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Person L – The Positives (Arctic Rodeo, 2009)

L'instancabile etichetta di Amburgo anche questa volta non manca il colpo, anzi espandendo le vedute e il carattere del proprio rooster. I Personal L di Filadelfia sono un power quintetto dal doppio drum kit che si destreggia in un rock a 360° dal decollo misurato e dalle pose introspettive tra Mogwai e Karate. Ma già dal quarto e quinto pezzo (Goodness Gracious, New Sensation) esplode in un rock‘n'roll sound degno dei primi Wolfmother. Certo, l'esplicito plagio di Thom Yorke nella successiva Stay Calm porta qualche dubbio e fa vacillare lo spirito della band capitanata da Kenneth Vasoli (The Starting Line).

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Lip Colour Revolution – S/T (Suoni Sommersi, 2008)

Dopo oltre due anni di gestazione e vari cambi di formazione esce finalmente l'esordio degli italianissimi Lip Colour Revolution. Il ventre che ha accudito e nutrito il disco è il Blocco A di Padova e la produzione di Giulio Favero Ragno si sente alquanto. Il sound, gonfio e vibrante, si sposa perfettamente con l'energetico hard rock della band mentre le molteplici influenze quasi tutte attingono a quel florido periodo a cavallo tra anni ottanta e novanta. Mudhoney, Josh Homme e quel Seattle sound tanto caro a Tad Doyle e Cobain. Cosa era infatti il grunge se non hard rock senza assoli né troppi fronzoli?

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Mudhoney – Under a billion sun (Sub Pop, 2006)

Sarà qualcosa nell’aria (spero di no) o semplicemente il fatto che chi ha suonato con passione la propria musica, difficilmente riesce a starle lontano (spero di sì). Eppure in questi ultimi anni i ritorni di fiamma si sprecano. Quello dei Mudhoney compreso. Il gruppo che – secondo gli agiografi più informati – potrebbe avere inventato il grunge (se sia un merito o un crimine è ancora da accertare, by the way) è di nuovo in pista con un lp\cd targato Sub Pop (come ai vecchi tempi), che ha una particolarità come minimo simpatica. Ogni copia in vinile contiene anche una versione su cd del disco; come dicono i Mudhoney stessi: “Go vinyl and use the enclosed disc to transfer the music on your fave mp3 player!”. Non male, direi. Una bella mossa, anche se non indagheremo su chi ne sia stato il promotore (la band? L’etichetta?).

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