Ecco una super band, infatti mette assieme Roberto Rizzo dei R.U.N.I., Chet Martino (Pin Pin Sugar, Ronin) e Andrè Arraiz-Rivas che a quanto pare ha registrato con varie formazioni sia quando abitava in Canada che quando è tornato “in the land of pizza”. Il suono di Rizzo pesa enormemente sul risultato globale del trio, quindi il riferimento più ovvio che si può fare è proprio quello che rimanda ai Runi, ma sbrogliare “l’affair” in questo modo sarebbe anche troppo semplicistico. La sezione ritmica formata da Martino e Arraiz-Rivas spesso si muove su linee apprantemente semplici e molto quadrate su cui Rizzo usa le tastiere in modo ritmico ma allo stesso tempo pratica dei ghirigori quasi-prog, o che per lo più rimandano a degli Yes impallati di disco Settanta-Ottanta e che sono entrati dentro ad un cartone animato.
Ecco il punto, i Quasiviri sono i più degni rappresentanti di una musica che sta a metà fra Pacman, della prog con del senso dell’ironia (quasi un contraddizione in termini, vero?) e del rock figlio di Trans Am, musica tetesca, e punk. Grafica superlusso in cui i collage fra arte classica e rielaborazioni alla Winston Smith ci consegnano l’immagine di gente che ha fatto dell’ironia un vero e proprio ariete (e se non vi bastano titoli come Superlando, Paradisco Inferno e Italia Forza, considerate che i testi vanno di conseguenza). Un gruppo a più voci visto che cantano un po’ tutti e lo fanno usando i cori ed ottenendo uno splendido effetto folk-coro a tappeto che avrete sentito in molti gruppi indie, il tutto servito su delle basi che sono ancora più strampalate. Il disco, oltre ad essere suonato con una perizia tecnica che visti i band members era lecito aspettarsi, è decisamente impostato su dell’ironia-intelligente ed è per questo che per l’ennesima volta mi trovo a pensare: “ma perché in un paese della minchia, dove Elio e Bugo arrivano in classifica (e credo che se lo meritino, soprattutto il primo), loro vendono solo la tiratura di un disco se hanno la fortuna di avere il vento in poppa?”. Dato che nessuno di voi può rispondermi nell’immediato, mi risponderò da solo (che così mi sentirò capito): bastano delle lunghe parti strumentali a giutstificare una così grande disparità di vendite? Il problema sta mica nel fatto che si tratti di musica che pur sembrando cazzona non lo è e quindi è difficile mettere assieme tecnica-scrittura ed ironia? Quindi Devo sì, ma Don Caballero ironici no? Oppure Elio sì, ma Area con una risata stampata in volto no? La cosa triste è che in realtà, come per i Runi ,il problema è un altro e cioè che si tratta di ironia e di musica quel tanto intelligente che basta per squalificarli dai grandi giri e per renderli indegesti pure al ragazzino da circuito indie-punk che “sì gli X-Mary mi fanno ammazzare dal ridere” (senza nulla togliere ai lombardi che fanno ride tambièn), ma loro: “minchia ma sono complicati”. E dulcis in fundo, chi non si è mai sentito Quasiviro una volta nella vita? Un po’ come quella volta che vi siete sentiti Quasihomo e spaventandovi vi siete rifugiati in un’omofobia che vi ha segato le gambe.