Modotti – Migranti (Upupa/Fooltribe, 2012)

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I tre Modotti suonano come se fossero nati a washington e invece vivono in provincia di Ferrara dalle parti del delta del po: il loro esordio sulla lunga distanza non sfigurerebbe nel catalogo Slowdime e il cantato in italiano riesce ad essere convincente con testi semplici, non banali ed efficaci. E in questi tempi in cui nell’indie nostrano che conta dilaga il canta(utora)to da strapazzo non è poco. Tina Modotti è stata scelta come icona artistico/politica dai nostri ma per fortuna i testi non hanno niente di retoricamente “barricadero”; anche la musica non ha nulla di particolarmente rivoluzionario, per fare dei paragoni italici direi tra Blueprint, Red Worms’ Farm e Gazebo Penguins. L’indierock emotivo e nervoso di matrice washington è sì aderente agli stilemi e cristallizzato nei novanta, ma è suonato con freschezza e gusto e scorre che è un piacere: in altre parole ce ne fossero di dischi come questo. Migranti è stato registrato in modo impeccabile da Giorgio Borgatti (Three In One Gentleman Suit) ed esce per la sua Upupa assieme a Fooltribe, con una bella grafica in confezione cartonata per gli appassionati del formato “fisico” e in download ad offerta libera (ma gratis dal 30/03 al 05/05) per i più tecnologici.