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M.B. – I.B.M. (Final Muzik, 2012)

Continuano le ristampe della serie Final Muzik Eighties e per la terza uscita arriva in catalogo addirittura Maurizio Bianchi con una cassetta del 1980 inizialmente uscita come edizione privata e ben presto circolata in varie forme più o meno ufficiali fino ai giorni nostri: il CDr stampato professionalmente rende di nuovo disponibile questa ora di puro delirio sonoro. I.B.M. già dal titolo lascia spazio a suggestioni di natura tecnologica e infatti i due brani, che corrispondono poi ai due lati della care vecchie C60, sono intrisi di suoni vicini a un’ottica sci-fi riletta però alla maniera del nostro.

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Enrico Ruggeri/Elio Rosolino Cassarà – Musteri Hinna Föllnu Steina (Neverlab Avant, 2012)

Enrico Ruggeri (non quell’Enrico Ruggeri…) suonava negli Hogwash, uno dei tanti gruppi comparsi sull’incredibile serie PO Box 52 della Wallace, una compilation il cui valore artistico, col passare del tempo, sembra accrescersi anziché scemare: qualche progetto è ancora attivo, molti dei musicisti presenti hanno invece sviluppato percorsi nuovi, a volte molto lontani dalle coordinate di partenza. Ruggeri è fra questi, e Musteri Hinna Föllnu Steina, composto in collaborazione con Elio Rosolino Cassarà è qui a dimostrarlo.

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Cris X: l’eminenza grigia dei Lendormin prende il largo in solo

Neanche troppi anni fa c’erano i Lendormin: a me era capitato di incontrarli nella serie P.O. Box della Wallace con cui Mirko Spino aveva messo insieme alcuni dei migliori demo che gli erano arrivati nella casella postale. A dimostrazione del buon fiuto di Spino, fra i nomi di quei CD si incontravano Claudio Rocchetti, Sedia, Taras Bul’ba e appunto i Lendormin, in cui Cris aveva un ruolo importante. Si trattava di un gruppo piuttosto anomalo, una specie di collettivo aperto, fra sperimentazione, musica free e pura essenza freak, che produsse una pletora di CD, CD-R, collaborazioni (ad esempio quella con il romano DBPIT) e tracce isolate su raccolte. Poi succede che, come in molte storie, ognuno prenda la propria strada e Cristiano Luciani diventi quel Cris X che, nel giro di tre anni, ci ha regalato due split su vinile con Maurizio BianchiMerzbow e diverse collaborazioni con Keiko Higuchi, Sachiko ed infine KK Null (che già aveva incrociato le manopole del mixer con Deison per un disco splendido).

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Paolo Cantù: soltanto io, da solo.

Paolo Cantù si è fatto le ossa in seminali gruppi dell’industrial italiano all’inizio degli anni ’80, ha suonato la chitarra nella primissima formazione degli Afterhours, è stato parte di un gruppo fondamentale per la musica sperimentale come A Short Apnea, ha militato in Six Minute War Madness, Uncode Duello, EAReNOW e in un’infinità di altri progetti, di cui ci siamo spesso occupati. Chiusi tutti i precedenti capitoli, quest’anno la sua storia è ripartita con un nuovo nome, Makhno, e un album, registrato in quasi completa solitudine, che è da annoverare fra le cose migliori uscite nel 2012: Silo Thinking è un’opera intensa e complessa, diretta ma non facile da circoscrivere in tutte le sue molteplici diramazioni. Abbiamo voluto saperne di più e, già che c’eravamo, ne abbiamo approfittato per ripercorrere le tappe della sua carriera.

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