Six Twilights – S/T (Own, 2007)

sixtwilights

La Own si consacra all'indie pop, anche se non proprio quello convenzionale che le permetterà la scalata delle classifiche, non i tratta certo di un boccata d’aria fresca, però ben vengano miriadi di etichette con una scuderia del genere rispetto al biliardesimo gruppo clone di Pavement, Mogwai o "quest'anno tira il brit rock e gli Interpol fanno i concerti con le modelle e quindi lo faccio anche io". Ok, lode ai foto-fantocci ben vestiti emuli dei Joy Division per i nobilissimi propositi di cui i fanno promotori, dato che da che mondo è mondo e da che "uochen-uoll è uocchen-uoll", tutto gira così, ma se Teen-Age Lobotomy dev’essere, allora che sia Rocknroll High School cristo sbarrubado!!
I Six Twilights di Portland si collocano perfettamente in linea con l’idea di pop laccato e "fine" dell’etichetta lussemburghese, meno intimo di Bexar Bexar (che ad oggi rimane l'unico che mi sentirei di consigliare) ma meno "rock" di Uzi and Ari (per quanto anche loro non è che lo siano così tanto). Una volta c'era la Kranky e ci fu anche l'indie che da esso prese il volo e ne fece un buon basamento per costruire litanie emo-melodiche, tanto come gruppi come i Mum e Sigur Ros dando aggiustate qua e là ed aggiungendo quel pizzico di personalità in più (anzi facciamo che la cosa della personalità forse valga solo per i secondi) hanno creato un serie di indietronic-poppettoni che si tuffa in drone morbidi e batteria solo "a momenti" (come la felicità nel testo di Carotone). A quest'estetica credo che abbia aggiunto del suo anche Bjork che oltre ad aver fatto delle buone cose e ad aver dato al mondo dischi pop a cui partecipavano tutti gli sciamannati della terra, ha fatto sì che le vocine eteree e le nenie infantili diventassero un "must" del nuovo modo di vendere dischi. C'è qualcosa di sbagliato in tutto ciò?… no way! Per nulla, ad ognuno il suo, per altro i Six Twilights sia che vadano di indie-droning con cantato femminile, sia che si lancino in elettro-folk songs ottengono sempre degli ottimi risultati: il problema è che pur non avendo nessun riferimento specifico particolarmente evidente, finiscono col risultare un po' anonimi. Questo tipo di indie per altro mi convince sempre di più che a volte ci sia una parentela (diretta o no) più stretta con quell'emo-core che iniziò a diventare sempre più indie (l'Art Monk Construction e i Junction… che monumenti!) che con il folk vero e proprio (che inutile ricordarlo in America si trova nel DNA di tutti come il rock). Un disco etereo, ma se questo e Kranky vi fanno immantinente pensar "a li nobil messeri de la 4AD, a la Too Pure etc"… alt!!! …This Is Oregon Not England, tutto è più sereno e rurale invece che uggioso. Il dvd allegato non si discosta da molti altri gruppi extra lusso del circuito che cercano di arricchire la loro musica con delle immagini, quindi mondo onirico morbido, vita di tutti i giorni, viaggi in automobile pasaggi urbani, sogni in rallenty ed effetti di colore dalle tinte tenui e con relax come sub-effetto. La magnitudo sulla scala "ritter-sport" è alta e questo disco ha il gusto più dolce di tutta la cioccolata di cui vi siete strafocati… a volte anche troppo, tanto da risultare quasi stucchevole. Disco formalmente degno, ma più per chi è fan dell'emo-indie-tronica (un giorno mi perdonerete per la sovrabbondanza di 'sti termini del kaiser)… e della cioccolata (e non parlo di quella pakistana).