Vanessa Van Basten – Psygnosis EP (Consouling Sounds, 2008)

Questo forse è uno dei pochi gruppi genovesi che oltre ai Port Royal e ai Banshee negli ultimi tempi ha destato un po’ di interesse al di fuori della Liguria (vi sta sul cazzo questa frase eh?… ah, ah!), ad ogni modo eccoli di ritorno dopo due anni o poco meno dall’uscita del loro primo full-length: il loro lungo disco d’esordio si intitolava La Stanza Di Swedemborg e anche sentito di recente mi ha fatto pensare che per quanto si muova su un binario spesso trito e ritrito lo fa davvero bene: ben prodotto, ben suonato, ben organizzato, ben arrangiato e soprattutto per nulla “americano pure io” mal fatto… semmai il contrario. Se mai aveste avuto dei dubbi, questo EP è un’ulteriore conferma del fatto che i Vanessa Van Basten siano un gran bel gruppo che scrive pezzi e li produce con una minuzia di particolari degna di un certosino. Due tracce che continuano a rimanere fra Jesu, Isis, Katatonia, Mogwai e Cocteau Twins (o 4AD in genere) se servono delle credenziali, se invece servono delle coordinate, il disco sta fra il metal progredito (e non progressivo, anche se un po’ ci sta pure), quello melodico, il post-rock ed un po’ di shoe-gaze. L’unica sostanziale differenza rispetto al passato è la presenza di un batterista in carne ed ossa al posto del fratello minore del batterista dei Big Black, non che la cosa abbia stravolto il suono del gruppo, ma qualche piccola differenza tutto sommato c’è. In queste due lunghe tracce i Van Basten si lasciano alla melodia ed alle distorsioni, poi chitarre acustiche, piano, sintetizzatori e aperture quasi wave che disegnano due quadri quasi aulici anche se non privi di qualche venatura cupa. Diciamo che, anche se l’affermazione va un po’ presa con le molle, il gruppo sembra sempre di più un gruppo 4AD con tanto di distorsione e di background metal.