Vi ricordate dov’eravate 20 anni fa? Io faccio piuttosto fatica, lo ammetto, devo scartabellare i miei passati Curricula per ritrovarmi tra il mio primo impego post-apprendistato come serigrafo ed il mio periodo di manovalanza nella ditta di costruzioni di mio zio. Poco lontano però, nelle valli del locarnese, si accendevano casse e spie di alcuni sevatici musicisti, quegli stessi musicisti (o almento due dei tre di allora e di oggi) che oggi sono con me a rievocare ed analizzare venti lunghi anni di carriera musicale e produttiva. Insomnia Isterica e L’è Tütt folklor Records, Attila e Giulio i nostri interlocutori. Invio loro le domande via messenger mentre loro mi rispondono dall’auto con la quale si stanno recando al LIXIVIAT Festival al GRRRND ZERO di Lione per assistere ad una due giorni con Blockheads, Massgrav, Civilian Thrower, Convulsions, Eastwood, E.P.M.D, Chiens, Yacopsae, Warfuck, Hordur, Deletär, Ape UnitWhoresnation, One Snop, the Afternoon Gentlemen e Lovgun. Cose sulla carte pesantucce, lontane dal mio universo musicale ma più che adatte ad accogliere la nostra coppia. Noi di Sodapop siamo ovviamente lieti di poterli svagare durante il loro viaggio fra le alpi svizzere, tra tornanti, bestemmie e voli pindarici.
L’intervista è stata editata per riuscire a renderla leggibile, anche se, ve lo dico come onestà, come audiolibro è assolutamente rinfrancante e godibilissima, tanto che potrei pensare di tenermela di picchetto in auto per gli assolati viaggi estivi.
Attila e Giulio : Ciao Vasco, volevamo fare il Sempione ma gli amici italiani non ce l’hanno permesso e stiamo finendo sulla Nufenen, giramento di balle…siamo in ritardo sulla tabella di marcia ma ce la faremo, iniziamo dunque a rispondere alle tue bellissime domande.
Sodapop: 2003. Tre ticinesi in corsa per Miss Svizzera, l’estate della canicola, esce Human Zoo dei Gotthard, il Locarno arriva quinto in Prima Lega, escono album come Mass Destruction dei Curse of the Golden Vampires, Goremageddon degli Aborted ed Altered States of America degli Agoraphobic Nosebleed. Ah, fu l’ultima estate prima della piaga del Moon and Stars. Cosa succede per voi in quel periodo?
Giulio: Non ci ricordiamo nulla di quello da te citato, non ce ne fregava un cazzo!
Attila: Io mi ricordo solo di Miss Svizzera e della canicola! E delle birre!
Giulio: Le birre…abbiamo iniziato in realtà l’8 marzo, festa della donna e compleanno di mia mamma. Sono arrivato a casa in uno stato veramente pietoso, mia mamma faceva i 40 anni ed adesso mi sento male a ricordarmelo così però!
Attila: Come ha detto Giulio, come le ticinesi in finale di Miss Svizzera c’erano tre vallerani che si sono trovati l’8 marzo 2003 a bere un paio di birre, decidendo poi di formare un band! In maniera molto spontanea ed in realtà scellerata, perché non sapevamo quello che stavamo facendo…la terza persona oltre a Giulio ed al sottoscritto era il Vecio Elia Gamboni e quindi bisogna pensare a tre vallerani, uno dell’Onsernone e due delle Centovalli, un punk con la cresta, un redskin che di comunismo ne sapeva poco ma cosi diceva di essere ed un metallaro. Alla fine ci siamo messi in testa di fare qualcosa insieme.
Giulio: inizialmente eravamo io ed Elia che suonavamo insieme a casa sua, chitarra e microfono e basta e ci serviva un batterista. Quindi abbiam messo Attilio dietro alle pelli, senza che avesse mai toccato una batteria…partiti malissimo ma in qualche modo siamo ancora qua
Attila: La prima esperienza è stata questa band, Brigata Resistenza, che suonava una specie di Oi-punk decisamente molto male.
Durò dal 2003 al 2005, in quell’età dove un anno sembra un’eternità, infatti sono successe un casino di cose, ma allo stesso momento, con il senno di poi, si è trattato di un periodo relativamente corto. Pensando all’etichetta è nata letteralmente come un’etichetta da mettere dietro la cassetta, perché sapevamo che gli altri facevano così, dando il nome alla una produzione. Giulio è arrivato un giorno con questo nome, l’è Tütt un Folklor Records e con un logo, di per se semplice, questo teschio un po’ scemo. Oltre ad averlo tatuato sulla pelle ha ovviamente un significato che richiama la ribellione, questa fascinazione dell’essere fuori dalle regole, la pirateria e voilà…in maniera così incosciente e naturale è nata L’è Tütt un Folklor Records.
Giulio: Ormai a sedici anni cosa fai? Metti su un gruppo, ti inventi un’etichetta, uno stereo portatile, magari un microfono scranscio, schifo con schifo.
Attila: Anche a livello di influenze, Julien arrivava dal punk, Exploited, Sex Pistols, la roba californiana megamelodica, la roba italiana che arrivava a quei anni. Gli Exploited son stati già una svolta, giravano un po’ anche i Casualties. A Locarno, la cittadina più vicina, già si ascoltavano i Varukers, Adicts. Io invece ascoltavo quel metal marcio anni ’80, Sodom, Kreator, Destruction, poi i Celtic Forst, Samian, tutta quella roba lì. Elia invece già arrivava all’Oi tramite i cugini più grandi, skinheads di 22 anni, che a noi sembravano dei cinquantenni ed in realtà erano dei coglioni che sono stati importanti. Per quanto riguarda il Moon and Stars già sapevamo sarebbe stata una cattiva idea e vent’anni dopo confermiamo! Nem innanz? Numero due!
Sodapop: Il Canton Ticino negli anni ha avuto una discreta costanza a livello di presenza di etichette discografiche e progetti musicali, pur essendo parecchio piccino come spazio. La mia impressione, essendo attivo sia come fruitore che come produttore, è che sia però difficile costruirsi una storia indigena forte ma che sia sempre necessario andare altrove per poi ritornare ed avere un minimo di attenzione (dai media, dal pubblico). Se penso invece ai miei sedici anni c’era una situazione locale molto più fertile, anche se poi il raggio di azione e di influenza dei progetti spesso si fermava al confine. A cosa pensate sia dovuto questo cambiamento? Ragionando sul vostro funzionamento che tipo di riscontro avete nel locale ed esterno (attenzione mediatica, pubblico, acquirenti ecc.)?
Giulio: Per me…c’erano solo i Vomitiors (band di punk rock fondata nel 1991) , ero totalmente ignorante! guardavo fuori e quel che conoscevo di locale era quello, c’era Varzio Records, facevano uscire le proprie cose con l’etichetta…nessuna idea di cosa avesse girato prima in Ticino ma ci sembrava fico farlo.
Attila: Però poi in relazione a quel che c’era prima ed agli anni successivi c’è sempre stata una certa attività, è un dato di fatto.
Giulio: Sì, perchè comunque a Lugano, negli stessi anni, coetanei…c’era l’OI come i Cattivo Esempio, quelli di Bellinzona…a Locarno, the Thugs (poi diventati Asfissia), coi quali siamo poi diventati megasoci, detti i soci da merda, gli Stambecco!
Attila: Io personalmente citerei i Vomitiors, stando a Camedo. Geograficamente ero tanto tanto fuori. Non ho cugini ne fratelli più grandi, quindi non ho avuto introduzione a queste cose, ho gestito il percorso alla mia maniera. Sull’attività e sull’attivismo in Ticino, realtà super provinciale e piccola, credo che rispetto a tante altre aree della Svizzera pro capite ci siano realmente tantissime realtà: credo sia una necesittà anche perché essendo ticinesi vogliamo comunque sempre essere diversi, non siamo come oltregottardo e cerchiamo un modo per esprimerci. Forse, relativamente racchiusi in questo contesto piccolo, quando ci si trovava tra persone che la pensavano in maniera simile veniva spontaneo creare assieme, suonando oppure tramite altre attività…è stata una regione molto attiva anche a livello associativa. Quando poi sono andato a vivere a Zurigo mi sono reso conto che, pur essendo molto più ricca a livello di input…non c’era nulla, soprattutto in quel periodo, perchè la gente tendeva ad ascoltare musica individualmente, più basata sul performer singolo e non sul collettivo di band che creano assieme.
Giulio: È impressionante come in Ticino a quel momento uscissero cose grosse anche dal vivo, con la Next Punk, i Vomitiors col Tiglion, con gli anni si sono scoperte anche le storie passate ma in quel momento sembrava tutto nuovo.
Attila: Calcolando che, vivendo nelle valli del locarnese, per noi andare a Lugano era come andare a Milano o a Zurigo.
Giulio: Sì, i concerti a Chiasso, vedere i Casualties o i GBH a Chiasso, adesso si è anche accorciato un po’ tutto, so che sembra di parlare con un vecchio, però…
Attila: Sì, adesso stiamo andando a Lione per un weekend, (SIAMO SUL PASSO VASCO, SIAMO IN VALLESE!) ma le distanze si relativizzano ed in relazione al fatto che sia difficile costruire una storia forte localmente senza andare altrove, noi lo abbiamo fatto inconsapevolmente. Facendo nostro il sistema diy punk, sentendo questa spinta di costruire con persone relazioni esulando dalla collocazione geografica e dalla lingua. Se ripenso alle attività legate ad Insomnia Isterica, quando ancora eravamo in due per la prima demo facemmo una tiratura di trenta copie perchè pensavamo che forse forse ne avremmo vendute una ventina ad amici dal locarnese e dal luganese. Improvvisamente abbiamo poi iniziato a ricevere mail dall’Italia e dagli altri paesi. Da cosa è nata cosa e da lì si è sviluppato tutto nel tempo in maniera molto naturale. È successo e basta, noi siamo andati dietro a questo fenomeno ideando nuove produzioni ed avendo anche fame di condividere questa esperienza con altre persone. Localmente per essere sinceri non abbiamo mai avuto questo senso di avere un supporto ma…non in maniera per forza negativa: pensando anche al presente, se facciamo un disco o stampiamo una maglietta abbiamo un supporto locale, tante persone vicine a noi che ci supportano personalmente ma non per forza per il lato musicale. Questo è bellissimo perché magari sono spinti all’acquisto dal fatto che apprezzano le grafiche o perché riconoscono la bravura di Giulio.
Giulio: Sì, ormai essendo in giro da diciassette anni siamo diventati comunque una specie di icona anche se…
Attila: Vero, ma anche avendo venduto qualche migliaio di dischi non è che neppure localmente abbiamo mai avuto un supporto, che ne so, da un quotidiano locale od una rivista che ti chiede di partecipare a qualcosa..
Giulio: L’unica volta con Ticino7 (il giornale dei programmi TV ed approfondimento culturale, nda.) quando uscimmo con la fanzine, ma nemmeno lì sapemmo mai da chi partì la cosa!
Attila: Magari sei stato tu Vasco e non lo sappiamo! (NO, confermo, però ci proverò! Nda) Però, per l’appunto, non abbiamo mai avuto offerte di partecipare a showcase radio e probabilmnete avremmo detto di no. Mi viene in mente per quelle poche volte in cui avremmo avuto occasione di suonare in altri contesti che non fossero il CSOA Molino di Lugano (L’unico luogo ticinese nel quale abbiamo mai suonato), diciamo in questi inviti in contesti più metal, abbiamo sempre rifiutato: in maniera gentile ed educata, perché fondamentalmente non c’entriamo un cazzo con quella roba lì. Per quanto riguarda invece l’iterazione con l’estero, c’è da dire che spesso non è semplicemente un invito per un concerto e la cosa finisce lì. Spesso si crea un rapporto di amicizia che continua nel tempo. Nella domanda ti riferivi agli anni della tua adolescenza..hai qualche anno più di noi quindi forse hai vissuto cose più “belle”, ma in relazione al cambiamento ormai ci sono queste onde legate ai periodi, ai generi ed a come i giovani si incontrano, cambiano.
Giulio: A Lugano dodici anni fa erano tutti trashers ed era roba già vecchia. Adesso c’è un mix di cose che non si capisce e va bene così.
Attila: Per l’ultima parte della tua domanda abbiamo uno zoccolo duro ticinese che ci supporta (tagliamo un paio di bestemmie legata ad alcuni veicoli nei monti elvetici)…all’esterno vabbé, ci è successo qualche anno fa mentre suonavamo a Bologna: è arrivato questo ragazzo con i nostri primi dischi e voleva che glie li firmassimo. Noi ci siamo rimasti un po’ male e l’abbiamo quasi un po’ mandato a quel paese ma poi lui ci ha spiegato che aveva iniziato ad ascoltare grind-core grazie ai nostri dischi ed a quel punto ci siamo resi conto di essere diventati un pochino vecchi, storici e che di per sé la cosa aveva senso. Quando lui aveva 15 anni noi ne avremmo avuto 25-26-27 e quindi anagraficamente è comprensibile. Fa pensare l’essere considerati fra i gruppi importanti per una persona, è una bella cosa…dormo comunque di notte ma è una cosa che fa piacere. Sugli acquisti possiamo dire che l’85%-90% di quanto prodotto viene venduta all’estero, nemmeno in Svizzera tedesca o francese, proprio all’estero.
Giulio: è anche vero che diverse cose stampate rimangono e rimarranno lì comunque…
Attila: Non Insomnia Isterica, altre cosa fanno più fatica a girare come etichetta ma come Insomnia Isterica le cose si vendono.
Sodapop: Brigata Resistenza, Huere Fattoni, Brutal Martyrium, Insomnia Isterica, Gokurtrussell, Mevda, Ruscādå, Mulo Muto, L’Urlo di Chen, Tésin, Huere Cane sembrano essere i progetti che vi hanno visto protagonisti in prima persona in vent’anni, spesso l’uno a fianco all’altro (ne ho dimenticati? Quali?) Sembrano essere mondi che abbracciano uno spettro piuttosto ampio, dal grindcore alla musica cosmica e noise. Quali sono stati i vostri passi importanti come musicisti? Da dove siete partiti stilisticamente e quali progetti ed artisti vi hanno segnato in una direzione o nell’altra?
Klitorrids! Sì, il progetto di Giulio..un side project di Huere Cane…in sostanza gli Huere Fattoni con un batterista diverso. Lì avevamo già iniziato ad ascoltare i Cripple Bastards ed avevamo bisogno di andare più veloce, Avevamo il batterista dei Brigata Resistenza che in quel periodo giocava con le sostanze divertenti e riusciva ad andare veloce con la batteria…per inerzia!
Attila: Perché non sfruttare questa cosa?!
Giulio: Anche lì, un progetto che è andato avanti un anno un anno e mezzo…
Attila: Per riassumere velocemente direi che come base, tutto il punk..
Giulio: Exploited, Cripple Bastards…e basta!
Attila: Però appunto, per quello che hai fatto dopo, anche le cose più recenti come Huere Cane sicuramente ci sono altri spunti che ti hanno un po’ riportato…
Giulio: eh ma…si ascolta un sacco di musica e si ampliano gli orizzonti per fortuna. Già solo facendo grind core scopro che puoi metter dentro delle cose che non c’entrano un cazzo, sperimentare. Fin quando ci sono i blast beat i tupa tupa ed il punk fai grind core, quindi puoi metterci dentro…il violoncello? Boh, le tastiere? Qualsiasi cagata…una tromba? È grind core, quindi perché non farlo? Ci sono un sacco di gruppi che fanno synth punk, punk con le tastiere. Ho voluto provarci anch’io, mi son preso la batteria elettronica durante il lockdown quandpo le svendevano di brutto e da lì sono andato avanti…
Attila: Eh, io potrei andare avanti per mezza giornata almeno…sono anche un po’ più, ho fatto un percorso di interessi musicali che è ancora in atto diciamo. Partendo dai gruppi fondamentali che già ai tempi della formazione dei primi gruppi, un po’ li ho già citati: Sodom, Kreator, Destruction, Messiah, Celtic Frost. Poi i Cripple Bastard, fondamentali, non solo per quanto riguarda la musica ma anche e soprattutto per l’attitudine ed i testi, anche nello specifico per Insomnia Isterica credo siano stati importanti come ispirazione.
Giulio: Sì, sì.
Attila: Anche per quanto riguarda l’attenzione al dettaglio, diciamo, cinematografico…cercare certe metafore e certe similitudini lo stile di Giulio the Bastard (e di Alberto anche), a livello musicale, sicuramente ha influenzato la nostra musica. Io poi ho seguito questo percorso più sul death metal diciamo, che mi ha portato insieme al grind core ad andare all’estremismo del noise core, quindi gli Anal Cunt, sempre i Cripple della prima ora, poi quando pensavo che la musica ormai fosse finita perchè appunto eravamo già nel noise, nel rumore ho scoperto tutto questo altro mondo della musica post- industriale; mondo che in realtà già conoscevo per tutte le filiazioni legate ai Napalm Death con i Godflesh, Head of David, Scorn eccetera…ho iniziato ad ascoltare quello che si definiva già a quel tempo harsh-noise ed ho fatto tutti i passi indietro del caso. L’industrial originale, con gruppi e progetti che mi hanno veramente segnato tra i quali sicuramente Sigillum S, Bloodyminded con Mark Solotroff…non sono un superfan di Merzbow anche se ha avuto anche lui la sua importanza. Piano piano il noise è diventato il mio pane quotidiano principale, credo costituisca almeno il 70% dei miei ascolti abituali ed all’interno di tutta questa storia si è sviluppato un interessa per la musica tedesca degli anni ’70, in primis Tangerine Dream, Klaus Schulze, Konrad Schnitzler, i Neu!, i Can, Amon Düül che hanno portato negli anni a creare quelle sonorità che utilizzo suonando da solo come Ruscādå e che però hanno avuto un impatto anche come Mulo Muto, visto che anche il mio socio in Mulo Muto, Joel Gilardini, ha una palette di ascolti impressionante e condiziona tutto ciò che facciamo. Ho l’impressione che in realtà in tutti i nostri gruppi ci sia poca ortodossia.
Giulio: Non siamo mai stati dei nerd metallari o dei punk da trincea…
Attila: Abbiamo sempre fatto dei gran mischioni e forse è quello che secondo me ci ha dato la longevità: il non dover cercare di suonare come i Napalm Death o quella roba lì perché sta andando bene adesso. Abbiamo anche dimenticato di citare è che da qualche anno tutti ci siamo appassionati di musica lenta, doom, stoner, sludge.
Giulio: Sì, quella è la cosa che abbiamo probabilmente inserito di più in Insomnia Isterica. Condividiamo a tre questa cosa, anche Mirco, che dopo il punk è passato al drum&bass: abbiamo sembpre avuto influenze diverse ed altri mondi.
Attila: Sì, in realtà siamo sempre comunque in tre, anche Insomnia Isterica ê diventata quasi cosa speculare a quello che era Brigata Resistenza all’inizio. Tre persone assolutamente indipendenti (suoniamo con altre persone ed abbiamo progetti in solo) ma siamo indissolubilmente attivi e credo suoneremo insieme fino alla morte!
Giulio: EH EH EH EH ..sembrerebbe..
Attila: Sembrerebbe?
Giulio: Vedremo…
Oltre a voi due chi gira intorno a L’è Tütt Folklor? Quali sono le altre teste pensanti o le braccia attive nell’etichetta e nei progetti di lunga data, la famosa ballotta? Con chi dividete abitualmente cicitt e birrette?
Giulio: Un sacco di sbronzi! Eh, appunto, in realtà siamo principlamente in tre…la ballotta, la cricca sarà di quindici persone ma, però, appunto è un po’ il giro dei soci da merda coi quali ci troviamo a bere e mangiare. Con qualcuno condividere qualcosa di musicale ma è poco. In fondo nell’etichetta siamo in tre, come Insomnia Isterica. Insomnia Isterica è l’etichetta, è L’è tütt un folklor records, dove ognuno ha i suoi compiti, poi bisogna ammettere che l’etichetta è tenuta in piedi principalmente da Attila.
Attila: In realtà nei primi anni ci sono state diverse fasi..
Giulio: Sì, fasi nelle quali ero più presente
Attila: Eri più attivo e prendevi anche maggiori decisioni.
Giulio: Sì, mi accorgevo anche di sbagliare parecchio
Attila: No, non era questione di sbagliare è che, come facciamo anche a livello musicale, siamo molto indipendenti ed individualisti ma riusciamo anche molto bene a lavorare insieme. Chiaramente è perché siamo amici e ci conosciamo. Non ci diamo limiti l’uno con l’altro, per esempio se Giulio è interessato ad una cosa molto probabilmente influenzerà gli altri due. Così se porto qualcosa io (a parte il noise, quello non ce l’ho mai fatta a passarlo)!
Giulio: AH AH AH AH
Attila: Ma va bene così!
Giulio: Però appunto, comunque le cose escono!
Attila: Escono e soprattutto continuiamo comunque a crescere l’uno con l’altro ed a consigliarci dischi, libri e film, l’età avanza ma in realtà è rimasto lo stesso. A livello operativo possiamo riassumere i ruoli delle persone in Insomnia Isterica ed in L’è tütt un folklor records come Mirco che si occupa di tutta la tecnica, registrazioni, missaggi, master, Giulio che si occupa del lato grafico, video, visuale ed io faccio i soldi! Budget, mail, robe burocratiche, magazzino, tutte ste palle qua, però appunto la cosa imposrtante, anche quando parliamo con gruppi più giovani che ci chiedono come funzioniamo è che noi abbiamo sempre investito su noi stessi, riuscendo a funzionare come gruppo e come etichetta da soli.
Giulio: Abbiamo anche avuto la fortuna di veder crescere le cose col giusto tempo e non ci siamo mai imposti…i ruoli ci sono venuti addosso naturalmente.
Attila: Diventando anche una cosa proifessionale per te in parte e per Mirco completamente! A differenza del rischiare di investire troppo per delle registrazioni senza poi riuscire a stampare il disco, meglio fare una demo alla cazzo al locale, con tutti gli strumenti che ci sono oggi ci si può arrangiare così stampando in casa in piccole tirature, invece che investire migliaia di franchi e mettere le cose su Spotify.
Giulio: Eh, è cambiato anche il DIY negli anni, adesso puoi farlo veramente bene!
Folclore : “L’insieme delle tradizioni popolari e delle loro manifestazioni, in quanto oggetto di studio o anche di semplice interesse.”
L’è Tütt un folklor è riconoscibile immediatamente per tutto l’impianto visuale, caratterizzante delle vostre opere ed a carico di Huere Giulio. Qual’è la tua storia clinica nel senso visuale? Come hai iniziato, chi ti ha ispirato, come lavori?
Attila: Sul folclore…sei stato tu Giulio a portarlo, chiaramente è una frase che viene dai Vomitiors, è importante.
Giulio: Si, è una frase che girava lì…
Attila: Sì, girava tra i Vomitiors perché ormai il Ticino è quello lì. Venendo da due valli, il nostro mondo iniziava e finiva all’inizio ed alla fine della valle, tutto quello che veniva da oltre la valle era città, era merda, era diverso, insomma…non nel senso cattivo del termine ma eravamo molto identitari a livello vallerano e volevamo dare il nostro contrinuto per mantenere, nel nostro piccolo, la nostra vita quotidiana. Quegli aspetti della vita di valle che per noi risultavano già essere importanti. Poi L’è tütt un folklor vuol dire anche vivere la vita in maniera spensierata, non dare troppa importanza e peso alle cagate e sdrammatizzare le situazioni difficili senza prendersi forzatamente troppo sul serio.
Giulio: Io ho sempre disegnato, copiavo Tex e Dylan Dog e quindi mi è sempre sembrato abbastanza naturale fare degli scarabocchi per quelli che dovevano essere i nostri progetti musicali. Ho fatto un periodo anche senza disegnare…era il periodo di Brigata Resistenza ed Huere Fattoni…all’inizio di Insomnia Isterica non disegnavo più perché stavo imparando ad usare i programmi di grafica e montaggio, quindi ho lasciato da parte il disegno per dedicarmi a video, grafica e layout. Quindi i primi anni con Insomnia Isterica pochissimi disegni e più cose grafiche, photoshop, composizioni e loghi. Dopo boh, visto che iniziavamo ad entrare nel giro del grind-core quello vero come gruppo mi son reso conto di come ci fossero in giro un sacco di gruppi. Il grind core aveva in giro ancora un attitudine vecchia, punk, qualche foto, in bianco e nero…qualche copertina disegnata girava ma mi sono detto: “ci starebbe fare delle copertine per altri gruppi.” Mi sono offerto io ad altri progetti e la cosa ha preso piede. Adesso comincio ad essere già stufo, vorrei farne meno e infatti adesso mi concentro magari su quelle tre all’anno al massimo, anche perché gli impegni familiari ed il lavoro non mi permettono di più e non mi andrebbe di farlo tutto il tempo. Però mi ha permesso di imparare molto e di evolvere con le tecniche.
Attila: Anche di creare un tuo stile!
Giulio: Sì, quello che mi manca è anche di fare i disegni per i cazzi miei, ormai tutti vogliono le faccine coi teschi e gli sbronzi che son solito disegnare. Per quanto riguarda le ispirazioni le ho avute più tardi, con Internet, prima mi facevo i cazzi miei…a volte l’influenza ti fotte, ti viene l’ansia di prestazione, vorresti fare quello che fanno gli altri perché ti sembrano più bravi. Poi con Facebook cominciavamo a scriverci fra i disegnatori ed anche agli altri capitava questa cosa: “Tu sei bravo!” “No, tu, sei bravo!”
Attila: Poi ti mandano le foto del picio?
Giulio: No, quelle mancano!! Però ci mandiamo le foto dei disegnini, possiamo fare collaborazioni, l’internet ha aperto un mondo. Per come lavoro: alcuni devono ascoltarsi metal a palla, io devo ascoltarmi Attilio! Robe tranquille, Ruscādå è perfetto per disegnare. o provato a disegnare i teschi col metal ma non funziona. Birre, sigarette e voglia…magari sei dietro da tre o quattro ore e non riesci a finire. Il contrario del sesso, vorresti che non finisse mai ma in realtà…finisce prima del previsto!
SODAPOP: Vi siete ispirati ad altre etichette nella vostra visione artistica (per una produzione che spazia comunque in differenti generi bruti)? Se doveste citarmene un paio a testa e perché cosa mettereste sul piatto?
Attila: Direi, inizialmente, sulla falsariga di quello che diceva Giulio prima, Vartzio Records avendo capito che bisognava mettere un bollino sul retro della cassetta.
Giulio: io comunque già da bambino mi inventavo le etichette, guardavo tutte le cassette: Litfiba, U2, robe così e lo facevo già per gioco…poi sono andato avanti così seriamente.
Attila: Etichette inizialmente credo di no, sono arrivate più tardi! È stato importante il primo scambio con l’estero. Con l’Italia quando abbiamo avuto gli scambi con Jennifer Grind Records del mitico Marco Zas…sono un po’ questi i primi riferimenti. Poi abbiamo iniziato ad avere contati anche in Germania, tipo la RSRhap records, queste etichette che avevano giâ un nome, un catalogo importante. Anche con loro, iniziando a lavorarci a distanza abbiamo capito come funzionasse il lato pratico del DIY: come si spediscono i dischi, proprio come si impacchettano! Ho imparato ricevendo i pacchi dagli altri come preparare i miei…
Giulio: Come fare un disco!
Attila; Come farlo proprio! Per il primo 7” ci abbiamo messo un tot: i preventivi, i minuti, i soldi, praticamente tutti i dischi importanti li abbiamo sempre coprodotti. In primis per un aspetto finanziario, non avendo i soldi per stampare 500 7” ma poi perché ci siamo resi conto che in questo modo avremmo già avuto una distribuzione, avendo già etichette da Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Spagna in loco. Poi è la base del concetto collaborativo del DIY: tu sei interessato e ne vuoi 150? Qualcun altro è interessato a 50 ed un altro ancora per 120 copie. Mettiamo insieme le forze e vinciamo tutti assieme. Questa è sicuramente una cosa che vale ancora adesso e mi piace l’diea di collaborare. Nel tempo queste collaborazioni sono diventate sempre più personali, ci sono etichette con le quali abbiamo fatto più dischi insieme e se penso anche alle nostre attività più rumoristiche…se penso alla collaborazione con Luce Sia, oltre ad essere vicini geograficamente ci diamo una mano quando c’ê una collaborazione che senso fare insieme. Successivamente, appunto, le etichette sono diventate importanti come ispirazione ma all’inizio l’abbiam provata ed è andata così. Sicuramente non potremmo citare etichette punk o metal, credo che abbiano avuto un ruolo…anche quando abbiamo scoperto realtà americane come le six to five…mi sento ispirato ed ho rispetto per persone come Jazek della Grindfather Prodoction che ci mette l’anima e cose del genere, le storie come una volta come quelle di Giulio the Bastard, gente che è andata avanti quando noi eravamo più giovani e ci sono ancora mentre anche noi facciamo il nostro
Cosa state ascoltando quest’anno? Roba alla quale dovremmo prestare attenzione secondo voi? Come sono cambiati i vostri gusti ed i vostri ascolti in vent’anni?
Giulio: io sto ancora ascoltando un sacco di punk perchê ne stanno facendo tantissimo…si fa più fatica a trovare qualcosa che apprezzi per lunghi ascolti, è dura trovare qualcosa di origniale, poi , anche grazie ad Attilio posso ascoltarmi anche cose synth così come la radio, che non ho mai ascoltato in 20 anni
Attilio: Sî, forse hai un po’ ridotto dopo tante cose stoner e grind…ma dischi nuovi, che consiglieresti?
Giulio: mmh, i Poison Ruin, americani, che sembrano usciti dagli anni ’70-’80, valgono la pena, vabbè sono giâ sotto Relapse anche loro
Attila: Sì…
Giulio: Questo è il gruppo che nell’ultimo anno mi è rimasto impresso. Sonorità melodiche, crude, rabbiose,…niente, son belli!
Attila: Io ho già risposto prima, ascolto tantissimo ma credo che il noise sia il macrogenere che ascolto di più, non solo per una questione di piacere personale ma perché è il macrogenere dove trovo ancora soddisfazione ad ascoltare cose nuove e vecchie, perchê in realtà c’è un catalogo impressionante di roba che si continua a riscoprire ed espandere a seconda dei dischi che si recuperano e dell epersone che si conoscono. Sinceramente nel grind core c’è una certa stagnazione, escono cose belle ma c’è un po’ più lentezza e stanchezza.
Giulio: Anche ai concerti l’etâ si alza e c’è meno freschezza.
Attila: Continuo ad ascoltare tanto metal estremo, soprattuto death, anche black ma lì sono piuttosto selettivo. Tanta roba lenta, doom, sludge e stoner sicuramente meno di tanti anni fa, ascolto ancora tutta la roba che si può definire ambient…anche roba vecchia, i soliti miti anni ’80 continuando a scoprire tante cose “nuove” vecchie. Tutte le volte che esco con Sacha Rovelli devo farmi un elenco, per questioni anagrafiche e di percorsi di vita ha ascoltato tante altre cose. Io continuo a scoprire nuove cose, lui spero anche, ogni tanto mi dice che segue i miei ascolti, trovo importante condividere questo scambio di ascolti. Cose da consigliare non lo so, può sembrare un autopromozione, sicuramente i Civilian Thrower nell’ambito, gruppo di amici francesi che vederemo stasera, fanno la solita cosa, trita e ritrita ma con lo spirito e la freschezza giusta, producendo con un buon ritmo. Nell’ambito invece più rumoristico e sperimentale tutto quanto sta uscendo su Luce Sia è oro colato e vanno valorizzati, come ODRZ e SSHE Retina Stimulants, cose che non sono ancora uscite e che musicisti di più di settant’anni riescono ad essere strabilianti e dovrebbero essere di stimolo a ragazzi più gioveni che magari non hanno il coreggio di lanciarsi. L’importante è che le cose escano, fisicamente, per esistere.
Prossime azioni/produzioni in arrivo?
Il nuovo split Civilian Thrower ed Insomia Isterica su cd e cassetta, registrazioni di ben 4 anni fa, siamo rimasti veramente fermi, dilatando i tempi come i buchi del culo. Io sto lavorando ad un’altra cassetta come Huere Cane, saranno le cover dei nostri primi gruppi…visto che son passati vent’anni io sono commemorativo e mi son detto: ”provo a fare da solo, magari un pelino meglio, quello che non siamo riusciti a fare allora!”, quindi Brigata Resistenza ed Huere Fattoni.
Attila: Ruscādå, dovrebbe uscire la prima cassetta, c’è in produzione uno split su nastro fra Mevda e Violent Shogun, un progetto noise di Bordeaux…un progetto che mi piace parecchio e che non ha ancora sbagliato un colpo (sono felicissimo di questa uscita), poi c’è la registrazione del concerto Mulo Muto / Icydawn / Daniel Drabek a cui tu, Vasco , hai partecipato e che dovrebbe uscire nelle prossime due o tre settimane. Per quanto riguarda i miei progetti privati sicuramente arriverà altra Mevda: Ruscādå spero sia solo il primo di una serie avendo in giro giorni di registrazioni. Con Mulo Muto avremo uno split più avanti ma indubbiamente ci sarà il bisogno di uscire con altre cose soliste…con Insomnia Isterica dovremmo riprendere a registrare.
Giulio: Sì, è da quattro anni che non registramo più, siamo veramente lenti!
Attila: per quanto riguarda i concerti niente di che, forse per fine estate…non siamo un gruppo che cerca attivamente concerti, se ci cercano ne parliamo e proviamo a vedere se riusciamo ad andare.
Sodapop: Come cazzo avete fatto a finire a suonare con gli Insomnia Isterica al Bad Bonn Kilbi nel 2022? Chi avete minacciato?
Giulio: Non lo sappiamo neanche noi! Ci hanno minacciati! D
Attila: Daniel del Bad Bonn ci ha invitato tre volte! La prima volta non pensavamo potesse essere un posto per noi ed abbiamo glissato…la seconda volta che ci ha invitato penso che uno di noi non potesse esserci, quindi oltre che glissare non avremmo nemmeno potuto. La terza volta ci ha riscritto ancora, ero ancora titubante poi sono stato minacciato io da Christian Leoni / Blackleo che mi ha chiesto se fossi scemo! Quindi siamo andati a suonare al festival (per i soldi!!!) e siamo rimasti sorpresi.
Giulio: Siamo arrivati lì alle quattro, locale vuoto e ci siam detti, facciamo due prove…tempo dieci minuti ed il locale era strapieno, alle quattro del pomeriggio!
Attila: Un bel concerto, sì.
Giulio: suonare alle 16:00 è figo, non devi aspettare alle 23:00, non sei sbronzo, l’ideale.
Attila, Sì, poi organizzazione tip-top.
Sodapop: I concerti più belli e che vi portate più nel cuore tra quelli fatti, organizzati e visti nella vostra vita?
Giulio: Tanti di quelli organizzati al Molino!
Attila: Fra cui quello organizzato per i dieci anni dell’etichetta al Molino, quella è stata una grande opera! Sedici gruppi in un giorno…
Giulio: Sì, forse era meglio farlo su due giorni.
Attila: Bellissima situazione, sono ancora impressionato dal fatto che ci fosse il Molino strapieno, emozionante. Io sono anche contento di essere riuscito a chiamare molti gruppi che erano in tour e che altrimenti non avremmo mai visto in ticino e magari nemmeno in Svizzera. All’esterno abbiamo avuto bellissimi concerti ed esperienze come a Winthertur ed a Berna alla Reitschule. All’estero abbiamo avuto esperienze divertenti…in Italia il tour coi Warfuck nel 2014 in Italia è stato divertente.
Giulio: Sì, anche il minitour in Svizzera con gli ANF nel 2015.
Attila: Abbiamo avuto anche situazioni sul disatroso, suonando in situazioni particolari, fino a suonare in un cimitero (tu Giulio non c’eri), COS’È IL COVID!!! NON CI FERMA NEANCHE L’EBOLA!!! dormendo su una tomba, poi vabbé…dormite in Germania vicino ai cessi chimici, dormendo con dei giapponesi fra di noi. Poi c’è tanta confusione, tanti concerti che si sono uniti in una sola storia, molta nebbia e molto alcool.
Giulio: Poi anche i concerti alla Fiasca, molto più raccolti con gruppi che ti facevano la scaletta, dopo dieci minuti avevano finito e dovevi chiedergli di rifarla altrimenti non si andava avanti.
Attila: Poi ci sono stati anche persone come Ale, Diego, Edo, Alex che hanno fatto un grandissim lavoro al Molino…poi è una storia di ondate, se ci sono le persone che fanno succedono le cose altrimenti non succede un cazzo e vabbé.
Fuori dagli Insomnia Isterica posso citare il concerto che ho fatto con i Mulo Muto al giardino Botanico di Berna insieme a Nagel. Concerti alla Ligera di Milano, bellissime situazioni. Come Mevda al Bruitisme festival eccezionale. 24 ore di rumore, tante birre, tanta gente, per fortuna pochi cani.
Roba vista, boh, non siamo tipi da topten…
Giulio: Già aver visto gli Eyehategod.
Attila: Anche la prima volta coi Cripple Bastard è stata per entrambi una grande…
Giulo: Beh ciao, in Svizzera al Mountains of Death al Muotathal.
Attila: Eyehategod, per quello che riguarda la musica disagio, vedere suonare una musica del genere e saper emanare nichilismo e sconforto, una cosa impressionante!
Giulio: Però anche lì, quella cosa di sdrammatizzare tramite la musica funziona, alla fine trovo siano meno pesanti di altre cose..
Attila: Beh certo…sarà l’alcool!
Giulio: Quando butti fuori tutto così funziona, diventa paradossalmente divertente, diventa una festa!
Attila: Sicuramente non sono tipo da concerti grandi! Non ho mai visto gli Iron Maiden, i Metallica ne gli Slayer!
Giulio: Ho visto Vasco Rossi all’olimpico a Roma! Mai più in uno stadio, mai più in un concerto gigantesco!
Attila: Non ci sei andato di tua volontà però, dai…
Giulio: Sì quello…che merda!
Attila: Io posso dire magari di quando ho visto gli Anthestor negli anni 90, i Word, one man band 2005, ah un concerto bellissimo Virgin Black, australiani, gothic doom, so che fa ridere detto da me, gothic però vabe
Giulio: Ma dai che adesso ascoltiamo di tutto, ti piacciono i Type o Negative.
Attila: Ho visto Sigillum S è stato un concerto della madonna, ho visto i Far.
Giulio: Earth?
Attila: Earth a Losanna, concerto impressionante, bravo…
Giulio: Litfiba al Kingdom festival 1997 a Bellinzona! Il perido in cui facevano più schifo ma ero un bòcia quindi vabbè!
Attila: Va beh, Chuck Berry! La prima volta che ho visto Elio e le Storie Tese erano fantastici! Gli Skiantos a Gorgonzola..quello è stato un concerto della madonna.
Giulio: Gli Skiantos al Molino, sentiti da fuori, era talmente pieno che non sono riuscito ad entrare.
Attila: Trovo un po’ difficile….non so…gruppo che che avrei voluto vedere Michal Jackson!
Giulio: i Motorhead! Anche loro sarebbe stato difficile beccarli in un posto più umano…
Attila: Come la storia che mi diceva il padre di Kevin, li aveva visti al loro primo tour in Europa in una bettola fuori Zurigo…fa impressione a pensarci!
È la fine, grazie di tutto, ci vediamo a sentire Ricky Martin ed Eros Ramazzotti in piazza Grande a Locarno presto (o magari a suonarci con gli Insomnia Isterica, non sarebbe fichissimo? Lo fareste?), buon viaggio e buon lavoro, a presto.
Anche no!
No, alla festa dei ciocchi…Eros Ramazzotti in una bettola in svizzera tedesca.
A Locarno? No, Già, ma chi ci vuole!
Io solo se ci sono anche i Sinplus…
Coi Sinplus, sì…coi Sinplus lo facciamo…noi siamo grandi amici dei Sinplus, c’è stima reciproca, è vero?
Attila: Te l’han detto? A me non l’han mai detto!
Giulio: Ma come no? Sì, li ho beccati al Music on Ice, codiez, loro sempre gentilissimi..
Attila: Ciola, tu giri in quegli ambienti fashion!
Giulio: Eh, ci lavoro! Comunque gli ho fatto i complimenti per la canzone di Van Gogh perché ciao, han tirato fuori un pezzo che non centrava un cazzo con quel che avevan fatto fino a lì e son rimasti sorpresi perché dicevano di aver voluto fare una cosa diversa da quello che avessere fatto fino a lì e nessuno l’ha cagata! Difatti, quando i Sinplus tiran fuori il pezzo figo piace alla gente di merda che ascolta musica di merda.
Attila: Eh, son capaci a suonare, purtroppo fanno un po’ musica brutta..
Giulio: No, tutto il resto ormai è difficile…
Attila: Oh comunque Vasco, grandssimo, in tutti i sensi!
Giulio: Auguri a tirar fuori un’ora e sette minuti di roba! Però grazie per l’interessamento.
Attila e Giulio: Saluti alla tua biciclett avecchia ed a EEEEEEEEE, saluti dal Goms!