Enfatico industrial primi anni novanta per la creatura di Enrico Cerrato (Infection Code) che rispolvera per l’appunto un genere a metà tra l’oscura elettronica di Dive e The Klinik ed immaginarie basi dei Godflesh di Pure. Un album forse troppo schematico per i puristi della razza (MB, Atrax Morgue, Mauthausen Orchestra) e al contempo troppo lontano dalle derive più in voga oggi (Prurient, Ben Frost, Sunn O)))) ma non per questo sgradevole o faticoso. I brani solitamente si snodano partendo da una poderosa base, monolitica ed incrollabile quanto un elefante di Annibale, sulla quale si insediano sonorità malsane ed “ambientali” quanto il più spietato basso piemonte potrebbe mai emanare. Un progetto gradevole quindi, in grado di metter d’accordo tanto i metallari quanto i goth ed arricchito di un elegante artwork totalmente intriso nell’oro nero. Piccoli Mr.Robot crescono.