NOFest! 2010 – 18-20/06/10 Spazio 211 (Torino)

Se c'era un festival italiano che quest'anno, anche solo sulla carta, meritava di essere visto, era sicuramente la seconda edizione del No Fest! di Torino, a causa di un'affinità tanto involontaria quanto gradita con questa webzine: basta scorrere i nomi in cartellone per vedere quanti di loro abbiano trovato spazio su queste pagine. Una selezione di gruppi italiani che per una volta non si rivela castrante grazie a una scelta che pesca in vari ambiti senza scadere in un inutile eclettismo. Così, in cerca di conferme, verifiche e curiosi di nuove scoperte, la Sodapop crew cala su Torino in discreto numero.

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Lento – Earthen (Supernaturalcat, 2007)

Giusto pochi giorni fa, notavo su una rivista specializzata che finalmente qualcuno si è deciso a raccogliere in un unico cofanetto l'opera omnia dei Karma To Burn, terzetto della West Virginia, a mio giudizio tra le più sottovalutate band della storia. Ricordo ancora il mio stupore, al Continental di New York, nel 1998, quando mi accorsi che i Karma si sarebbbero esibiti senza cantante. L'unico legame che unisce Lento e K.T.B è infatti l'essere band pesantissime e totalmente strumentali. Musicalmente sarebbero affini, almeno nell'approccio muscolare come nell'ispirazione assolutamente metal, per il resto, devo ammettere che il tessuto e la fibra dei Lento è di gran lunga più interessante e profonda rispetto a quelli dei compianti americani.

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Ufomammut & Lento – Supernaturals Record One (Supernaturalcat, 2007)

Ritornano carichi pesanti e carichi liquidi: una metafora da broker navale che ben sintetizza questo felicissimo connubio. E ancora una volta, la soddisfazione più grande resta quella di sentire uno splendido prodotto, di grandissima tradizione americana, suonato da una band nostrana (addirittura piemontese). Ma non credo di essere il primo (e nemmeno l’ultimo) ad associare il nebbioso nord alla frontiera torrida e sognante: questo accostamento infatti, è forse l’idea più originale ed affascinante dell’intero Texas di Fausto Paravidino. Per il progetto Supernaturals mi vengono in mente le parole di Steve Von Till a proposito del loro approccio alla costruzione dei pezzi: "non è rock, non parte da un riff. Non ha una genesi lineare, non procede per accumulo, selezione e sintesi. Tutto nasce insieme e il flusso viene poi modellato".

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