È capitato a tanti, doveva succedere anche lei: la storicizzazione della scena HC italiana degli anni ’90 ha avuto inizio. Se di recente altre uscite avevano affrontato il tema, Disconnection, pubblicato dalla Tsunami Edizioni, ha il non trascurabile pregio di essere opera di due personaggi che quel periodo l’hanno vissuto da dentro come protagonisti, Giangiacomo De Stefano (Ivory Cage, Ageing) e Andrea Ics Ferraris (Burning Defeat, One Fine Day, Permanent Scar).
Introdotto dalla prefazione di Nico Vascellari (al tempo musicista con With Love e Bluid, ora affermato artista) il volume, un tomo di oltre 400 pagine, contestualizza il movimento sia in rapporto alla tradizione italiana che alle tendenze provenienti in primis dagli Stati Uniti e poi ne sviscera, attraverso capitoli tematici, i vari aspetti: le tendenze musicali, le etichette, le scene locali, i luoghi, le fanzine e, non ultime, le connessioni extra-musicali, ad esempio quelle politiche.
Nell’affrontare un movimento le cui propaggini, magari in ambiti diversi o sotto mentite spoglie, ancora fanno parte del nostro presente, anche mainstream, Disconnection promette di essere un testo capace di soddisfare sia chi c’era che chi non c’era. E chissà che, fra le pagine, non ci venga svelato l’ultimo grande mistero dell’hardcore italiano: il “solstizio d’autunno” cantato dai romani Concrete in E Poi Piove era un errore da matita rossa o una licenza poetica?