Vanessa Van Basten – Psygnosis EP (Consouling Sounds, 2008)

Questo forse è uno dei pochi gruppi genovesi che oltre ai Port Royal e ai Banshee negli ultimi tempi ha destato un po’ di interesse al di fuori della Liguria (vi sta sul cazzo questa frase eh?… ah, ah!), ad ogni modo eccoli di ritorno dopo due anni o poco meno dall’uscita del loro primo full-length: il loro lungo disco d’esordio si intitolava La Stanza Di Swedemborg e anche sentito di recente mi ha fatto pensare che per quanto si muova su un binario spesso trito e ritrito lo fa davvero bene: ben prodotto, ben suonato, ben organizzato, ben arrangiato e soprattutto per nulla "americano pure io" mal fatto… semmai il contrario.

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Stalker – S/T (Produzionisante, 2008)

"Felicità per tutti, libertà, nessuno se ne andrà insoddisfatto!" Sardonicamente si chiude così il capolavoro assoluto dei fratelli Strugatsky che, nei primi anni settanta, vergarono con Stalker il romanzo di fantascienza più metafisico e allegorico del secolo passato. Coordinate molto più fredde e lucide rispetto a quelle di P.K. Dick, ma non per questo da sottovalutare. Il disco d'esordio del quintetto genovese ripercorre perfettamente lo spirito e la potenza visiva dei fratelli di Leningrado. Metal ossessivo, psichedelico, talvolta gassoso: una gigantesca mole ferrosa che emerge dalla nebbia, vestigia incomprensibile di chi ha anticipato. Isis e Neurosis non possono essere esonerati come riferimento, ma gli Stalker vanno ben oltre.

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lite

Lite – Phantasia (Transduction, 2008)

Prima una precisazione dovuta, visto che a questo punto, dopo aver ascoltato almeno tre uscite della Transduction, ho iniziato a pensare seriamente che sia una delle poche etichette ad occuparsi di math/post-rock con una scuderia veramente interessante, quindi se amate il genere vi consiglierei di dare un orecchio al loro catalogo. Etichetta irlandese e gruppo giapponese, che per la Transduction non è per neppure una cosa inedita dato che aveva già stampato quel bel dischetto Mikabe degli Z (che per altro erano i There Is A Light That Never Goes Out).

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Full Effect – Reconcilement – At The Present, A Sweet Lullaby (Noisecult, 2006)

Il disco dei Full Effect, non privo di qualche dissonanza qua e là, prende il via dall'emo-core più fisico, quello che sì è emo-core, ma che è suonato con i muscoli e tirando fino allo sfinimento. Purtroppo fra gli effetti collaterali della cultura post-Mtv c’è anche quello di aver appiattito il concetto attorno a gruppi "pseudo pop" col distorsore in tinta con i pantaloni attillati e troppo spesso è facile dimenticare che ci sono stati tempi in cui gruppi come Rorschach, Downcast, Citizen Arrest pur pestando a dovere bazzicavano un pubblico affine, ma non per questo si risparmiavano una bella quantità di overdrive a chiodo (ed in tempi recenti che dire di un monumento come gli Orchid?).

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