Puah – Due Acca Hho (Autoprodotto, 2024)

Verosimilmente il tocco non si perde. Alessandro Pagani, l’uomo dietro Puah, stava nei fiorentini Valvola, gente col ritmo nel sangue. Qui in Tra le tue corde svisa che è un piacere, in una sorta di messa beat strumentale.
Quando poi inizia a cantare c’è il pop, la malinconia, la bassa fedeltà, in una cartolina che colpisce ed affascina. Recentemente ho ascoltato anche il disco di Infesta, progetto in solo di Marco Guglielmetti degli Amiata, del quale mi sembra attinente a sensibilità, pur essendo qui il tessuto più apertamente acustico. Un altro nome che mi viene in mente, per il timbro vocale è Bugo, cantautore che in passato ha gestito splendidamente il passaggio e l’eterno gioco fra acustico e digitale. Le canzoni vanno giù come caramelline e ci si ritrova a canticchiarle già dopo i primi ascolti. Each is One è pura disco sci-fi da sturbo, come Daft Punk ed il Dr. Phibes nelle cantine fiorentine! Di t’amero’ tra tamerici non vorrei dire nulla, basta ascoltarla per percepirne la grandezza, la malia che ti avvolge ed il piacere di soccomberne felici. Echi cameriniani, slanci melodici, theremin in un mattino mentre arriva la pioggia come in Noe’.
Si chiude con tutti bravi: non saprei, Puah di sicuro, nonostante una delle copertine più brutte viste di recente, ci è garbato molto!