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Jennifer Gentle – Concentric (A Silent Place, 2010)

Ritorna uno dei gruppi italiani che è riuscito ad imporsi all'attenzione dell'etichetta che divenne famosa per il grunge, la Sub Pop. A scanso di equivoci, per chi di voi conoscesse quel gruppo fortemente psichedelico fra beat, Pink Floyd (di cui sono fortemente debitori per quel che concerne il nome), psichedelia e suono vintage assortito, beh sappiate che pur non avendo stravolto la loro identità hanno stravolto di parecchio la propria fisionomia. Nei Settanta ci siamo rimasi, certo, ma in questo nuovo lavoro, più che di psichedelia parlerei di lisergia kraut a pieno regime.

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Drink To Me: ovvero, piccolo manuale della sobrietà

Arrivati da poco al secondo disco, Brazil, recensito qualche tempo fa qui sulle pagine virtuali di Sodapop, i piemontesi Drink To Me provano a ripercorrere le tappe del percorso che li ha portati dallo stamparsi i CDr in casa a fare un disco per Unhip, affermata realtà di quella che una volta veniva chiamata "musica alternativa" e oggi (o era ieri?) indie rock.

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Mamuthones – Sator (Boring Machines, 2010)

Con colpevole ritardo mi appresto a recensire quest'ultima uscita Boring Machines, trattasi di uscita stampata con copertina digipack in rilievo, molto curata come d'altra parte la maggioranza delle uscite della label veneta. Gastaldello ovvero Mamuthones, non è neint'altri che uno dei Jennifer Gentle, anche se in questo caso si addentra in campi molto diversi da quelli del gruppo di origine, sebbene il sostrato psichedelico sia comune a entrambi i progetti. Si tratta di un disco psichedelico a suo modo vintage, per quanto la materia sia pur sempre sperimentale, siamo molto più vicini ai Popol Vuh, ai Can o ai Faust invece che a roba americana o inglese recente.

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Damo Suzuki’s Network – Tutti I Colori Del Silenzio (Wallace/Palustre, 2009)

Trattasi di un live molto ben registrato e per di più corredato di grafica piuttosto carina, se ciò non bastasse Damo Suzuki in questa occasione si accompagna ad una line-up di tutto rispetto, dato che gioca il poker d’assi Andrea Belfi, Xabier Iriondo, Diego Sapignoli e Mattia Coletti: l’unico neo a volte è proprio la presenza del vecchio kamikaze. Spero mi scuserete per lo scarso rispetto, per altro è difficile voler male ad un tizio che ha cantato con i Can, ma a cento anni dalla nascita del futurismo credo che celebrerò a modo mio Balla e Depero e l’allegra banda di cazzoni, crocifiggendo in sala mensa questo malandato samurai.

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