Still House Plants + Brother May – 12/04/24, Strange Brew (Bristol)

Se ci sono i testi nel vinile? I testi in questo disco non esistono, devi lavorare con la fantasia, i miei testi sono pura immaginazione!
Jessica Hickie-Kallenbach mi sorride e si dirige verso il centro del locale, dove tira fuori dal cappotto un quaderno a quadretti pieno di strofe. Le leggera’ un po’ random, come se stesse improvvisando. O appunto come se cambiassero ogni sera, quindi come se non esistessero.
Potrei dire a Finlay Clark “US Maple!” ma gia’ al mio “Storm and Stress,fucking hell!” esulta con lo sguardo e mi fa un sorriso come se avesse visto la madonna.
Ho con me probabilmente la prima copia del nuovo The Wire venduta in zona,uscito proprio in mattinata, e il portentoso batterista la guarda stupito quando gliela porgo per autografarla.

Grande! Ma lo sai che noi dobbiamo ancora vederla e toccarla con mano???
Siamo alle chiacchiere post live e tutti noi presenti siamo ancora scossi da questo frullatore/compressore fionda con ricevuta di ritorno che ci ha ributtato indietro di 25-30 anni per poi farci risputare qui in piena primavera del 2024. Rimbalzati tra le mura di un parcheggio notturno, le pareti di un negozio dall’insegna decisa KEBAB YOU LOVE (ha chiuso in neanche 6 mesi, che te lo dico a fare) e le vetrate di un posto dove promettono vincite portentose e quote civetta su calcio, finale di festival canori europei,corse di tacchini in forma pasquale, combo tra politico che fara’ saltare la prossima centrale nucleare e il nome scelto per il prossimo Papa.
Che potremmo dire degli Stil House Plants insomma? La voce jazzata di Jess si attacca alla pelle,entra nelle ossa. Sembra una cosa estranea al progetto, invece col passare del tempo e dei brani funziona sempre di piu”. Il drumming e’semplicemente quello che aspettavamo da decenni, quello che ormai non ci credevamo piu’ potesse accadere ancora. Un gol al 95′, ecco.
Ho letto velocemente la loro intervista sul The Wire che ho con me, quindi so benissimo che Jess ha dichiarato che la forza di questo progetto sta e stara’ sempre nello sviluppare parallelamente chi la voce (lei),chi la chitarra e chi la batteria. Senza mai mischiare le cose. Peccato pero’ che Finlay abbia fatto da poco (15 dicembre, quindi ignorato da qualsiasi Album of the Year list…) il suo debut album solista e che la sua voce in brani tipo Lead Balloon sia tipo “ma porcaddio anche oggi un’altra giornata da vivere su questo pianeta malato terminale“. Non posso quindi esimermi dall’andare dal buon Finlay a dirgli:
senti, il tuo Sicko e’ straordinario e la tua voce fantastica, non oso immaginare cosa saltera’ fuori il giorno in cui i SHP faranno duetti tra te e Jess!
“Non ti preoccupare, ci stiamo lavorando gia’, e’ un work in progress…”
“Per stasera io sono a posto cosi’.
Ah ci sarebbe il set di chi ha aperto la serata, questo Brother May da Londra,ma di MC e rapper che rifanno cose di 30 anni fa ne abbiamo le taniche piene da mo’.
Non so se lo sai,ma questo disco ha preso 8.5 perfino da Pitchfork.
Della serie “anche un orologio rotto segna due volte al giorno l’ora esatta”.