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Drink To Me/Edible Woman – Split 7” (Smartz, 2009)

Smartz, etichetta canavesana da anni coinvolta in produzioni hardcore e d.i.y. (C.O.V., Distruzione, Arturo, Belli Cosi, Kafka, tra gli altri), da qualche tempo a questa parte pare tendere ad un ventaglio di produzioni sempre più eterogeneo (vedi tra le ultime cose: Treni All’Alba, Bob Corn, X-Mary, Red Worms’ Farm). L’uscita n. 45 del catalogo oltre a confermare in pieno questa tendenza, contiene in se un’altra novità: è la prima produzione targata completamente Smartz, ovvero che non si avvale del circuito d.i.y. ma presenta sulla copertina del 7” esclusivamente il proprio logo, quello dell’omino che si ciba del suo stesso cervello. Detto questo, la scelta di abbinare gli eporediesi Drink To Me ai fanesi Edible Woman appare azzeccata, entrambi i brani, pur con le dovute differenze, sono tenuti in piedi dalle tastiere, più psichedelico e carico il primo e più tendente al groove e minimale il secondo, ma in generale si possono trovare dei tratti comuni e l’insieme delle due entità sullo stesso pezzo di vinile ha decisamente il suo senso.

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Menace Ruine – Cult Of The Ruins (Alien8, 2008)

Il rock non è ancora deceduto. Forse non gode di ottima salute, forse è destinato a diventare lingua morta, universitaria, elitaria, da disquisire negli atenei e nelle logge massoniche, ma oggi non è ancora il triste momento. Questo duo canadese è senza ombra di dubbio la cosa più interessante ascoltata nel duemilaotto e difficilmente superabile entro breve termine. Non è harsh, non è black e nemmeno shoegazer: i Menace Ruine sono il riuscito punto d'incontro tra il rumorismo più bianco e l'epica drammaticità del nero metallo. E, tra l'altro, con un enorme spettro di potenzialità davanti a sé: non ci troviamo di fronte al punto di non ritorno di Scum nè comunque dinnanzi a qualcosa di insuperarabile.

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Spraydog – Karate Summer Camp (Ferric Mordant, 2007)

Nostalgici amanti dell'indierock anni '90 fatevi sotto… questo disco fa per voi. Gli Spraydog sono rimasti ancora quello che erano anni fa quando Sodapop era giovane (vedere qui); questi inglesi dalla insosopettabile seconda vita di rockers hanno continuato a scrivere senza sosta le loro gradevoli canzonette con sottofondo di chitarre abrasive (al punto giusto, si intende), arrivando indenni alla grande truffa del myspace/indie/major. E adesso continuano a suonare la loro musica preferita senza farsi troppi problemi… E come dargli torto?

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Vanessa Van Basten – La Stanza Di Swedenborg (Eibon, 2006)

Uno dei gruppi genovesi più "chiaccherati" del momento? Non saprei, non abitando neppure nella Superba dura valutarne la fama in "patria", ma senza dubbio dei Vanessa Van Basten di recente ho sentito parlare in toni entusiastici parecchie persone e soprattutto molti cosidetti "addetti al settore". Incuriosito dal nome (e non saprei neanche dire se perché mi piaccia o no) ero andato sul loro sito myspace ed ero rimasto piacevolmente colpito dai pezzi. La settimana scorsa, visto il cd nella distribuzione Shove, me lo sono comprato.

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