A volte ritornano, o forse non se ne sono mai andati. Frontiera da Aosta, 2/3 dei gloriosi Kina, 1/3 dei Molto Rumore Per Nulla, col DNA dei primi che si fa sentire molto più di quello che il semplice rapporto matematico farebbe intendere. Perché tutto sommato sono quella voce e quella chitarra, speso quelle stesse canzoni: la matrice è sempre Husker From The Mountain. Sarebbe facile, a causa della storia che c'è dietro (quella dei musicisti, ma anche di parecchi dei presenti in sala) scadere nella nostalgia, ma davvero non è questo il caso: tutto è ancora così presente che neppure si pone il problema. Certo, ci sono diverse canzoni del repertorio ei Kina, ma che senso avrebbe tentare di nascondere un'eredità comunque chiara? Sarebbe piuttosto il caso di parlare di tradizione, intesa come sistema dinamico, che sa evolversi nel tempo; è storia in continuità e stasera è evidentissimo. Se brani in quota Kina come Camminando Di Notte e La Loro Libertà li si manda a memoria ancora dopo anni, Strana Corsa, dal primo album dei Frontiera ha ormai decantato, come per il vino buono, e sta loro a fianco tranquillamente; così diventa stucchevole il distinguere i pezzi dell'uno e dell'altro gruppo, tanto sono organici e ci si trova comunque a cantarli senza consapevolezza dell'a chi appartengano. E i tre suonano, ben supportati dall'impianto finalmente all'altezza del 28 Maggio, macinando il loro hardcore melodico, ma hardcore, con una convinzione che sento spesso in musicisti di questa generazione: uno suono che viene dagli anni '80, che ha trovato la maturità nel decennio successivo e ancora si difende, carico di tutte le esperienze accumulate. E poi le parole, "l'incolmabile bisogno di raccontare", come recita In Altre Sere Come Questa, quelle di La Loro Libertà che stasera vale più di tanti discorsi che si faranno domani e Questi Anni, che non poteva mancare, in chiusura. La scrissero i Kina, la suonano i Frontiera: non c'è nulla di più naturale, lo spirito continua. Ho sbagliato citazione?