Ryoji Ikeda – 21/03/2015 Interzona (Verona)

Pochi eventi ma buoni, aveva annunciato l’Interzona per questa nuova stagione. Sul pochi avrei da ridire – semplicemente per il fatto che gli impegni della vita impongono di selezionare e inevitabilmente perdere qualcosa – sul buoni, nulla da dissentire: dopo Pere Ubu e Miles Cooper degli Akron/Family sono annunciati Dead Meadow, Daedelus, Kode9 e Thee Oh Sees. Questa sera, intanto, è di scena Ryoji Ikeda. Direi che non c’è male.

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Pink Mountaintops – 19/09/2104 Interzona (Verona)

Dopo una prima metà dell’anno in sordina, senza nomi di grande richiamo, l’Interzona riapre la stagione con piglio affatto diverso. Dopo aver ospitato alcune performance del Path Festival, propone l’interessante rassegna Prospettiva 22, tre serate che associano concerti, proiezioni e spazi dedicati a gastronomia, editoria libraria e musicale, oggettistica. La prima serata che ha visto sul palco Mick Turner dei Dirty Three e la proiezione di Kill Your Idol di di Scott Crary, stasera è la volta dei Pink Mountaintops, a cui seguirà il documentario Searching For Sugar Man di Malik Bendjelloul. Venerdì prossimo si chiuderà con l’abstract hip-hop dell’inglese Kutmah e da Our Vinyl Wieight A Ton: This Is Stones Throw Records, lungometraggio che ripercorre la storia della storica etichetta.

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Killed By 9V Batteries – The Crux (Siluh, 2011)

Parlavo proprio del Flex di Vienna nella precedente recensione degli Squaramouche ed ecco che leggo sul flyer che mi è piovuto sui piedi aprendo la bustina degli austriaci Killed By 9V Batteries – distribuiti in Italia da Goodfellas – che il releaseshow del loro terzo album The Crux è stato celebrato proprio in quel locale. Preso abbastanza bene per la coincidenza sono quasi saltato dalla sedia non appena ho digitato play: una rivoluzione? 

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Joe Lally: Fugazi, Roma, more human than human

Strana congiunzione astrale quella che fa sì che nell'ultimo periodo siano tornati alla ribalta musicisti o gruppi che ruotano attorno al basso, dai redivivi Primus all'indomito Jah Wobble. E chi se non Joe Lally ci può aiutare a rimanere perfettamente in tema? Conosciuto come bassista dei Fugazi, in realtà quest'uomo ha firmato una serie di progetti paralleli piuttosto interessanti, dai Decahedron ai The Black Sea (in compagnia di Shelby Cinca dei Frodus), fino agli Ataxia con John Frusciante. Oltre alle collaborazioni, forse non molti sanno che Joe ha fin dal 1994 una piccola etichetta, la Tolotta Records, che  fra le poche uscite annovera nomi come Obsessed, Spirit Caravan, Dead Meadow, Sevens (con entrambi i fratelli Sullivan) e Orthlem e con cui ha coprodotto, insieme alla Dischord, il suo ultimo disco. Ammetto che inizialmente non avevo prestato la giusta attenzione al suo lavoro solista, ma mi sbagliavo, infatti, col taglio più jazzy-rock anni '70 dei pezzi maggiormente rarefatti, raggiunge livelli non molto distanti da quelli dei gruppi per cui è ricordato (basterebbe citare Recap Modotti dei Fugazi). Se anche voi fate parte di quelli che hanno pensato che l'accoppiata Joe Lally – Brendan Canty fosse così ben oliata da poter supportare qualunque musicista, forse non rimarrete stupiti dal fatto certe canzoni di Lally potrebbero funzionare anche se fossero suonate semplicemente con il basso e la voce. Dopo essersi trasferito in pianta stabile a Roma, dove vive con moglie e figlia, ci ha parlato di molte cose relative al suo passato, al presente e riguardo alla nuova line up, che fra gli altri comprende il batterista dei mai sufficientemente ricordati Brutopop.

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