Body/Head + Jooklo Duo – 20/10/12 Interzona (Verona)

Archiviata (almeno credo…) l’avventura dei Sonic Youth, Kim Gordon riprende a frequentare i palchi in compagnia di Bill Nace e questa sera, sulla strada per il Supersonic Festival di Birmingham, fa tappa all’Interzona. I Body/Head non sono certo paragonabili allo storico gruppo di provenienza e certo, le incursioni dei membri della band in territori sperimentali non sempre sono state memorabili, ma avere a un tiro di schioppo una di quelle che senza dubbio è un’icona del rock indipendente, ci spinge ad andare a curiosare.
C’è probabilmente un po’ di necrofilia propria dello spirito rock in questo (non ce ne voglia Kim, che abbiamo visto in ottima forma), ma tutto sommato propende a favore l’impressione che l’ex signora Moore abbia ancora voglia di mettersi in gioco, e ora come ora ha più senso una cosa fuori schema come i Body/Head che non un concerto dove i Sonic Youth si limiterebbero a jokloo_duo_interzonamettere in scena sé stessi e la propria storia. Prima del duo della Grande Mela si esibiscono gli Jooklo Duo, che partendo con rumorini e grida fanno temere il peggio, ovvero la discesa nella freakedelia più deleteria (non depone a loro favore l’abbigliamento da hippie militanti), ma una volta imbracciati gli strumenti (a turno, clarino, sax e flauto, degnamente supportati dalla batteria) danno vita a un bel free jazz energico, non originalissimo, ma che scalda a dovere l’atmosfera. Intanto Kim Gordon si aggira nei dintorni del palco, attenta all’esibizione degli italiani. Quando viene il suo momento, sale un attimo col fido Nace a sistemare gli strumenti, poi torna dietro le quinte: quando rientra è il momento di cominciare. Vale per lei il discorso già fatto per altri: viene da una generazione di musicisti che dal punto di vista del suonare sa dare ancora diverse lunghezze a molti ragazzini e che svicolata dagli obblighi e dall’inevitabile routine che il nome di gruppi di culto si porta con sé, sa ancora farsi valere. I Body/Head inizialmente non spingono troppo sull’acceleratore, lasciando spazio ad atmosfere rarefatte, sebbene sature di elettricità; la forma è quella di un noise blues scarno e spettrale, con la voce di lei, invero non eccezionale, che si libra su drone chitarristici screziati di tanto in tanto da scariche elettriche, mentre alle loro spalle scorrono lentissime le immagini di un video in bianco e nero piuttosto inutile. Poi la cosa prende una piega più rumorosa, perpetrando la tradizione newyorkese dei più ostici, vere e proprie sinfonie di rumore, con un che di sciamanico. È questo un ambiente dove decisamente i due si trovano più a loro agio, sciorinando noise e melodie indissolubilmente legate: il fantasma dei Sonic Youth in versione scheletrica aleggia di tanto in tanto, ma non disturba, incontrando body_jokloo_interzonal’evidente approvazione del pubblico, purtroppo non numerosissimo nonostante la caratura dei personaggi (e comunque più numeroso di altre occasioni). Quello che fa specie, piuttosto, è l’assenza di tanti volti del giro musicale che mi sarei aspettato di incontrare, ma anche questa non è purtroppo una novità; è inutile quindi star qui a farsi troppe domande, tanto più che la cosa non disturba affatto la fruizione del concerto, che ormai volge alla fine. Ai due lati del palco, alla chetichella, sono nel frattempo saliti i due Jooklo, che con clarino, piatti e alla fine anche percussioni, contribuiscono a rendere ancora più ipnotiche le cadenze di un lungo blues metallico. È probabilmente in questa situazione di apertura e collaborazione che i due progetti trovano la loro vocazione: il pezzo è notevole, un crescendo emotivo senza eccessi strumentali, per poi sfuma improvvisamente nel silenzio che conclude l’esibizione: una dimostrazione di classe a cui fa sempre piacere assistere, discorso estendibile senza problemi a tutta l’esibizione, fatto salvo l’inizio un po’ debole. Qualcuno applaude nel tentativo di ottenere un bis, ma la musica registrata che parte ad altro volume taglia ogni discussione. Giusto così: il finale è stato perfetto, stasera davvero non abbiamo da chiedere di più.

Foto n homepage di Manuela Vigna