Tutti sanno usare almeno un pochino Photoshop. Almeno da profani. Scriverei solo una similitudine per descrivere le sensazioni che Do You Burn? mi ha suscitato: è come mettere il giusto contrasto a un’immagine. L’immagine è lì, ma solo contrastandola al punto giusto amplifichi la sua bellezza,come minimo, la migliori, fai risaltare i colori, i piccoli particolari che prima non vedevi o non erano abbastanza a fuoco. Spero di non sollevare un coro schernente di grafici o comunque gente del mestiere. La voce di Annie Lewandoski, membro del progetto The Curtains e amica di gente tipo John Dieterich (uno dei Deerhoof) con cui ha registrato questo picolo gioiello, ha lo stesso effetto. Contrasta in maniera eccellente qualsiasi suono venga proposto alle orecchie: leggere vibrazioni di corde pizzicate che ricordano una ballata romantica da carillon quasi da caricare – Red Can Of Paint -, arpeggi lenti per chitarra e quel sembra un sintetizzatore – All Along The Enves -, pianoforte e battiti di mani – Under Awnings -, complessi giochi dissonanti ed accattivanti come alcuni pezzi dei Joan Of Arc – Out On The Water, Fellow -, la sola voce di Annie rifratta e ripetuta come in un caleidoscopio ad esaltare le pause di silenzio che sembra più silenzioso e profondo del normale. Questa che è la terza produzione del progetto Powerdove, seguente ad un EP dove la Lewandowski si presentava da sola e a un album uscito tre anni fa con gli attuali altri due membri alle percussioni e basso, è un lavoro che pare un ottimo esercizio di stile, di quelli in cui i talenti veri si cimentano per dar prova della loro bravura. Se è così, obiettivo centratissimo, se invece, come parrebbe dalle informazioni in mio possesso (linguaggione da superspia che neanche dalla penna di Fleming), le 13 tracce sono il frutto di tempo libero tra una data e l’altra di un tour, beh, un ulteriore ‘Chapeau!’ (da urlare anche alla Africantape che sforna roba bella di gente in gamba tipo Papier Tigre, Ventura, Aucan e Three Second Kiss).