Actionmen – Ramadama (Inconsapevole/Autunno Dischi/BellsOn, 2013)

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Incidere un album doppio di musica hardcore è decisamente un azzardo. In pochi, nel corso della storia, sono riusciti nel difficile compito di non rompere il cazzo (Husker Du, Minutemen e qualche altro che adesso non ricordo). E anche se gli Actionmen sembrano proprio dei bravi ragazzi… diciamo solo che non sono né gli Huskers, né Minutemen né quei pochi altri che adesso non mi sovvengono (forse perché probabilmente non esistono).  Detto questo, a parte la difficoltà iniziale di buttarsi nell’ascolto di Ramadama (22 pezzi 22 e neppure da un minuto ciascuno), questo nuovo parto della band di Ravenna non è poi così male. Solo che è estenuante. O almeno così mi è parso ascoltandolo. Cos’è che si diceva di un triplone come Sandinista! dei Clash? Se non sbaglio era tipo che: se Strummer e soci avessero fatto un doppio riunendo le canzoni migliori invece di sfornare tre dischi e 36 pezzi avrebbero inciso un capolavoro assoluto. Bè, il problema è che Sandinista! è un capolavoro assoluto a tutti gli effetti. Anche con 36 brani (e pure lunghi). Tornando invece a Ramadama, e fatte tutte le dovute precisazioni del caso, non sono neppure la quantità e la varietà di stili a lasciarmi un po’ interdetto: la verità è che in questi ventidue brani non ho trovato né un capo né una coda. Dentro c’è un po’ di tutto, e va bene. Ma fino a un certo punto. Si parte belli zuzzurelloni con l’hardcore melodico di Agamennone (i titoli a cazzo sono un’idea divertente però, devo ammetterlo) e si finisce nel reggae dub arabeggiante di Salamm (poteva essere altrimenti, con un titolo del genere?). In mezzo c’è proprio di tutto, compresi pezzi molto interessanti come Mirco E Frocele, Kebab, Cantante Dei Korn e Murgia (forse quelli più fedeli al canone hc melodico) e poi svisate indie-rock (Jack McQuack), musiche spagnoleggianti cantante, appunto, in spagnolo (Mugna Latin), pop allo stato puro (Demetrio), percussioni-spinte alla brasiliana (Mugna II), chitarre funky, ritmi, ritmi dispari, post-hc, punk-funk e qualche accenno di liriche in italiano. Che dire: un groviglio di suoni e suggestioni diverse ma spesso incompatibili. Tanto che alla traccia numero tre compare persino la cover di Freddie Mercury Living On My Own, che è pure divertente, per carità… ma perché? Insomma Ramadama è un disco coraggioso, anche un po’ diverso dal solito, se vogliamo essere sinceri fino in fondo. Però – personalmente – l’ho un po’ subito. E forse non l’ho manco capito per davvero. Gli Actionmen, poi, han tutta l’aria di essere un gruppo che si diverte a suonare quello che fa e quindi, “Chi sono io per giudicare questa band?”