NOFest! 2011 – 17-19/06/11 Spazio 211 (Torino)

Ancora il No Fest, ancora un weekend di giugno in quel di Torino, stavolta assistiti da tempo favorevole, con gli acquazzoni mattutini a rinfrescare i pomeriggi di sole e concerti. Quest'anno la proposta era, almeno per quel che ci riguarda, un po' meno attraente per via di diversi nomi già visti nel corso dell'anno, ma il cartellone ricco e la speranza di qualche sorpresa ci porta a non indugiare troppo e a convergere sulla città sabauda.

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Eternal Zio + How Much Wood Would A Woodchuck… – 13/03/11 Creassant (Brescia)

Torna ciclicamente a farsi vivo il Creassant, con proposte che sfidano il torpore di questa città di provincia, dando un palco a realtà musicali che sarebbero altrimenti costrette a girare al largo. La primavera che si avvicina solo sul calendario ci rifila una serata fredda e piovosa che, insieme alla scarsa notorietà dei gruppi, contribuisce probabilmente a tenere lontano un po’ di pubblico. Certo è che un po’ di coraggio e curiosità non guasterebbero, ma anni di conformismo anche a livello di musica indipendente sono duri da superare.

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Mamuthones – S/T (Boring Machines, 2011)

Continua il cammino dei Mamuthones che da progetto del solo Alessio Gastaldello (ex Jennifer Gentle) diventa ora un vero gruppo con gli inserimenti di Marco Fasolo alla chitarra e Maurizio Boldrin alla batteria, musicista proveniente dal giro beat dei '60 ma con interessi evidentemente disparati, come dimostra MJ74, una sua composizione d'epoca qui inclusa.

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L’Ultimo Disco Dei Mohicani, intervista a Maurizio Blatto

Una varia umanità che spazza via qualsiasi noiosa "pippa" da appassionati di musica. La negazione assoluta di qualsiasi nozionismo musicale fatto apposta per escludere i non unti. Una girandola di personaggi tragicomici maledettamente reali: a metà strada tra una canzone di Jannacci e i fumetti di Alan Ford. Questi e decine di altri motivi rendono necessaria la lettura del primo libro di Maurizio Blatto, critico musicale di Rumore e negoziante di uno tra i più importanti negozi di dischi di Torino. Backdoor per l'appunto. Per leggerlo, non è necessario sapere quale accordatura usa Thurston Moore o di che segno zodiacale era Jerry Garcia: per godersi L'Ultimo Disco Dei Mohicani è sufficiente aver voglia di farsi quattro risate e, come in una striscia di Altan, non aver vergogna di mostrare le proprie deformità. Sia chiaro, non sto incensando né Moby Dick e nemmeno un tomo di Simon Reynolds, ma promuovo il diario di bordo di un navigante che annota una città in inevitabile cambiamento, ma che, nei ricordi e nei personaggi di chi narra, continua a pulsare un' italianità che non dovremmo mai dimenticare. Quella che il tempo ci sta togliendo.

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