Tour Vagabonde: FEM una sirada Straordinaria à Lügan!

25 anni fa a Friborgo, nasceva la Tour Vagabonde: un teatro elisabettiano inserito in una torre di 11 metri di altezza in grado di ospitare spettacoli e performance fino a 300 spettatori. Quest’anno, grazie a La Straordinaria, “un invito fuori dall’ordinario, per chiunque e tutto ciò che non è comune, Per vivere un atto di immaginazione inconsueto e collettivo e preparare nuovi orizzonti e possibilità da percorrere insieme…”, la torre è stata posata a Lugano. In questo periodo molto è stato fatto e proposto: cinema, musica e spettacoli che hanno coinvolto diverse fasce di popolazione ed eventi che forse, finalmente, hanno trovato in una situazione temporanea la loro ragione d’essere, raccogliendo intorno a se mai come prima l’interesse di semplici curiosi ed appassionati. Il Museo Balabiott con la sua arte contemporanea curata da Andrea Marioni, l’esibizione di artisti come Indianizer, Camilla Sparksss e Roy and the Devil’s Motorcycle, Holiday Inn, Raphael Loher, parrucchiere da strada colombiane (la coiffeur vagabonde), una ciclofficina, una yurta ad ospitare Radio Gwendalyn, l’Orlando Furioso di Roberto Mercadini, Leopardo, Pussywarmers ed Houstones. Chi più ne ha più ne metta. Una gran bella risposta a livello di pubblico, una gran bella occasione.
Stasera, venerdì 3 marzo, inizia il FEM, festival for exploratory music dalla durata di tre giorni con ospiti artisti come Francesco Giudici & Aline d’Auria, Twoonky, Peter Kernel, Roberto Pianca, Niton, Under Changeover, Perpetual Bridge, ROM,Vìz, Boodaman ed Extrawelt. Il workshop di Luca Congedo sull’arte del suono e l’esibizione speciale del Conservatorio della Svizzera Italiana.
Riesco ad organizzarmi uno spazio per non perdermi le esibizioni di venerdì, che vado a raccontarvi.
Parto da casa alternando Pankhurst su segnalazione di Marco Pecorari (prima del blocco della polizia che, piccata della mia risposta al perché sembrava non volessi fermarmi riferivo della poca chiarezza delle segnalazioni e minacciava di farmi un alcool test in una serata astemia) e Bob Vylan, dritta raccolta recentemente dal buon DJ Monnezza.
Poi, una volta entrati in questo micromondo, tutto si trasforma. Ambiente calmo, due piani circolari e la platea, aromi da dopocena e birra buona.
Aline d’Auria e Francesco Giudici si posizionano a synth e chitarra estraendone suoni continui e placidi in una prima fase, prima dell’uscita di scena di Aline (peccato, la coppia in evoluzioni su tasti e corde funzionava alla grande!) per dedicarsi unicamente ai video. Diventano onde sonore grosse in quantità che, riferite alla montagna proiettata alle loro spalle, come essa proiettano una falsa immobilità. C’è un blandire di western scevro da ogni riferimento terroso, solo un movimento che appare senza corpo, aria che tutto avviluppa girando su se stessa in correnti vorticose. Francesco si muove tra la nebbia proiettata tra battiti pulsanti e sirene. Poi un cambio di ritmo, si ritorna sulla immagini di We are all going homedi Aline ed il suono si fa notturno e metropolitano come un Michael Mann rallentato e flessuoso. Il primo set è già finito, boccata d’aria, nuova birra e via.
Twoonky iniziano ed è come se i Plone venissero assunti da Hanna e Barbera. Poi impugnano un sax e l’atmosfera si fa torrida e decadente. Viaggiano tra fermenti dub-reggae, chincaglierie funk e disco, aperture pop e toy music per un set sorprendente (si dice siano le entità dietro a Spettro Records ed in effetti l’apertura mentale ed artistica dimostrata potrebbe essere proprio il loro perché)! Un filo troppo lungo il set per i miei gusti ma ehi! Il pubblico balla quindi hanno ragione loro.
Chiudono la serata i Peter Kernel, lanciati in un set ritmico con ben 3 batterie, di cui due in galleria. 15 anni di storia alle spalle, oltre alle precedenti esperienza come Eva Kant ed I Love the Girl Who Loves Toko, oltre alla gestione di On The Camper Records, etichetta che in Ticino ed in Svizzera ha lasciato più di un segno, che clamorosamente vedo per la prima volta soltanto stasera.
Doppia voce, Barbara Lehnoff ed Aris Bassetti, basso e chitarra, più i tre batteristi, quadrati e precisi.
Brani che spaziano dai più classicamente in zona Gordon/Moore a sbraiti più selvatici, a tirate quasi motorik che colpiscono nel segno e danno l’impressione di percuotere la struttura, tanto che l’ambiente sembra essere un incrocio fra i video di Smells Like Teen Spirit ed Are You Gonna Go My Way. Il pubblico è cresciuto con loro e lo gestiscono al meglio, invitandolo a ballare sul palco ed a prendere parte ad una festa di randellate in cui rimanere fermo è un esercizio parecchio difficile. Difficile anche capire dove la coppia abbia pescato un brano o l’altro, quel che ci rimane è un momento di ballo, di seguito, di comunione.
Al termine della serata Nadia Peter e Marco Miladinovic, gli anfitrioni, giustamente lanciano la giornata successiva, mentre noi siamo già nella notte, forno Brumana, pizza e brioche al pistacchio.