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Il Conte è tornato, intervista a Varg Vikernes

Ebbene sì, lui. Il vostro incubo peggiore, il Freddy Krueger dei microsolchi, Varg Vikernes, il celeberrimo one-man-band di Burzum è tornato. All'indomani del nuovo Fallen, secondo album del ciclo chiamiamolo post-carcerario, siamo riusciti a contattarlo via mail: per sua stessa ammissione, l'unico modo per "parlare" direttamente con lui. Va sottolineato che, a dispetto del carattere schivo e introspettivo, la sua disponibilità per questa intervista è stata fulminea ed estremamente cortese. Non credo sia necessario ripercorrere le tappe fondamentali del percorso umano e professionale di Varg Vikernes: a chi volesse avere un primo approccio con l'estremismo musicale (ma non solo) norvegese consigliamo piuttosto Lord Of Chaos (Tsunami edizioni), finalmente tradotto in italiano ad un decennio dalla sua uscita. Per il resto, direi che questa intervista si commenta da sola: certo, ora come ora, gli rivolgeremmo volentieri mille altre domande, ma ci sembra di esserci tolti la maggior parte delle soddisfazioni. Ad ogni modo, se avete quesiti da porgli, potete scrivergli: vi risponderà sicuramente.

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Kongrosian Meets Oreste Sabadin – Bootstrap Paradox (Aut, 2010)

Oltre ad Oreste Sabadin al clarino, dietro al nome Kongrosian compaiono Alberto Callodei al clarino basso, Alessio Faraon alla tromba, Davide Lorenzon ai sassofoni e Ivan Pillat ai sax, tromba e voce. Non credo vada specificato che si tratta di un disco totalmente dominato dai fiati e che alla lontana (molto alla lontana) potrebbe ricordare il suono di ensemble famosi come il Rova, ma sarebbe come a dire che i Beatles e gli Slayer suonano simili perchè hanno entrambi batteria e tre strumenti a corde.

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Genghis Tron + Behold… The Arctopus – 14/11/08 Vicolo Stretto Pub (Colorno – PR)

Il programma per il venerdì sera, fino a metà settimana, era quella di andare a Brescia a curiosare il concerto dei Parentheical Girls, timidamente incoraggiato dalla fama delle loro esibizioni ma fortemente trattenuto dall'ascolto del nuovo CD, insopportabile polpettone di melodie marypoppinsiane in salsa indie. Una prospettiva non proprio esaltante, diciamocelo.
Poi il colpo di fortuna: la data pescarese dei Genghis Tron salta e i valenti Code e Faso, giro Lady Tornado e dintorni, assoldano gli americani per suonare in quel di Colorno, bassa provincia parmigiana. È l'occasione che aspettavo: mi taglio la frangia, svesto le All Star, infilo gli anfibi e parto.

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Perturbazione – 30/05/08 Morya (Cellatica – BS)

Mi aspettavate, lo so. Eccomi dunque all'esordio su queste pagine a portarvi un po' di sano spirito padano. Indosso l'elmo e vado a incominciare.

Arriva alla conclusione la stagione del Morya, piccolo locale della cintura bresciana che per l'occasione fa il riassunto delle puntate precedenti, con brevi apparizioni di gruppi locali che hanno calcato il palco nel corso dell'anno a far da spalla ai torinesi Perturbazione. Nell'ordine suonano il cantautore di belle speranze Manuele Zamboni, Ettore Giuradei, in terzetto, prossimo a partire in tour di spalla al temibile Cisco "ex-modenasitiremblers" e gli "indie boy" Annie Hall, reduci da una cinquantina di date lungo la penisola e pronti per il Mi Ami. Di questi gruppi ho poco da dire, li conosco e non ho dubbi sul fatto che le loro performance siano state ottime, ma al momento ero impegnato ad assaltare il buffet, prima che la carica delle cavallette spazzasse il tavolo lasciando, a fine serata, solo poche uova sode; per cui, credetemi sulla parola.

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