Non mi piace il dubstep. E' il suono della conservazione, una gratificante e consolatoria esaltazione da potenza e superomismo onanistico. Ti circuisce con i suoi megabassi vibranti, come sgasare su una grossa moto rombante o su un ottuso suv tirato a lucido. Ma è solo un'illusione di potenza, come quella che ci seduce in un film di fantascienza di qualche supereroe dark, il film finisce e noi torniamo ad essere niente. Su quei bassi ipertrofici ci sta tutto, ma tutto è ridotto ad orpello, citazione, simulacro. Nel dubstep il mondo reale è un nemico, ma noi lo sfidiamo a cavallo dei vermoni giganti e per mezz'ora ci sentiamo malinconici eroi. E' l'illusione di controllare le smaglianti macchine digitali, ma con queste sappiamo solo immaginare un sogno che in realtà serve a tenerci sotto controllo. La tecnica ci accarezza la testa e la svuota da ogni desiderio che non collimi con la sua finalità. Crea una bella gabbia per noi topi che crediamo che la gabbia sia il mondo. Un mondo dove non abbiamo la possibilità di essere noi stessi, immaginiamo di esistere e desiderare soltanto attraverso un eroismo apocalittico traslato da un immaginario filmico hollywoodiano. Un bel piatto di insetti africani servito in pompa magna in un ristorante fusion per fighetti.
Le persone di cui parlo qui di seguito non si occupano di dubstep.
Per questo mese ho trovato un eroe. Siccome sono ignorante non sapevo niente di Emil Beaulieau, o meglio di "Emil Beaulieau: America’s Greatest Living Noise Artist". Registra per la sua etichetta RRRecords e propone dei live imperdibili, conditi da una vena comica unica e surreale. L'immagine del noise come musica da macho ne esce frantumata. Quest'uomo lo puoi apprezzare anche se fino a ieri hai ascoltato solo Caterina Caselli. Più ancora che i suoi dischi godetevi questi due video postati su iutiub: http://www.youtube.com/watch?v=_W-lFVzIf00 e http://www.youtube.com/watch?v=dabw_hrIbQ0 , vale la pena di vederli entrambi, sono molto diversi tra loro.
Visto che Emil mi mette di buonumore non perderò tempo a parlar male dei Massimo Volume, anche se avrei dei solidi argomenti aggiuntivi a quanto sostenuto dal buon Andrea Ferraris. Quindi, bando alle musiche narcisiste ed auto-assolutorie, e dedichiamoci invece a gente dimenticata pure da sé stessa, tipo i Tart, un trio composto da Graham Lambkin dei The Shadow Ring, e Scott Foust e Karla Borecky degli Idea Fire Company/Swill Radio. Questi tre loschi figuri hanno prodotto assieme due dischi, Radio Orange nel 2001 e Bring The Admiral nel 2003 per la Swill Radio (http://www.anti-naturals.org/swill/SRnews.htm) dal cui sito si possono acquistare anche i fenomenali lavori degli altri gruppi che ho citato. Tornando ai Tart: sono un gruppo che usa un'elettronica scarna e povera, priva di parti ritmiche convenzionalmente intese, che provocano una certa inquietudine stralunante. Una musica arcaica e futurista assieme, perfetta per navigare nel mistero in questo grigio inverno. Aggiungo un'appunto che ho trovato sul sito della loro etichetta Swill Radio e che mi è piaciuto: "Democracy! Anyone can produce art that looks or sounds or is bad. That's democracy! (Something I, myself, have never endorsed.) However the term avant garde should be reserved for those who do not imitate the past. Trying to recapture a fantasy past is not building for the future. The return to these worn out, failed forms and ideals of the past strikes me as nothing so much as a failure of imagination."
Restando in ambito ex-Shadow Ring, Tim Goss, frontman e testierista, si propone nel 2010 con il suo progetto Call Back The Giants, spalleggiato dalla figlia. Immaginatevi una famiglia di un futuro medioevo che ritrova in qualche modo degli impolverati e arrugginiti macchinari sonori della nostra epoca, dai quali estraggono suoni primitivi ed esausti, sui cui talvolta trapiantano frammenti di vecchie canzoni dimenticate. In altri casi la voce di Gloss si avvicina a quella di un Mark E. Smith distorto, sfasato e straniante, talvolta incrociata con quella della figlia. Il risultato è vagamente disturbante e surreale e affonda l'ascoltatore in un immaginario subcosciente e oscuro.
Un gran bel lavoro incatalogabile.
Poi ho ascoltato Belus di Burzum. Non sono mai stato un fan del black metal, e devo confessare di non conoscere i suoi lavori precedenti, ma mi sto documentando. Data la fama del personaggio avevo certe aspettative sul suono, ma ai primi ascolti non mi risulta così estremo come mi immaginavo. Al momento non riesco ad esaltarmi anche se lo trovo simpatico, ma di sicuro c'è del vero in quello che racconta questo redattore di un blog greco tradotto in modo assurdo con il traduttore automatico di google. E' per questo che continuerò ad ascoltarlo, prima o poi il tesoro si rivelerà: "Per insaziabile 2010 ebbe fine, mangiare e anche se stesso. Il percorso di cannibali rondine amici, relazioni, persone care e compagno di vita. Nel clima di illegalità, ha cominciato a delusione proibito, la solitudine, la miseria e questo il senso della tradizione cazzo. E io, seduto in mezzo al caos che cercano invano di mettere le cose in ordine, l'ascolto giorno e notte la Belo. Non ci sediamo per analizzare come e perché l'ultimo album di Burzum è importante, almeno nel musical criteri oggettivi. Inoltre, io non sono nella posizione migliore. Su Internet si possono trovare migliaia Trve recensioni kvlt. Mi siedo, ma di dire perché questo album è importante per me. Mi ha accompagnato al bellissimo momenti la maggior parte dell'anno, ma aiutato dai più poveri. Egli ha mostrato che la solitudine è una possibilità, ma la solitudine è stato. Ma soprattutto mi ha fatto sentire come un bambino. Mi sono seduto ad ascoltare con attenzione i tempi, stampato e studiato i testi tradotti, ho notato che l'opera d'arte, i crediti, curati in ogni dettaglio possibile. Come ho fatto in precedenza in Disintegration, in Unknown Pleasures, il Reign In Blood, i velluti in primo luogo, l'OK Computer e The Sky's Gone Out.
Il Belo è un capolavoro. Anche se è uscito 10 anni prima o dopo la stessa cosa direi. Per questa sola ragione, è l'album delle Delizie danneggiato dell'anno." Post-relazione: sono passati un po' di giorni, e dopo aver ascoltato anche i sui dischi precedenti (in particolare ho trovato splendido Filosofem) posso concludere che mi è piaciuto assai. Quest'uomo aspira ad essere un classico e centra perfettamente l'obbiettivo. Belus è il suo disco più maturo e personale, dove espone la sua estetica con perfetto equilibrio. Una marcia in più rispetto alla concorrenza. 8.
Un tipo di ascolto completamente all'opposto di Burzum è Night Dolls With Hairspray di James Ferraro. Un assalto di musichette fastidiosissime tipo commercials anni '80 che ti perseguitano senza sosta appiccicate tra loro con uno spietato e grossolano copia e incolla. Il suono è saturo, settato su frequenze medie ammucchiate e confuse, come una tv che spara a tutto volume dalla stanza accanto che non ti lascia un attimo di tregua. Un lavoro che non dà adito ad un minimo di compiacimento (come invece fanno quasi tutti gli ipnagogici), ma che, anzi, produce un certo senso di nausea. Un punto fermo nella musica di questi anni.