Stefano Pilia, Alessandra Novaga, Adrian Utley – Spiralis Aura Trio (Maple Death, 2024)

E ora?
Terminato l’ascolto di Spiralis Aurea circa due anni fa, mi sono chiesto questo: e adesso, cosa farà Stefano Pilia dopo la costruzione di questa cattedrale? Dopo essere arrivato sulla cima di una ricerca durata 20 anni? Dopo quest’opera monumentale edita dalla sempre sia lodata Die Schachtel?

La risposta è in questa cassetta in uscita per una Maple Death in uno stato di assoluta grazia. Nove tracce suonate dal vivo in tre diversi luoghi: Londra, Lisbona e Roma.
Suonano con lui Alessandra Novaga, chitarrista e compositrice che da molti anni sta portando avanti un percorso rigoroso, unico ed estremamente poetico, ed Adrian Utley, che definire chitarrista dei Portishead, per quanto sia già moltissimo, risulta comunque riduttivo.
Il corpus dell’opera è formato da sette rielaborazioni di composizioni provenienti da Spiralis Aurea e due improvvisazioni. Le composizioni sono una mutazione per tre chitarre delle partiture classiche. Magicamente la metamorfosi si compie, tanto che questo lavoro non è assolutamente derivativo ma, anzi, vive di vita propria e lo fa in maniera dirompente e commovente grazie ai tre musicisti che gestiscono in maniera magistrale suoni, rumore e silenzio.
Nelle due composizioni improvvisate, tutto sembra spostarsi in una dimensione diversa, come se vi fosse un cambio pellicola. Antica e alterata dagli eventi atmosferici, ora reagisce alla luce creando inaspettati paesaggi, intuizioni e presagi.
Spiralis Aurea Trio è un luogo dove tornare costantemente alla ricerca dei segreti nascosti tra le trame generate dalle 18 corde. È un antico tappeto persiano da percorrere salmodiando. L’iterazione vanificherà il rigore dei confini e sarà naturalmente infinita.
Musica impossibile da ascoltare come sottofondo o distrattamente, e se non mi credete, provateci. Ma dopo poco sono certo vi riporterà a sé in una sorta di vibrante Hamelin, dove sarete bambini rapiti dal suono.
Riprendete i Walkman dagli scatoloni in solaio, uscite di casa e camminate, camminate, camminate. Le geometrie sonore di questa musica vi guideranno. Tornerete a casa diversi, questa musica ha la forza trasformatrice dei riti antichi.
Quando poi alla fine del lato B, girerete la cassetta un’altra volta, rimarrete a boccaperta, staccandovi forse da terra come il santo “asino” narrato da Carmelo Bene.