sembra di ritrovare tutti sulla stessa barca, a livello di contesto, speranza e possibilità. Forse toccherà sperare nei nostri figli e nella prossima generazione come possibile pubblico ed attori in questo senso, quindi educarli per bene in questo senso non potrà che far loro del bene.
NICOLA: Tu parli di figli e di educazione. Se tutti i genitori avessero fatto ascoltare i classici alla propria prole saremmo secondo me ad un altro livello. Io ho due figli e c’è sempre musica a casa: la più grande ha 15 anni ed il più piccino ha 10 anni, ed alla fine si ritrovano, la prima soprattutto (differentemente dal 99% dei suoi amici) con una conoscenza acquisita. Ora ha dei gusti giustamente legati alla sua età ma si barcamena fra Calcutta, Dinosaur Jr ed i Jane’s Addictions. Cose secondo me positive rispetto a chi è arido e non riceve nulla, quantomeno un aiutino l’ha avuto.
SODAPOP: Beh, imparare anche solo ad ascoltare la musica è un gran bell’insegnamento, il passaggio da una canzone singola ad un album e la capacità di ascoltare un lavoro dall’inizio alla fine è importante e fondamentale a mio parere per rimanere legati ad un certo senso di musica ed all’attenzione che necessità la musica. Poi la scuola dovrebbe insegnare ai bambini a leggere, studiare ed ascoltare, con tutti gli annessi e connessi.
NICOLA: Credo siamo in tanti ad insistere in questo senso e vedo con mia figlia che lo sviluppo di queste capacità aprano veramente un universo, e la capacità di concentrarsi in questo senso è più che positiva, speriamo quindi che i nostri vizi si trasmettano anche ai posteri!
SODAPOP: Fantastico! Ti chiedo giusto un consiglio musicale e poi ti faccio andare Nicola…
NICOLA: Allora, te ne dico uno che forse ti sorprenderà, qualcuno che non c’entra nulla con Dissipatio! L’ultimo di Helado Negro, Phasor!
SODAPOP: Non mancherò , grazie mille della dritta Nicola, grazie di tutto!
NICOLA: Grazie a voi!!!