Giordano Giorgi e Marco Carcasi sono due vecchie conoscenze della scena impro e sperimentale romana, oltre che parte delle menti dietro ad alcune interessanti esperienze culturali del passato, quali la rassegna Scatole Sonore o il collettivo Tempia: se il tempo trascorso è un dato di fatto, la voglia di continuare a esprimersi pare ancora intatta. Fieramente indipendenti e sempre alla ricerca di strade inusuali, in questo dittico di dischi usciti contemporaneamente sotto la sigla Rumore Austero i due propongono una ricerca a base di synth, oggetti, metalli, feedback, chitarre e materiali di scarto nell’intento di intercettare connessioni, sonore e umane, e per questo facendosi aiutare da una serie di conoscenze e amicizie a mettere in campo una visione molto appassionata.
In Pragma ne scaturisce una serie di quadri dall’esisto inaspettato, che partendo da un approccio povero sono capaci di disegnare toccanti paesaggi tremolanti dal gusto psichedelico (Non Sarà Così), di rimandare a dei Gastr Del Sol primitivisti che inseguono giri armonici indolenti su bordoni al limite della sideralità (Pora Mitirda con Adriano Scerna), per poi lasciarsi andare in distorsioni che logorano lo spazio per far posto a improvvisazioni lunari dal vago sapore Brise-Glace assieme ai concittadini Vonneumann (Dove il Rovo Punge).
E ancora, il caldo isolazionismo di Il Vento D’improvviso S’arresta, i fraseggi laici di Occhi Schivi o il casuale taglio filmico alla Jarmush di Pencola Nicchia Afferra mettono bene in chiaro gli intenti del progetto.
Innesto contiene invece due lunghe tracce risultando più solido e meno frammentario del suo gemello, nonché marcato da un sentimento maggiormente psichedelico. In Respira Fuori è Freddo sono i sardi Giacomo Salis e Paolo Sanna a ingrossare il corpo di una riflessione sagace e melodica, dal passo lineare e sospeso, che costruisce naturalmente il proprio climax fino a esplodere in distorsioni sature. Esco e Lascio Qui lavora invece su magnetismo e improvvisazione cruda, dirottando verso un minimalismo dissonante assieme a Hermetic Brotherhood of Lux-o-r e ancora ai Vonneumann: il finale è pura no wave industriale.
Al netto di qualche limite di giustezza causato da un approccio metodologicamente eterogeneo, i due lavori contengono molte cose interessanti, riuscendo inoltre a mettere perfettamente in luce una vitale e irriducibile voglia di comunicare in modo non allineato.