Esordisce questa sera l’associazione veronese Morse, recentemente costituitasi e che si dedicherà, come appare evidente dal programma finora annunciato, alle musiche meno convenzionali , suoni che poco concedono ai gusti della maggioranza del pubblico trovando, forse anche per questo, poco spazio, non solo nella città scaligera. Maestri di cerimonia sono Lorenzo Senni, boss della Presto!? Records e con l’ultimo album licenziato dalla prestigiosa Edition Mego e Von Tesla, fresco d’esordio su Boring Machines dopo aver messo in pausa il precedente alias Be Invisible Now!: si annuncia una serata di elettronica totalmente laptop free.
A rivelare lo stile con cui la neonata associazione intende portare avanti le proprie iniziative è la scelta della location, su cui è indispensabile spendere alcune parole. Santa Maria In Chiavica è una graziosa chiesa del XV secolo perfettamente inserita nel tessuto urbano del centro storico di Verona: varcato il portale sobrio, a due passi dalle arche scaligere, ci appare un piccolo gioiello di architettura rinascimentale a tre navate, con volta a botte e affreschi a temi geometrici e floreali restaurati di recente e dotato di un’acustica più che buona. Restituire a luoghi simili una funzione, renderli visitabili, animarli nel contrasto fra antico e contemporaneo è già di per sé cosa meritoria e una possibilità troppo poco sfruttata nel nostro paese, senza trascurare il fatto che assistere a uno spettacolo in un luogo ricco di storia e di cultura, pensato con una funzione differente ma comunque orientata all’ascolto, ben dispone verso lo stesso. Il sovralzo su cui è posto l’altare fa da palco naturale, mentre nella navata sono sistemate le sedie, un centinaio, su cui prende posto un pubblico vario e attento, evidentemente qui per la musica. Con non più di una decina di minuti di ritardo sull’orario annunciato parte Von Tesla, nascosto dietro ai macchinari analogici e immerso in una luce blu che dissimula una clamorosa camicia stile Seattle ‘91. In linea con quanto sentito sul recente Raised From Clear Acid propone un set molto vario, che procede a ritmo lento fra cupezze ambientali e ritmiche quasi dub, alternando sfondi melodici e crescendo rumoristi e tagliando il tutto con suoni lancinanti che potrebbero ricordare l’audio chirurgia di del duo Brasini/Maggiore, guarda caso anche quello uscito per Boring Machines. Mezz’ora di ascolto non pacificato ma assai piacevole per gli amanti di queste sonorità. C’è un quarto d’ora di pausa fra la prima e la seconda esibizione, il tempo per una boccata d’aria, una sigaretta o per gustare un bicchiere di vino ed è il momento di Lorenzo Senni. Il suo approccio è ancora più radicale di quello di Von Tesla: musica sospesa fra techno astratta e IDM, suonata live con perizia davvero notevole. Nelle partiture intricatissime sembra di ascoltare echi di una formazione classica, ma rivista attraverso i modi e gli schemi di un’elettronica analogica che trasfigura tutto, come nel primo brano, un’ipotesi di techno cameristica perfettamente riuscita. Poi si procede fra melodie arpeggiate, sequenze di suono reiterate e beat sintetici mai troppo chiassosi, che disegnano una specie di dance music bloccata, impossibile da ballare, nonostante le mosse del musicista, posseduto dalla sua stessa musica, sembrino suggerire il contrario. Per chi non è troppo avvezzo al genere (mi conto anch’io) la parte centrale dell’esibizione è piuttosto impegnativa, tanto che qualcuno si alza per prendersi una pausa, ma si è ampiamente ripagati da una chiusura in crescendo, con una melodia non scontata eppure accattivante che riempie l’ambiente e sembra risuonare ancora a lungo dopo la fine del concerto. Un gran finale che suggella una serata davvero riuscita, all’insegna della; che sia di buon auspicio per i prossimi appuntamenti: l’enfant prodige Furtherset, l’affermato Theo Teardo e il fantomatico Mai Mai Mai.