Jello Biafra/Guantanamo School Of Medecine + Panico – 27/08/09 Festa Di Radio Onda D’Urto (Brescia)

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Serata punk revival alla festa di Radio Onda d'Urto, vecchie glorie in nuove forme per la gioia di grandi e piccini, con l'ex Dead Kennedys Jello Biafra che si ripresenta, dopo tanto tempo, nelle vesti di cantante. Il caso vuole che la sua venuta in quel di Brescia coincida con la dipartita di Ted Kennedy, ultimo esponente della vecchia guardia della cricca irlandese. Chissà se dobbiamo interpretare la cosa come segno del passato che ritorna o come il suo irrimediabile consegnarsi storia.
Aprono i torinesi Panico, ex Contrazione e Bedbois, col loro rock punk, muscoloso e sentito, ma che va un po' sclerotizzandosi, perdendo quell'apertura e quell'eterogeneità stilistica che ne aveva fatto uno dei migliori gruppi, anche se mai troppo considerati, della scena italiana. Danno la precedenza ai pezzi della produzioen recente , ma chiudono con A Sud Di Torino, classico ad uso e consumo per noi nostalgici, pezzo appartenente a un altro gruppo e ormai, ad un'altra città.
I Guantanamo School Of Medecine sono un'all star band: Ralph Spight dei Victims Family e Kimo Ball dei californiani Griddle alle chitarre, Andrew Weiss, membro della prima, migliore Rollins Band al basso, coadiuvato dal fratello Jon alla batteria. Alla voce, mimi e camicia pois, lui, Jello Biafra. Inevitabilmente un po' ingrassato ma ancora motivato, dà subito dimostrazione di punkitudine invitando i presenti a scavalcare le transenne, poste a tre metri dal palco, creando un ambiente più raccolto e decisamente più adatta all'evento. I punk presenti festeggiano facendo sborrare bottiglie e bicchieri di birra ad altezza d'uomo: tante grazie. Credo che sia dai tempi del disco con D.O.A. che Biafra non si cimenti con una materia così classicamente punk: Lard, Nomeansno e Mojo Nixon battevano tutti altre strade, mentre qui l'eredità dei Dead Kennedys è evidente. Certo, le due chitarre non valgono quella di East Bay Ray, ma fanno bene la loro parte e i due fratelli, alla sezione ritmica, hanno un suono che spiana le montagne. La voce, invece, è sempre quella, il non averne abusato, in questi anni, ce l'ha conservata integra; ne abbiamo la certezza al terzo pezzo: imitazione di Schwarzenegger, con l'asta del microfono usata come bilanciere e via con California Uber Alles. È subito bolgia e non poteva essere altrimenti. Semmai, non mi aspettavo che la carta nostalgia fosse giocata così presto, ma la ragione è che di carte con questo seme i nostri ne hajellolivenno in serbo diverse. In fondo è logico: il gruppo è in tour senza che l'album sia stato pubblicato e qualche brano conosciuto per incendiare l'atmosfera ci vuole, anche se non ho dubbi che, ai concerti di Jello Biafra del 2026, saranno ancora richieste soprattutto le canzoni dei Dead Kennedys. In realtà anche le canzoni nuove, che come dicevo non si discostano troppo dai classici, funzionano bene: veloci ed anthemiche, entrano subito in testa e al secondo ritornello si è già in grado di fare i cori; la frequenza dei tuffi dal palco dei crestati è dimostrazione di qualità. Il gruppo suona compatto e preciso (solo uno stacco sbagliato, verso la fine, sarà sottolineato da un'espressione schifata del Weiss bassista) e Biafra è decisamente in palla, non eccedendo con le prediche, comunque sempre piuttosto intelligenti, saltando, mimando come lo abbiamo visto fare in decine di video del bel tempo che fu e non disdegnando di tuffarsi sulla folla di vecchi e soprattutto nuovi fans. Alla fine si contano ben due ritorni sul palco per i bis e altri quattro pezzi storici: Holiday In Cambodia, Let's Lynch The Landlord, Bleed For Me e Police Truck; vi garantisco che, per chi credeva di essere nato troppo lontano e comunque troppo tardi, sono una discreta emozione. Poi è ovvio, fatta salva la sincerità e buonafede dei protagonisti, ci si trova davanti all'ennesima operazione nostalgia, solo un po' dissimulata e sicuramente la storia del punk non passa di qua.
Al solito, solo una serata divertente, come fossimo a un concerto di "pencfenc" del cazzo: solo che a noi il "pencfenc" fa cagare, mentre Jello Biafra ci piace un sacco.