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Stefano De Ponti: ascoltare è vedere

Stefano De Ponti, milanese, classe 1980, lo abbiamo conosciuto grazie al bellissimo album Like Lamps On By Day, uscito lo scorso anno per Under My Bed e Old Bicycle. Lui però è in giro da un po’, prima col duo Passo Uno, poi da solo, svariando fra sonorizzazioni di film, musiche per spettacoli teatrali, live electronics e molto altro, sempre all’insegna di uno stretto legame fra suono e visione. Con questa intervista cerchiamo di gettare uno sguardo sul suo lavoro a 360°.

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Path Festival – 28-30/08/14, Verona

Nel panorama dei festival e appuntamenti dedicati alla musica elettronica e dintorni, una serie di eventi piuttosto capillari sparsi in tutta la penisola, da compare anche Verona. Il merito è l’associazione Morse, già segnalatasi per la programmazione invernale, che coinvolgendo alcune realtà cittadine è riuscita ad allestire un cartellone di tutto rispetto, vario sia dal punto di vista della tipologia degli appuntamenti (live set, workshop, istallazioni) e sia degli stili proposti.

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Satanismo o barbarie: intervista al Teatro Satanico

Se vi è capitato di ascoltare anche solo uno dei brani più noti del Teatro Satanico, ben difficilmente sarete riusciti a scordarlo: pezzi come Confesso Tutto! o Lirica Antisociale, col loro recitato drammatico su una flusso sonoro che rasenta il rumore, scavano nel profondo, mettendo a nudo istinti e pulsioni che generalmente si è soliti tenere ben celate. Ma il gruppo, fra pause e cambi di formazione, è attivo ormai da vent’anni e quei momenti sono lontani, così come le vicende extramusicali che lo riguardano, ormai avvolte da un alone di leggenda: oggi il Teatro Satanico è un’entità che, affrancatasi dall’ambito post-industriale in cui ha mosso i primi passi, va evolvendosi verso forme d’espressione meno estreme, mantenendo però un atteggiamento attento e fortemente critico nei confronti della realtà. In questo senso, l’approdo a una maggior musicalità associata alla volontà di continuare ad essere una spina nel fianco delle convenzioni e della società, li rende potenzialmente ancora più pericolosi e destabilizzanti. Di questo e altri argomenti abbiamo pensato di scambiare qualche battuta con Devis Granziera, in occasione della pubblicazione dell’LP XX.

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Koji Asano: il long distance runner della composizione giapponese

Quando qualche anno fa iniziai a ricevere suoi dischi, Koji Asano si trovava in una delle sue fasi più prolifiche: negli anni Asano ha attraversato l’ambito della musica elettronica, della musica classica, del rock progressivo, ha registrato lavori basati su field-recordings, musica simil-ambient e chi più ne ha più ne metta. Fin dai primi lavori che ascoltai di questo compositore/musicista giapponese mi resi conto questo musicista era molto determinato, cosa che era intuibile dal fatto che avesse fin da subito creato un’etichetta che stampasse i suoi materiali (la Solstice) e che si presentasse apertamente come un musicista tout-court. Non credo che un musicista come Asano abbia mai avuto dei problemi a reperire un’etichetta che si dedicasse alla stampa delle sue uscite, ma stiamo parlando di un musicista che si vuol lasciare la libertà di stampare e di comporre qualunque cosa desideri e questo è quello che effettivamente ha fatto.

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