Vialka – Plus Vite Que La Musique (Vialka, 2007)

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Credo fermamente che ci siano, da qualche parte, alcuni punti fermi a cui tutti i musicisti più o meno off tendono con le loro composizioni. E, a volte, questi punti fermi vengono raggiunti come nel caso di questo splendido sesto disco dei Vialka. Il collettivo di lavoratori musicisti composto da Marylise Frecheville e Eric Boros, batteria e basso di base con altri strumenti sopra, esplode qui tutta la sua eccessiva voglia di vivere e di girare il mondo, cercando di alleggerire il peso della cultura americana nel nostro quotidiano con i contributi di sonorità "altre". Una ricerca piuttosto personale che ha permesso loro di trovare il punto fermo dove tutto è perfetto, alla precisa distanza dai generi, originale e funzionale, mai scontato e perfettamente orecchiabile e entusiasmante. Buono per l'ascolto distratto e anche per quello attento: ogni ascoltatore troverà quello che cerca. E' uno di quei cinque stelle su sei che mettevamo sul vecchio sodapop. In queste otto canzoni toccano, equilibrandoli alla perfezione tutti i sentimenti umani e sembrano dare una costante spinta a non perdersi mai nel piangersi addosso. Ci riescono perfettamente, ho già suggerito tra le righe, a trovare una combinazione di est europa, klezmer, prog (oh si smascheriamolo al di là delle sue derive math e concettuali), cori indiani, violini tzigani, operetta che neanche i Dresden Dolls, afrique-anerie e francesismi vari e anche echi, in certe schitarrate, di indierock a la Sleater Kinney. Ho usato apposta citazioni di gruppi poco attinenti ma che vengono solo richiamati alla mia memoria più che altro perchè possano essere di invito ad avvicinarsi al melting pot del duo da chi, in partenza, si sente fin troppo lontano. Provate, per farvi un'idea, a sentirli, c'è un disco già abbastanza indicativo, esaurito fisicamente, in free download sul loro sito, decisamente più grezzo di questo che vi consiglio, invece, di acquistare alla veloce. Insieme ad altri collettivi musicali, anche se ristretti come i Sabot, paiono essere completamente dediti alla loro musica e riescono a ripulirla completamente dagli agenti esterni di moda o altro. In un momento in cui Lightning Bolt e Gogol Bordello fanno strage nei loro relativi ambiti d'appartenenza, i due europei si mettono esattamente in mezzo e si ergono decisamente sopra alla somma dei due gruppi citati. E scusate se è poco.