Papier Tigre – Recreation (Africantape/Murailles Music, 2012)

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Un amico entra in casa mentre ascolto Recreation ed esclama:”Ah. Sei nel periodo Shellac?”. Ok. Magari non è proprio l’amico, musicalmente parlando, più colto che ho, però non ha completamente sbagliato mira. I Papier Tigre, da cinque anni sulla scena e al traguardo del loro terzo lavoro, vantano una quantità più che rispettabile di live in giro per il mondo (sopra a tutta la suddetta quantità, spicca un’apparizione all’All Tomorrow’s Party, mica niente) e sì, per certi aspetti, hanno un piglio e un’attitudine molto simile alla Divin Creatura del Signor Albini. Ma anche a gente come i Dianogah – vedi Chimera – che scopro, tipo Prova Del Nove, tra i links degli ascolti consigliati sul sito della band. Un power trio, due chitarre – e una voce – e batteria che sudano per combinare elementi punk e un math-rock ‘comme il faut’, da manuale, calcolato in ogni suono e passaggio vocale, pause studiate e rientri ad effetto, batteria ominpresente e non solo come base ritmica ma devastante all’improvviso, vedi Wandering Cage, Afternoons o I’m Someone Who Dies, di cui segnalo un bel video in passo uno ad opera di Timo Hateau e Gérald Fleury, anche curatore della cover dell’album. E’ l’ossessione di una voce che sembra lamentarsi su melodie che si intrecciano amabilmente al delirio più grezzo – Home Truth -. Per il loro nuovo lavoro, i tre francesi (considerato in patria tra i migliori prodotti indie-noise che la Marianne abbia mai sfornato) si sono avvalsi del prezioso aiuto di John Congleton, uno che avendo già collaborato con The Paper Chase e Explosions In The sky, non è proprio il primo che passava per strada. Beh. Che dire se non… Chapeau!