Trent’anni di Sigillum S: solo una tappa verso l’infinito

Ci sembra parimenti difficile e inutile presentarvi i Sigillum S: difficile perché, in poche righe, è impossibile tratteggiare una carriera dove la quantità delle uscite è seconda solo alla profondità sonora e concettuale che le caratterizza, all’insegna di uno spirito di ricerca che non concepisce l’immobilismo e il mantenimento di uno status;  inutile perché, se state leggendo queste pagine, chi sono dovrebbe esservi ben chiaro. È tuttavia doveroso dedicare spazio a questo fondamentale progetto e l’occasione ce la dà la ricorrenza del trentennale, celebrata con Non Serviam, un monumentale nuovo lavoro (non la solita antologia autocelebrativa…) e con un concerto che si terrà al Lo-Fi di Milano il 16 aprile. In questa intervista con i due artefici del progetto, Paolo Bandera ed Eraldo Bernocchi, abbiamo volutamente trascurato gli argomenti prettamente biografici -per i quali vi rimandiamo al libro Rumori Sacri (Kali Yuga Editions) che a Sigillum S dedica un intero capitolo curato dallo stesso Bandera o al recente Solchi Sperimentali Italia (Crac Edizioni) di Antonello Cresti– per concentrare l’attenzione sul milieu che ha generati e fatto crescere un progetto per il quale l’essere italiano è un mero dato anagrafico.

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Marc Urselli ovvero il fonico di John Zorn, Laurie Anderson, Lou Reed, Eric Clapton…

Negli ultimi anni è apparso con sempre maggiore evidenza quanto sia importane il ruolo del fonico per la riuscita di un buon disco, così anche i non addetti ai lavori pian piano hanno iniziato a riconoscere e ricordare i nomi di Steve Albini, Steve Austin, Bob Weston, Jim O'Rurke, Jack Endino (spesso anche in virtù della loro carriera parallela da musicisti). Anche in Italia due o tre nomi del panorama indipendente sono saltati fuori dal cilindro molto frequentemente, basti pensare a Fabio Magistrali, a David Lenci e recentemente a Giulio Favero (ed ovviamente in questa sede mi limiterò solo al panorama indipendente). In una nazione dove più di metà della popolazione è ben contenta di avere il governo che abbiamo ed in cui la fuga di cervelli è ormai all'ordine del giorno (anche il mio è scappato parecchio tempo fa e devo dire che la mia vita è migliorata di molto), accade che anche altri talenti prendano armi e bagagli e se ne vadano via così com'è successo anche a Marc.

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