Killed By 9V Batteries – The Crux (Siluh, 2011)

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Parlavo proprio del Flex di Vienna nella precedente recensione degli Squaramouche ed ecco che leggo sul flyer che mi è piovuto sui piedi aprendo la bustina degli austriaci Killed By 9V Batteries – distribuiti in Italia da Goodfellas – che il releaseshow del loro terzo album The Crux è stato celebrato proprio in quel locale. Preso abbastanza bene per la coincidenza sono quasi saltato dalla sedia non appena ho digitato play: una rivoluzione? 

Macchè, il contrario: la botta è ripiombare ai vecchi giorni Sub Pop e a tutte le prime uscite dei vari Pavement, Dinosaur jr era SST e dei Sonic Youth: la stessa band cita questi ultimi quale imprescindibile influenza (e il singolo Worst Of Total Anarchy ne è una chiara testimonianza), il tutto ben amalgamato ai ai suoni della vecchia Dischord e Am.Rep. Sì, poi Crux sembra proprio un’appendice della raccolta di outtakes Westing del gruppo di Malkmus, al di là dell’intro quasi plagio Need More New Wrecks. Se è un revival, nemmeno troppo riaggiornato in chiave noise, di quel genere (in maniere forse più fedele a quella dei contemporanei No Age e Japandroids) spiccano comunque gemme pop (The Wrong Lust Caused Some Past) intrise in quelle spigolosità che abbiamo tanto amato nei primi anni novanta. Non ci sembra sia passato poi così tanto tempo per rifare o riprendere in modo egregio queste cose, ma allora eravamo ventenni e quindi che dire… se ci sono band che rifanno/ripescano/svecchiano, pur nella loro diversità e in modo impeccabile sonorità della tradizione hard rock come Black Mountain, Dead Meadow e Graveyards per fare qualche nome, allora perchè, se il ripescaggio riguarda generi un pelo più recenti, bisogna liquidare il tutto semplicemente e solo come già sentito? Se non altro una cosa si avverte: l’esigenza di tirare fuori dalla polvere gli originali, cosa che non facevo da un po’.