Tamburi Neri – La Notte (42, 2024)

Tamburi Neri è il nome che Claudio Brioschi ed Andrea Barbieri hanno scelto per il loro progetto, che in sette anni ha messo insieme, oltre all’esordio Ombre ed a questo La Notte, sette altre uscite fra lavori digitali, ep e 12”.
La formula utilizzata dal duo è molto semplice: suono coinvolgente, ritmato ed a tratti oscuro, musica curata e speziata ed una voce che, pesante di grana e di peso specifico pur essendo carezzevole, rapisce letteralmente l’ascoltatore. In frequenze torna la voce giapponese di Hiroko, che già in diverse occasioni ha partecipato ai brani del duo, esile controparte che con leggerezza blandisce letteralmente le orecchie. Nulla a che vedere con Andrea, che vaga nei suoi Dubbi quasi impastato dalle sabbie mobili. Indulge a tratti nei ritmi, ma si erge anche drammaticamente nella storia tricolore in una Indelebile che fa accapponare la pelle, oppure nel seguito notturno della title track dove libertà fa rima con gioventù, incontro esperimentazione, un mantice che sembra quello di un ungulato ed una ritmica che libera ogni peso, preparandoci a prendere letteralmente il volo. Le produzioni di Claudio Brioschi sono abiti cuciti su misura per le differenti occasioni, mai banali ed in grado di stravolgere quelle che a prima vista potrebbero sembrare semplici approcci conviviali, come in Dimmi. Ma anche nelle strumentali, ombrose, perfide, notturne come Hello People. Momenti intimi, come l’amore tra un padre ed un figlio nell’Amore Colorato, fra mummie e cuori, si trasformano in viaggi fantasioni e stellari.
Ad un certo punto, altezza ore 9, i Tamburi Neri coronano un brano pressoché perfetto. Un incontro, una breve conversazione, pillole di saggezza sparse, un tappeto sonoro perfetto. Ma c’è spazio anche per pillole japa-new wave che potrebbero essere uscite dai 2+2=5 prima di scoprire, inaspettatamente, che il disco è ormai finito, la notte bella che passata e che in distanza si presume l’alba. Toccherà aspettare una quindicina d’ore per tornarci, pelli tirate, scure, pronte ad essere battute.