Zac Nelson lo avevamo conosciuto come eclettico musicista pop in un bel disco uscito su Second Family un paio di anni fa; oggi lo ritroviamo in tutt’altra veste in questa interessante collaborazione con Francesco Giannico, che abbiamo già incontrato quest’anno in occasione dell’uscita del suo album solista. Senza rinunciare alle rispettive peculiarità i due danno vita a un album dove l’ambient incontra il suono live di una batteria, con risultati davvero sorprendenti.
L’abbinamento è decisamente originale e di primo acchito non facile: alle coltri di suono di una chitarra trasfigurata dagli effetti si sovrappongono le evoluzioni di un batterista che sembra volersi sgranchire le membra e invade piano piano tutti gli spazi. È tuttavia solo questione di entrare in sintonia con la materia e già verso la metà del brano questo sdoppiamento regala sensazioni assai piacevoli e nient’affatto scontate, che si prolungheranno per tutto il disco. Les Nomades Paysages ha tre soli brani, ma piuttosto lunghi e vari, con momenti di placida quiete alternati ad altri più ritmati, ma sempre con un tocco raffinato, senza eccessi. Summa dell’intero lavoro è la splendida La Race Des Loups, dove il suono corposo di chitarra incontra campioni di voci prima celestiali e poi ritmate, sfumando in passaggi ambient sporcati di rumore, mentre una batteria dinamica appare e scompare, guadagnandosi la ribalta sul finale. Nella continua mutevolezza di momenti di accordo e dissonanza emerge la dualità che anima questo disco: potete interpretarla come l’incontro – scontro fra razionalità e istinto o come il rapporto fra anima e corpo, quello che è certo è che vi condurrà in un viaggio non puramente mentale e proprio per questo pienamente appagante.