Sqürl – Silver Haze (Sacred Bones, 2023)

“An enthusiastically marginal rock band from New York City who like big drums & distorted guitars, cassette recorders, loops, feedback, sad country songs, molten stoner core, chopped & screwed hip-hop, and imaginary movie scores”.
Così, senza rischio di errori, si definiscono gli Sqürl, ovvero Carter Logan e Jim Jarmusch. Purtroppo questo è il primo loro disco che mi ritrovo ad ascoltare perché, con il senno del durante mi ci sento a casa. Mani sporche e pesanti, recitati sabbiosi, spazi enormi in bianco e nero. L’immaginario è quello, citando un artista newyorchese coevo della scena anni ‘89, SAMO.
Il bello è, quando si fanno queste cose da anni, che si può trasformare la propria idea in realtà: quindi gli ospiti che danno la loro impronta ai brano che li ospitano sono legato da un sentire comune, un battesimo al nero.
Non che ce ne sia particolare bisogno (The End of The World, col recitato di Jim, è già perfetta di suo). Con Marc Ribot si uniscono oriente e prati in fiore in un’inebriante Garden Of Glass, con Anika una catacombale deboscia, come se Nancy Sinatra & Lee Hazlewood si fossero risvegliati da un’overdose di Prozac. Paesaggi interiori che si riflettono nel territorio, con le citazioni de Il Deserto Rosso che tanto hanno dato all’immaginario di certo suono. Sono uomini, solo, minuscoli di fronte al mondo, talvolta alla vita stessa. Come uomini spesso non inventano nulla, traendo esperienze da chi prima di loro (Dylan Carlson saluta dall’angolo, Richard Fearless traffica tra i fumi), ma la passione e la dedizione con le quali si esprimono sono lampanti. Charlotte Gainsbourg racconta fino a far perdere il senso alle parole, bardo post-moderno, mentre il disco si chiude su pennellate argentee e fosche.
Sarebbe superficiale connotarli come un progetto “vero” visto che, tra una cosa e l’altra, la collaborazione fra Carter e Jim va avanti da quasi quindici anni. Diciamo pure che hanno pochi rivali in campo al momento e che, volendo, potrebbero tirare fuori nelle giuste condizioni un album che riuscirà a metterli nella giusta prospettiva storica.