La Batterie – He Ate A Lamp Now He’s A Fan (Cake And Coffee, 2008)

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"Una versione spongebob dei Sonic Youth", e stavolta chiunque abbia inventato questa definizione per il terzetto berlinese un po' c'ha preso. Mai vista una pronuncia inglese con un accento teutonico tanto marcato, forse solo Nico ci andava vicino. Idee bizzarre che vagano tra Deerhoof (Jump And Run), un certo amore per le dissonanze: il chitarrista e singer Pascal Aperdannier con la batteria in evidenza di Anne Paschvoss pronta a sfasciarsi da un momento all'altro e la pianola del fratello Mario, sembrano proprio non soffrire la pressione di dimostrare a tutti i costi le loro capacità tecniche. Ecco sì, certi giri rimandano chiaramente ai primi Pavement (Spring, Milk And Die), sebbene in questo caso c'è forse ancora meno voglia di prendersi sul serio. L'improvvisazione c'è, ma stando ben attenti a non perdere sempre lo stesso elementarissimo accordo. Lo scambio di voce maschile/femminile dà una certa strizzata d'occhio anche ai Mates Of State (con la batterista e la tastiera al minimo sindacale però). He Ate A Lampe Now He's A Fan lascia un bel po' di punti interrogativi, tipo la tamarrata del groveboox in Above The Streets; ciò però ti porta ad ascoltare il disco un bel po' di volte per riuscire a capire davvero se l'album funziona o è solo l'ennesima presa in giro. Questo sicuramente spinge a favore de Le Batterie, anche se dal vivo non riuscirei proprio a immaginarmeli: concerto improbabile tanto quanto il nome della label.