Damo Suzuki’s Network – Tutti I Colori Del Silenzio (Wallace/Palustre, 2009)

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Trattasi di un live molto ben registrato e per di più corredato di grafica piuttosto carina, se ciò non bastasse Damo Suzuki in questa occasione si accompagna ad una line-up di tutto rispetto, dato che gioca il poker d’assi Andrea Belfi, Xabier Iriondo, Diego Sapignoli e Mattia Coletti: l’unico neo a volte è proprio la presenza del vecchio kamikaze. Spero mi scuserete per lo scarso rispetto, per altro è difficile voler male ad un tizio che ha cantato con i Can, ma a cento anni dalla nascita del futurismo credo che celebrerò a modo mio Balla e Depero e l’allegra banda di cazzoni, crocifiggendo in sala mensa questo malandato samurai.
Si tratta di un buon live, anzi si tratta di un ottimo live che supera anche il mio ricordo della line-up che vedeva il Damo Suzuki' Network con un motore di serie composto dagli Zu allargati a quartetto con Iriondo (per gli onori della cronaca anche in quel caso musica figa e Suzuki che cantava incessantemente per tutto il tempo). Non vogliatemene male vecchi imperituri fricchettoni che "ah che bello quando eravamo fricchettoni", il vecchiardo qua e là tira fuori ancora qualche bella zampata da leone, ma non sono sufficienti per poter giustificare il fatto che lui dia il nome all’impresa quando chi fa il lavoro "sporco" (e lo fa bene) sono gli altri. Traccia unica, mediamente ritmica e con incastri stile tetris, quindi spesso le ritmiche sono dritte e si gioca di squadra, tono ed inflessione vagamente blueseggiante e effetto d’insieme che non è per nulla krautesco o almeno non particolarmente: quello che rilascia il tono vintage su tutto è proprio il buon Damo, che, giova ripeterlo ancora una volta, non sta zitto un secondo.