Philippe Petit – Fire-Walking To Wonderland (The Extraordinary Tale Of A Lemon Girl – Chapter II) (Aagoo, 2012)

Ritorno sia della AAgoo (che per chi non lo sapesse ha anche in catalogo i nostranissimi Father Murphy) e per il francese “terrible”. Come già detto a più riprese la figura di Philippe Petit è nevralgica nella scena undeground europea e non solo degli anni Novanta, ma ormai inizia ad avere un considerevole numero di uscite e di collaborazioni di livello che l’hanno fatto conoscere anche in veste di musicista. Questo secondo capitolo della trilogia su Aagoo è ancora più visionario del primo, e forse proprio anche per questo motivo che la citazione di Alice Nel Paese Delle Meraviglie nel titolo non giunge per nulla casuale, infatti si tratta di un trip vero e proprio.

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Philippe Petit – Oneiric Rings On Grey Velvet (The Extraordinary Tale Of A Lemon Girl – Chapter I) (Aagoo, 2012)

Rieccoci ad uno degli appuntamenti annuali con il signor Philippe Petit, che insieme a Fabio Orsi e Gianluca Becuzzi non potrà certo esser tacciato di scarsa continuità, la cadenza regolare con cui stampa materiale ormai è su base semestrale. Quello che mi sembra di notare nell’approccio di questo musicista francese è che pur non facendo mai un disco carta carbone di quello precedente, si sia andato raffinando in direzione di un qualcosa che mantiene sempre forti tinte oniriche e che al tempo stesso attinge a piene mani dalla musica per colonne sonore e dalla classica.

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Scott McCloud: dai Girls Against Boys ai Paramount Styles, alive and kicking!

Forse non è necessario fare introduzioni, ma visto che nel mondo che è venuto dopo l’esplosione della rete il tempo oltre che scorrere "lungo i bordi" corre molto più veloce e la memoria storica è da sempre quella che è (come forse è giusto che sia), forse è meglio dire prima di tutto un paio di cose. Al di là dei disquisizioni se sia peggio vivere in un eterno presente o essere schiavi di una memoria ipertrofica, Scott McCloud ha suonato in alcuni dei miei gruppi preferiti e ha realizzato alcuni dischi che tutt’ora restano il simulacro dei sogni bagnati di parecchi musicisti della generazione post-hardcore e noise fra tardi anni Ottanta e primi Novanta. Non pago di aver suonato in almeno due gruppi di culto come Soulside e Girls Against Boys (come se i New Wet Kojak fossero da meno…), questo neo papà è al secondo giro di boa con il suo nuovo progetto, i Paramount Styles. Seppur sia passato parecchio in sordina rispetto al potenziale di molti dei pezzi scritti da Scott, i Paramount hanno reso felici molti orfani di quel cantautorato rock "diverso" che in altre epoche aveva reso celebri gruppi come i dEUS (con cui non a caso il nostro eroe aveva collaborato). Purtroppo lo spazio di un’intervista è troppo breve per potersi sbizzarrire a fare domande su ogni singolo progetto, ma McCloud ha anche collaborato a progetti diversi come il gruppo electro-punk Operator, in cui il nostro lavorava in copia con niente poco di meno che Teho Teardo e ha prestato la voce anche al lavoro d’esordio degli String Of Consciousness di Philippe Petit.

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