Passato il Potomac, da Washington DC verso Arlington, poi sempre dritto. Bailey’s Crossroads è una piccola cittadina di 24mila anime ed è qui che nel 1982 o forse 1983 qualcosa di terribile successe. Fossimo nel Maine Stephen King ci guiderebbe verso l’orrore e la pazzia, ma qui siamo in casa Drag City e siamo qui per parlarvi degli SKAM: Obadiah Snooks, Vince Forcier, John Hugo, Jack Anderson, gli SKAM insomma, recuperano soltanto oggi il loro disco punk, disco che probabilmente tutti avrebbero creduto ormai perso per sempre. Ai tempi andavano forte gli Scream ed i quattro bazzicavano la loro casa, ma ascoltavano anche Kiss, Led Zeppelin, le uscite Dischord, Ramones, The Clash, Dead Boys ed MC5. I 13 brani qui presenti (oltre a 4 selvatiche e trascinanti incisioni live, tra le quali una Middle Class velvettiana da strapparsi i capelli) ci presentano un punk esile e sciolto, che parte da fortissime radici pop verso gli schemi più ortodossi del genere. Beatles e Ramones nel DNA di sicuro, in Leave Me Alone ed Idle Youth escono fortissimi, una cover di Search and Destroy, tutti gli ingredienti sono al loro posto. Obadiah ha una voce liscia e bellissima e la sensazione è quella di poter uscire di strada, infilare le toppe sotto ad una giacca elegante ed immaginare il passato delle persone che si incontrino. Roadie, batterista hardcore, gli sbandati fuori dal club. Tutti abbiamo un passato, se nel passato sei stato uno SKAM beh, dev’essere stato piuttosto divertente, visto e considerato che la musica rimane ganza dopo quattro decadi. Alcuni brani sono veri e propri inni mancati, come una On the Shelf stupenda nella sua semplicità. No Name è una raccolta da bersi così, mimando le schitarrate e cogliendo gli infiniti riferimenti interni, dando il giusto risalto ad una pepita trovata in un Potomac generoso e nostalgico.