Xiu Xiu – Ignore Grief (Polyvinyl, 2023)

Se ci avessero detto che questo disco degli Xiu Xiu è la colonna sonora per un nuovo film dell’orrore ci avremmo tranquillamente creduto e forse sarebbe stato meglio, viste le storie vere e grevi che ne hanno ispirato la composizione. Ma probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa. Ignore Grief nasce dai contatti che alcune persone vicine al gruppo hanno avuto con l’orrore autentico: un bambino indotto alla prostituzione dalla madre, una figlia rapita e uccisa, famiglie distrutte dall’alcool e dalle droghe, persone che si perdono nel labirinto delle sette o che si tolgono la vita dopo un’esistenza di sfruttamento sessuale. Angela Seo, Jamie Stewart e l’ex Devo David Kendrick cercano di regalare a queste persone, attraverso la musica, un’impossibile evasione, qualcosa che permetta, in qualche modo, di andare oltre. Ma è inevitabile che, guardando in un simile abisso, se ne venga di rimando guardati e anche i musicisti dovranno cercare di venire a patti con le emozioni che queste storie hanno suscitato in loro. Nasce così un album diviso fra brani che affrontano la cruda realtà e brani che cercano di drammatizzarla, esorcizzandola, con Stewart e Seo che si dividono equamente le parti vocali (quasi sempre recitate) di brani che oscillano fra industriale e classica contemporanea, ma dove il rumore, sempre presente, contribuisce a confondendo i confini di genere. L’ascoltatore che incontrerà il flusso di coscienza di The Real Chao Cha Cha Cha o il raggelante nichilismo di 666 Photos Of Nothing o che attraverserà i tunnel di rumore di Maybae Baeby e Border Factory si immergerà esso stesso nell’abisso di cui sopra, e non varranno i ritmi più movimentati di Esquerita, Little Richard e Brothel Creeper a rendere meno opprimente l’ascolto. Eppure, anche in un album nel quale non compare mai il minimo spiraglio di luce, i musicisti non si abbandona mai, nemmeno nei momenti più ostici, al mero espressionismo sonoro, e se c’è qualcosa di salvifico anche in questo nero assoluto, è l’empatia che attraversa tutto il disco: un filo sottile, ma che rappresenta il senso profondo del lavoro.
Ignore Grief rappresenta un unicum non solo nella discografia degli Xiu Xiu, ma in assoluto, perché si situa in quei territori al confine fra l’arte e la vita in cui i giudizi di valore hanno poco senso. Non starebbe a noi valutare, comunque. Possiamo ascoltare, quello sì, per conoscere, con la dovuta distanza, il male profondo. E che gli dei voglia non dover mai aver veramente bisogno delle cure di un disco come questo.