Tatum Rush – Estate, elegante umidità

Prendete un parte di Tom Jones, una di R Kelly, una di Pino d’Angio, una di Chilly Gonzales, shakerate. Aggiungete acqua di lago, San Diego, Ceri, il Brasile ed una musa di nome Nancy.

Voilà…Tatum Rush da anni sta portando avanti una sua personale via al pop, nel senso più noblie del termine. Quello sudato, da ballare con i capelli impomatati, cercando il collo del partner più prossimo. Dopo l’esordio Guru Child nel 2015 con Drink Alchemici nel 2020 recupera il cantato in italiano mettendo avanti più di un piede, in una scarpetta che sembra essere di cristallo. Qualche collaborazioni, con femminee cantanti (Laila al Habash e Nancy Deleuze finora) a dimostrare che gli incroci vocali più lascivi sono quelli super classici. L’immaginario è decadente ed antico ma sfido un giovane d’oggi a non cadere nelle trappole al miele del nostro. Nessuno credo sappia quanti anni abbia Tatum ma di sicuro pezzo dopo pezzo si sta costruendo un vestito per ogni occasione e per ogni generazione. Undamento è la saga (Frah Quintale con Bassi Maestro, 64 Bars you know), ma il suo torbido passato ci parla di un personaggio che può cavalcare diverse situazioni alla grandissima. Dopo aver assistito a qualche suo live show posso confermare di come la temperatura sia altissima, sempre e comunque, nei brani che rilascia nell’etere. Barbarella recupera stilemi tra il fantascientifico ed il soft porno, Spettri è seduzione in your face, Chimera la vita da studente, zaino Invicta, bottiglie di Lillet ed ormoni in buzza.

Omega, con Nancy riesce nel rendere ebbre le spire alchemiche del deserto, facendo all’amore sui sedili di una jeep.

4 pezzi, un EP per chiarire che nel ring più glamour del pop Tatum c’è per rimanere. Poi, con calma, un pezzo dopo l’atro costruisce quanto servirà ad un lavoro più lungo. Rosé, con la già citata Laila Al Habash, ospita una chitarrina da domenica mattina, e gli intrecci delle due voce sono panna sopra le fragole, glicemia che non possiamo negarci.

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Ed è il 2021, Luna Nera entra sincopata in pelle nera e Too Late si limita ad aggiornare gli stereotipi più funzionali (sapore di sale / quello rosa di Himalaya), che tanto basta.

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Cosa aspettarci da un 2022 per il quale il nostro sta preparando il suo secondo album? Ancora non abbiamo notizie a riguardo, ma ascoltando i singoli che dovranno precederlo, siamo certi di poter seguire un percorso già ben delineato, libero ed aperto come un volo a braccia spalancate ma lo sguardo fisso sull’obbiettivo. Potremmo quindi trovarci sotto il Pao de Azucar alla ricerca di Valentina, musa (o musica) sfuggente e calda, oppure in un party decadente a fare di uno Sparring Partner della sua baby.

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Quel che sembra fradicia cultura pop è in realtà un gioco di specchi il cui Tatum si sottrae a facili entusiasmi, spingendoci a scavare per trovarne il succo. A differenza di molta della recente produzione pop qui il personaggio è perfettamente in equilibrio tra l’essere credibile e l’appigliarsi fra riferimenti trasversali che però rimangono sullo sfondo, trasfigurate da un movimento, un accento, una melodia che non torna ma che è perfettamente a fuoco per quel che deve essere, la versione di Tatum della storia del pop. Consideriamo poi la casa che ospita il percorso di Tatum, quell’Undamento che, con Coez, Dutch Nazari, Ceri, Layla Al Habash e Frah Quintale ha caratterizzato molto di quel mondo a cavallo fra il pop più radiofonico e l’Hip-Hop più commestibile, con un mettere in mostra i propri sentimenti senza remore, causando repulsione od amore nel pubblico e nella stampa. Dai nomi citati però Tatum differisce, avendo costruito un’immagine che va oltre, in una grandeur che è possibile sostenere solo spingendo a fondo sull’accelleratore. Ci appare chiaro è come tutto questo sia un gioco: colorato, lucido, confuso, tronco. Quasi un gangsta della felicità che ci lascia sgomenti, fino al momento in cui decidiamo di abbassare barriere e pudori, semplicemente godendone a fondo. Sono brani, che ci capitano nella testa senza una funzione ne una selezione precisa, ma che ci spingono verso il delinearsi di un disegno più grande. Forse il passo più difficile, il saper arrivare ad un lavoro lungo “adulto” ed aperto nel rapportarsi fra le diverse generazioni di fruitori. Sappiamo per certo che le capacità ci sono, le ottiche sono quelle più ampie possibile e prospettano una possibilità di irresistibile inclusione.

Ho iniziato a pensare a questo articolo qualche mese fa, per poter dare un piccolo ritratto fuori dal tempo del nostro ma poi…che dire? Arriva l’estate, è arrivata la nottata più calda di sempre in Svizzera, si suda soltanto pensando di muovere un dito e quindi il convogliare in maniera più elegante i rigagnoli di sudore sembrava essere l’azione in souplesse, è il tempo di Tatum.

Ne conosciamo le capacità, il fascino, lo stile, il sapersi contornare senza paura di spettacolari ballerini. Non vorremmo nemmeno saperne troppo, solo attendere a braccia aperte quanto arriverà, bicchiere in mano e glutei guizzanti pronti a scattare.

Lasciate scendere le vergogne, cercatelo ovunque, cantatelo e ballatelo, ringrazierete poi…