Paolo Petralia Aka SOA Records

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Chi è Paolo Petralia? Per chi non lo conosce un po’ per età, un po’ per fortuna, un po’ perché non beve Jegermaister, il signor Petralia è l’uomo che ha stampato “pietre militari” del punk nazional popolare come Growing Concern e Concrete before: “quest’anno ho deciso che piacciono i Concrete pure a me perché in giro butta così”. E’ l’uomo che si è inventato i Comrades ed i Colonna Infame Skinhead, ma soprattutto è il papa nero che muove i fili della SOA records (www.soarecords.it). Come avrete modo di leggere nell’intervista miei cari drughi si tratta di un uomo di quelli “che non ce ne sono più” e dopo la recente dipartita del barone Liedholm e di Biagi è una delle poche solide certezze rimaste oltre al fatto che Elvis è vivo. C’è chi pensa che sia coerente fino all’anacronismo, c’è chi pensa che sia anacronistico ed irritante, c’è chi pensa che sia una gran testa di cazzo e c’è chi lo conosce semplicemente tramite uno dei pochi blog che valga la pena di essere letto (soarecords.splinder.com)… e “c’è chi dice no”, ma a quanto pare lo dice pure lui a Vasco, quindi non fatevi illusioni in merito ad una svolta pop. Difficile inquadrare bene questo indomito “vegan-oi-straight-edge-aggro-grind-crust-metal-punk”, però bastino le parole con cui un vetusto punk nordeuropeo l’estate scorsa menzionandolo esclamò senza indugi: “Petralia… what a hero!”.

SODAPOP: Sei andato a vedere la reunion dei Gorilla Biscuits? Sì? No? E soprattutto perché?
PAOLO: no perchè lavoravo fino a mezzanotte. No perchè sono vecchio. No perchè non ascolto i Gorilla Biscuits da secoli dato che all’epoca, per l’uscita del disco l’avevo messo su talmente tante volte che ne sono uscito a dir poco nauseato. No perchè basta dare i soldi agli eroi di venti anni fa. No perchè non mi piace stare a parlare con troppa gente. No perchè yankee in mare. No perchè non bevo Jagermeister.

SODAPOP: Ma come? tu? Ma non sei considerato il paladino dell’old school? Il “Don Quichotte” del reazionariato punk… vuoi mica dire che la gente non c’ha capito un cazzo o che “time flies” pure per te?
PAOLO: che cazzo vuoi, più reazionario dell’usare un pezzo di testo degli Intolleranza nelle mie risposte?!? Mah, non saprei che dirti, mi muovo e mi commuovo per gli Impact che si riuniscono per suonare negli stessi posti in cui suonavano quindici anni prima, ma per i Gorilla non valgono nemmeno i quattrocento metri in linea d’aria che mi separavano tra casa mia ed il posto del concerto. “Time doesn’t fly” per alcune cose, per altre sicuramente. Proprio perchè sono un Don Quichotte non ci sono andato… e mi sarebbe piaciuto essere più un “Pol Pot del punk” che un “don”…

SODAPOP: Se non fosse per Jello Biafra, Pol Pot nel giro punk se lo ricorderebbero in pochi (ha fatto poche date e pochi tour), per di più ti ho visto più volte leggere e menzionare libri sugli anni di piombo, lotta armata, Pavese, etc… ma non è che sotto sotto non sei ignornate come cerchi di farti passare? Come potresti giustificare questa gravissima colpa di fronte al Gran Giurì skinhead-punk?
PAOLO: beh,dai, per menzionare Pol Pot non ci vuole mica la laurea e visto che poi la danno a Jovanotti e Vasco Rossi la laurea, tanto vale essere ignoranti, mi viene da pensare… e certamente lo sono, magari non nei modi, ma per tante altre cose. Tra i conoscenti sono, tra virgolette, famoso per qualche motto storico: “sò un cazzo, io” è uno dei più gettonati. oltre a “non c’ho amici!”.
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SODAPOP: Gestisci una delle etichette più longeve e più stimate e non mi riferisco solo all’Italia? Qual’è il segreto del tuo insuccesso? Insomma seguire l’ultimo trend della scena e nascondere la tua essenza senil punk non dev´essere una passeggiata…
PAOLO: la domanda giunge a puntino, visto che sto seriamente pensando di chiudere la baracca per tutta una serie di motivi che vanno dal mio disinteresse generale verso il genere umano, alla mancanza di tempo, al fatto che si vendono meglio le magliette e niente i dischi, che la scena non è più quella di una volta, che io non sono più quello di una volta, che dio non esiste e che soprattutto non bevo Jagermeister. Il segreto del (in)successo è (o forse è stato) non annoiarsi a fare quello che ho fatto e soprattutto non desiderare troppo in termini economici per il lavoro investito. Guarda quanta gente ne è passata a fare l’etichetta “più forte della terra”, ma al secondo anno che incassavano trecentomila lire ogni due mesi, serranda chiusa. Il giro è quello, i soldi sono pochi, perchè quindi avere aspettative lucrative da un “business” che è così di nicchia?!? Alla stima non saprei, dovresti chiedere agli estimatori, ma non è che ne abbia incrociati così tanti, estimatrici poi nemmeno l’ombra. Non è una passeggiata e forse anche per questo preferisco tagliare i ponti. Io mi ricordo di un tempo che non c’è più (e forse è un ricordo e basta, me lo sono inventato) mentre ora si pensa più a posizionarsi la frangia oggi a destra e domani a sinistra, postare “bullettins” su myspace e pensare a dove tatuarsi i dadi da gioco o la palla numero nove, quindi tanti saluti, fate vobis.

SODAPOP: Hai ristampato alcuni dei tuoi dischi preferiti, hai fatto diversi tour, sei entrato in contatto con ignoranti di ogni età religione e razza, hai stampato alcune “pietre militari” dell’hard-core, un tuo disco è stato rifiutato alla prima stampa perché pensavano che uno dei gruppi avesse il master danneggiato (Anal Cunt, esatto?)… e dulcis in fundo Thurston Moore ti ha scritto per ordinare uno dei 7″ più senza senso della storia dell’umanità (Gerogerigegege). Ma il “sor Petraia” di cosa è realmente soddisfatto (certo lo so… sei tentato a scrivere: “di nulla!” ma sappi che in tal caso la tua risposta verrà poco democraticamente censurata).
PAOLO: sì, beh, ho fatto quasi tutto quello che si doveva fare nell’ambito; zines, flyers, tours da suonatore e da roadie, driver, fattorino, attacchino di manifesti, ho stampato dischi su vinile, digitale, cassette, formati diversi a bizzeffe, organizzato concerti ad altri gruppi e via dicendo. Avrei voluto fare un libro a riguardo ma più passa il tempo e più mi accorgo che la situazione mi è andata troppo in acido e quindi non ho mai iniziato. Sono soddisfatto? No, non sono mai soddisfatto, ma per carattere come ben sai, non perché quello che ho fatto non sia stato fatto bene o sinceramente, anzi, bene non sempre, sinceramente di sicuro. Non sono soddisfatto di aver devoluto una grossa parte di me ad un ideale che poi non era tale, in cui la gente non è né più né meno piena di merda di quanto non lo sia fuori dal circuito. In un certo senso sono stato forse troppo sensibile…chissà? (ndr: un Petra emo???) ah, e ti sei scordato che all’inizio carriera: Jello Biafra mi mandò i soldi per i primi dischi. Poi sembra che gli altri se li fece spedire dai Kina. Per tornare alla tua domanda, la cosa di cui sono soddisfatto probabilmente non risiede nella sfera materiale (si ho fatto i dischi ad alcuni dei miei gruppi preferiti, ma non ho mai fatto due lire, non ho mai rimorchiato, non sono stato trendy, non ho mai fatto film con i Club Dogo) però posso essere contento che per quindici anni della mia vita ho campato come mi pareva, facendo quello che volevo. petralia__rudy

SODAPOP: Ah, ah… me le offri su di un piatto d´argento! spari sui Club Dogo e immagino che con Metal Carter ti ci spazzi il deretano, ma un blog ce l’hai pure tu e per di più molto seguito. Ora “la domanda sorge spontanea”: sei “il capo di una tribù di handicappati”? Hai velleità letterarie come si evincerebbe dal desiderio di raccontare(rsi)? Oppure ti rode il culo che mammà non ti ha fatto bocciuto e glabro a sufficienza per diventare una Suicide Girl e cerchi una rivalsa?
PAOLO: no, penso che difficilmente sono stato persino il capo di me stesso, figurati che difficoltà ad ordinare e mettere in riga gli handicappati… sparo sui Club Dogo solo perchè non mi piace affatto questo ibrido strano hc-hip hop che alla fine gira da tanto, ma non l’ho mai mandato giù. Riesco più a digerire l’accostamento viking metal-punk, ma l’hip hop proprio per niente e tutto quel giro romano non so per quale motivo piace tanto anche all’ambiente simil punk-hc. sai com’è, ragiono a compartimenti stagni io, che poi mi sono sempre tenuto così lontano da non averli mai sentiti. Per carità, non ho velleità letterarie anzi, a parte quelle questioni punk-hc e cucina vegan, i miei progetti letterari mai cominciati si fermavano là, mentre secondo me, l’anonima bocciuta che citi non so se ne di velleità, tuttavia scrive peraltro bene, anzi mi sembra pure strano che in quel campo nessuno se ne sia accorto, mentre si sono accorti di altre sue virtù più spiccate. Mamma mi doveva fare alto due metri ed ugro finnico, magari con sufficente orecchio per suonare un quache strumento e sarei stato un alfiere difinitivo del viking metal, altro che Suicide Girls!

SODAPOP: In realtà non mi riferivo a nessuno in particolare, ma visto che siamo in tema: non mi pare che tu sia un assiduo frequentatore di blog, forum e messageboard (forse di “massage” board ma lì sono affari tuoi), non pensi che sia deleterio? Rick Rubin neoassunto alla Columbia crea un dipartimento di ragazzini pagati per pompare i gruppi là dove bazzicano i loro net-coetanei, ma tu? Insomma sei davvero duro e puro o semplicemente non capisci un cazzo di strategie di marketing. Oppure più semplicemente sei più vecchio stanco e “sorrido un po´ meno”.
PAOLO: deleterio… mi sembra difficile far passare per trendy i Death Before Work o gli Anti-You. Avoja a fare marketing con sta tribù di freaks che mi ritrovo. no, è roba che non fa per me, anche per questo penso che sia ora di imporsi uno stop. Diciamo che non mi interessano le strategie di marketing, più che non capirle. Sono un duro e puro, nel senso che ho fatto quello che mi pareva, senza chissà quali compromessi, ombretti e frangette connessi. pagando lo scotto anche del morire di fame in termini economici, ma va bene così. Per tanti anni ho sorriso veramente poco, adesso invece qualche risata, visto che sono distaccato da queste quetioni, me la faccio pure… ma vacca boia, mi vuoi mettere sullo stesso piano di Rick Rubin? io valgo come Steve Albini, Pharrel Williams e Timbaland uno sull’altro!

SODAPOP: E la storia dell’aggro punk? dello straight edge? Del vegan? non ti senti fuori luogo quando vai al pub come ogni vero skin head?… ma soprattutto “l’unica canna che vogliamo è la canna del fucile” ma che male ci sarà a fumarsi una canna?
PAOLO: A parte che era “che ci serve” e non “che vogliamo”, gnùrant! E secondo me stai già alla frutta con le domande e non ti sprechi più… Ad ogni modo, che storia c’è dietro l’agro punk? Che intendi? La comune dei crass tutti vestiti di nero, “tutta roba vegetariana da una parte…” di verdoniana memoria? No, quello non mi piace più di tanto. Però un minimo di aria più sana rispetto a quella di roma, qualche pezzo di verde in più, meno gente tra i coglioni, sono sicuramente situazioni a cui aspirare. Non credo di chiedere tanto. Per un tot, o meglio, fino alla scorsa estate ho anche curanto diversi orti e mangiato i miei prodotti; questo fino a che non mi sono imbarcato in nuove situazioni lavorative romane. Cosa che investe sicuramente la questione vegan, visto che faccio il cuoco. Ma come l’hai messa in piedi sta domanda, mentre ti masturbavi su pornotube e ti sei visibilmente distratto? Non vado più di una volta l’anno nei pub quindi la domanda non è granchè pertinente. Quanto ai testi dei Colonna Infame, beh, quello che citi lo scrisse qualcun’altro, che probabilmente di canne se ne fa a mazzi attualmente; magari faresti meglio a chiedere a lui. Per quanto mi riguarda, continuo ad essere fuori da ogni tipo di droga legale o meno e ad essere straight edge, sempre che voglia dire qualche cosa fuori da un contesto punk-hc, come io sono. Il resto del mondo facesse il cazzo che gli pare per quanto mi riguarda. Quanto agli skinhead, sappi che la madre di uno skinhead non chiede mai pietà!
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SODAPOP: Fantastico, dato che te le vai a cercare parliamo della tua collezione di dischi della Tuono Records e dei Peggior Amico. Raccontaci come li hai avuti tramite scambio? Soldi nella busta con scritto “ciao Tuono records, mi chiamo Paolo, vorrei i vostri dischi ma che non si sappia in giro sinnò me corcano de botte”? Li hai fatti comprare da un amico ambiguo (cazzo la figura dell’amico ambiguo è da indagare)? Oppure li hai fatti comprare da qualcuno dei Think Twice che seppur sinistrorsi e ben lungi dall’essere ambigui abitavano a trenta metri dalla sede della suddetta label veneta?
PAOLO: la gioia di insultarti regna sovrana… abitare a 30 metri non è una grande colpa. e comunque dividevano la sala prove…e comunque Freddy Think Twice che ha una certa età, faceva una fanzine punk ante litteram in tempi in cui io me sentivo i Duran Duran e tu Scialpi con i grandi capi del veneto front, pre politicizzazione. Ciò li ha anche preservati da mazzettate tra capo e collo in tempi duri per punk ed hc. Io non ho amici, come tu fai finta di dimenticare. Ambigui poi, per niente. Ad ogni modo… tramite un famigerato personaggio comasco conosciuto a tutte le latitudini musicali e politiche, un bel dì di 15 anni fa all’incirca instaurammo uno strano asse tra soa ed una nota label romana di settore: i nostri incontri una volta all’anno avvenivano per lo più al fine di scambiarci le rispettive produzioni, per quella strana curiosità di conoscere l’avversario. o quello che è. magari io l’ho sempre vista così, anche perchè io interrogavo molto sulle loro questioni, quando poi in realtà a loro non è che interessava tantissimo delle nostre. Tramite questo balzano asse mi sono ritrovato dentro casa un po’ di dischi rap italiani ed ho rifilato ad ambienti opposti dischi hc, grind e persino oi! di tutt’altro genere. Tengo a precisare che le copie erano singole e personali perchè fino a che è roba propria può anche andare, ma propagandare e/o lucrare su idee che non condivido affatto, non mi sta bene. Mi sembra che la sua etichetta non sia più tanto prolifica comunque, e soprattutto ha abbastanza abbandonato quel filone pelatesco che musicalmente poteva anche attrarmi in qualche maniera.

SODAPOP: Ma non mi vorrai mica fare intendere che tu invece che “Hazet 36, fascista dove sei” sei uno di quelli che meglio un “camerata illuminato” di dieci compagnoni reazionari? E poi in fin dei conti uno che continua a rompere il cazzo per tutta la vita agli altri con il fatto che non ha amici non far pensare che al “molti nemici molto onore”, proprio quello che usavano blaterare Chinaglia e Di Canio: a proposito tu sei pure Laziale ora che ci penso!
PAOLO: oggi sto a riposo e sono produttivo no, non sono mai stato per la terza posizione. a parte per le questioni di letto, ma anche in quel caso ignoro quale essa sia. fino a quel momento ero assolutamente contrario a qualsiasi linea tangente tra le differenti sfere. poi ci fu questo incontro e nacque questa strana simpatia, più che altro perchè nè loro nè noi (parliamo comunque di 5 persone iniziali e 3 quando ci fu l’ultimo nostro happening di un lustro fa oramai) eravamo dei picchiatori di nessuna specie ma più che altro musicofili con differenti sentieri politici et simili. Poi in ambito skinhead ho sempre evitato come la peste gente strana o quelli che facevano avanti e indietro come trottole da una scena all’altra. Anche per questo uno evita di dire che a casa ci stanno i cd degli intolleranza; perchè la gente solitamente è demente e magari sentire un testo piuttosto che un altro lo fa diventare redskin i giorni dispari e nazionalsocialista quelli pari; per non parlare degli anni bisestili. Chi cazzo è Hazet 36 ? Io arrivo solo a conoscere “fratello dove sei” e al massimo “fascisti su marte”… Perchè non perdi mai occasione di sciorinare la tua vasta cultura, come fa un macaco con il suo pisello?

SODAPOP: Molto semplice: mi prude e dire che assumo regolarmente viagra per pisciare da in piedi e non sui piedi, ma sai com’è. Ma ritornando al fatto che piaci alla gente che piace: so che gli Zu agli albori ti proposero di fare un 7” vero? Bastonavano e bastonano come un gruppo di minatori rumeni quindi perché no? Troppo avant? L’intellighenzia crust ti avrebbe posto sotto regime di controllo? Temevi di essere corcato de botte al grido di “progerssist!!! progressist!!!”?
PAOLO: No, non penso di piacere alla gente che piace, semmai è vero il contrario. penso che SOA o la mia persona siano sempre state viste come un entità abbastanza rozza. il che per certi versi è anche vero, sebbene abbia imparato anche a leggere, col tempo. ma che ci vuoi fare, a me Bjork fa cagare, preferisco i Terrorizer ed i Moonsorrow… La questione Zu, cosa peraltro che avevo totalmente dimenticato, nacque così per caso; probabilmente per il semplice fatto che io e Massimo stazionavamo nello stesso posto pseudo-lavorativo. Sarebbe dovuto essere uno split con i Ruin, che poi per questione di soldi e distribuzione non è mai partito. Poteva essere una simpatica parentesi “arty” per la SOA, ma alla fine è stata una delle classiche occasioni mancate. Mah, in realtà la SOA è un etichetta punk-hc in cui si ritrovano vari sottogeneri, come il grind, il crust, l’old school, lo sXe datato. Alla fine non ho mai pensato di poter essere contento a far solo dischi grind o thrash-core. Rozzo sì, ma riesco anche un po’ a spaziare… non tanto però. Quindi l’intellighebzia crust già non approva tutto quello che ho fatto uscire, gli Zu poi…
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SODAPOP: Ma la signora Soa ascolta Bjork? O vi siete conosciuti mentre pogavate al grido di “more beer for the punx”? in tutto ciò che ruolo ha? Percepisce un sussidio di accompagnamento o è stata accusata di nichilistaggio?
PAOLO: no, la signora SOA non ascolta più musica, o meglio non ha il tempo necessario ad interessarsene sufficientemente, quindi è totalmente passiva di fronte alla new wave of viking metal a cui la sottopongo in macchina, dubito che apprezzi la cosa. Nella SOA non ha mai avuto ruoli di alcun genere, eccezzion fatta per aver forse piegato qualche copertina, male pergiunta. Non è stata ancora “accusata di nichilistaggio”, ma “di aver perso il controllo”, certamente più di una volta.

SODAPOP: è vera la leggenda metropolitana secondo cui Robertò è tuo padre? se così fosse il vostro rapporto sarebbe lo stesso che intercorre fra il defunto avvocato e Luca Cordero… e poi potresti illustrare con parole tue la figura enigmatica di Roberto Gagliardi sia come eminenza grigia nell’universo Soa e da esso disgiunto all’interno della “scena” romana?
PAOLO: sebbene robbertò sia brizzolato da quando aveva cinque anni, in realtà ci separano solo otto anni. Peraltro lui è anche molto più giovane dentro rispetto a me. La leggenda vuole questo sì, ma il parallelismo è decisamente sbagliato; nè io nè rob sniffiamo e tantomeno abbiamo fatto i soldi ed a me sta pure sul cazzo la Ferrari, oh! Senza il negozio di Robbertò probabilmente la soa sarebbe stata sicuramente più striminzita. negli anni ci siamo parecchio aiutati, adesso ci si vede assai poco… suppongo che i tempi cambino, non ci siano più le mezze stagioni, piove governo ladro, etc etc. anche se Rob non si è mai considerato punk, direi che batta ai punti tonnellate di gente che è transitata nella scena, più che ai punti, oserei dire per KO tecnico!

SODAPOP: Hai l’ultima occasione per sembrare intelligente, per lasciare un messaggio ai posteri e per salvare “la scena” quindi, riprendendo uno dei tuoi dischi: “what future for us?
PAOLO: perchè sforzarmi di sembrare quello che non sono. e poi il testo continuava con un “betrayal of the mass” se non erro e la memoria arruginisce mi confonde; perciò… “no future!” quindi chiuderei con un classico “aiuta la tua scena” ed un sempreverde “andate tutti a cagher!”.