Sul versante più trasversale e certamente meno facile rispetto a Derma è questo nuovo sette pollici sempre a firma Giancarlo Drago. Anche stavolta, come per il già citato Derma, ci troviamo al cospetto di un’altra grande anima dell’area grigia italiana. Il lavoro non si concede in nulla: tanto nella veste grafica quanto negli arrangiamenti e field recording ci troviamo ad evocare atmosfere e mood di un passato abbastanza remoto, ma sempre suggestivo ed inquietante. Troviamo molto affascinante che Luce Sia si cimenti (come anche per Sigillum S) nel produrre e distribuire quarantacinque giri di un genere che ancora oggi possa risultare tanto ostico e incompromissorio. Evidentemente esiste ancora un mercato collezionistico lontano dai riflettori e forse anche lontano dall’Italia che consenta di ammortizzare le spese e i costi di operazioni di questo tipo. Dal canto nostro non possiamo che appoggiare e sostenere la nicchia che resiste e produce a discapito di tutto.