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Costantino Della Gherardesca, da GG Allin al conte Ugolino, quattro chiacchiere con un bravo ragazzo

Perchè intervistare Costantino Della Gherardesca? Per mille ragioni, ma fondamentalmente per due. La prima è che è un intelligente uomo televisivo e questo, oggi come oggi, già basterebbe. La seconda è che un appassionato di rock indipendente e non sto parlando di Verdena o Ministri. Nel vuoto siderale che ammanta la nostra televisione noi abbiamo bisogno di Costantino. Ne abbiamo bisogno forse più di Aldo Busi. Certamente è un personaggio che ancora sta definendo la propria strada e la propria forma, ma la sferragliante ironia caustica (e talvolta tragica) che lo caratterizza, cela al contempo una cultura non indifferente negli ambiti che più ci interessano. Indubbiamente, (e questa è una profezia) è questione di tempo prima che questo maelstrom esca allo scoperto e si coniughi con tutto il resto.

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La Batterie – He Ate A Lamp Now He’s A Fan (Cake And Coffee, 2008)

"Una versione spongebob dei Sonic Youth", e stavolta chiunque abbia inventato questa definizione per il terzetto berlinese un po' c'ha preso. Mai vista una pronuncia inglese con un accento teutonico tanto marcato, forse solo Nico ci andava vicino. Idee bizzarre che vagano tra Deerhoof (Jump And Run), un certo amore per le dissonanze: il chitarrista e singer Pascal Aperdannier con la batteria in evidenza di Anne Paschvoss pronta a sfasciarsi da un momento all'altro e la pianola del fratello Mario, sembrano proprio non soffrire la pressione di dimostrare a tutti i costi le loro capacità tecniche. Ecco sì, certi giri rimandano chiaramente ai primi Pavement (Spring, Milk And Die), sebbene in questo caso c'è forse ancora meno voglia di prendersi sul serio.

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