The Lemon Twigs – Everything Harmony (Captured Tracks, 2023)

Strane bestie I fratelli. Prendiamo Michael e Brian D’Addario ad esempio. Long Island, 1999 e 1997 gli anni di nascita rispettivamente, cantanti, scrittori, multistumentisti. Nel 2015, praticamente imberbi e freschi di patente se ne escono con un nastro, Whant We Know, che fin da subito ne svela arguzia e capacità compositiva. Da lì è una crescita continua: contratto con la 4AD, tre album molto molto belli, un live, la capacità di abbracciare i grandi classici del pop-rock in maniera larga, colorata ed animata, guizzi glam e power pop, uno sguardo ai tramonti dei tempi andati.
Ci ritroviamo nel 2023, l’etichetta che che sostiene i Lemon Twigs in questo Everything Harmony è quella Captured Tracks di Mike Sniper aka Blank Dogs che tante chicche ci ha regalato come musicista e produttore. Tredici tracce per poco meno di cinquanta minuti, la regola dei tre minuti del resto è sempre stata corretta, quindi perché cambiarla? Prodotto da loro stessi, è un disco che dipinge una serenità ed una classicità impressionante. I due sembrano in grado di estrarre armonie e perle pop da tre cocci e due sputi: con la dimestichezza che quasi dieci anni di carriera gli hanno dato ci prendono per mano portandoci in un mondo assolato, magico e dolce. Intendiamoci, non tutto è rose e fiori, che anche se candite le ombre fanno paura, come quelle di In My Head, quel sentirsi esposti e distanti dagli altri, straniero in mezzo a stranieri. Il singolo che ha preceduto il disco, Corner Of My Eye è qualcosa di realmente toccante e morbido, calda flanella pop in cui incastonare il proprio amore tra rintocchi acustici. In Any Time of Day mi fanno addirittura rimembrare dei piccoli David Bowie, non mi chiedete perché, non sarei in grado di rispondervi ma il mio cuore mi ha fatto enire una sua versione adolescente e scolastica da far stringere il cuore. A tratti si allungano quasi troppo ma in realtà svelano lati che sarebbe interessante esplorare una sorta di western in What You Where Doing, giocare con un pianoforte come dei giovani Burt Bacharach, creando, ancora una volta, una sorta di breviario per il suono classico, che trascende il tempo rimanendo fresco oggi così come nel 1967. Everything Harmony è un disco in cui perdersi, dentro il quale ritornare ad essere romantici aspettandosi di tutto: dalla musica, dagli amati, da se stessi, dai D’Addario.