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Gräfenberg – The Grind Album (Solitude Beast, 2010)

Dopo i Crampi Punk, i Void, i Kermit e la cronaca nera condita a botte di amianto ecco qualcosa di interessante da Casale Monferrato e non pensiate che si tratti di cose che non si intreccino, i Gräfenberg di base nascono dalle ceneri dei Kermit ed uno di loro è quell'Andrea Prevignano che qualcuno di voi ricorderà per un libro di Castelvecchi sul noise rock americano, qualcun altro per le recensioni su Rumore e qualcun altro ancora per far parte di vari programmi di Radio Deejay a partire da quello con il Trio Medusa. Questa citazione dovuta spiega in parte perchè uno dei due cd veda metà della formazione di stanza a casale (Asbestos city per l'appunto) e metà nella citta eterna, resta che alla luce dei fatti in generale si tratta comunque di casalesi (…non del clan, caro amico camorrista, se stai pensando si tratti di una band di tuoi consociati hai sbaglaito sito!).

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Menace Ruine – Cult Of The Ruins (Alien8, 2008)

Il rock non è ancora deceduto. Forse non gode di ottima salute, forse è destinato a diventare lingua morta, universitaria, elitaria, da disquisire negli atenei e nelle logge massoniche, ma oggi non è ancora il triste momento. Questo duo canadese è senza ombra di dubbio la cosa più interessante ascoltata nel duemilaotto e difficilmente superabile entro breve termine. Non è harsh, non è black e nemmeno shoegazer: i Menace Ruine sono il riuscito punto d'incontro tra il rumorismo più bianco e l'epica drammaticità del nero metallo. E, tra l'altro, con un enorme spettro di potenzialità davanti a sé: non ci troviamo di fronte al punto di non ritorno di Scum nè comunque dinnanzi a qualcosa di insuperarabile.

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