O del perdersi e ritrovarsi quando passano le glaciazioni e le ere si consumano come noccioline al circo.
Era il 2003, come dire tanto tempo fa. Internet, si beh ok, lo usavamo. Ma era diverso. Come dire poco sfruttato, elitario, un po' snobby. Ma non piangiamo sul latte versato. Sapete com'era, no? I vostri fratelli più grandi ve ne avranno parlato. Era il 2003 e non ricordo per quale incrocio riuscimmo a portare Paolo di Komakino, una delle migliori fanzine a cavallo del millennio in Italia e uno dei migliori portali oggi per aprirsi il cervello a input buoni, a suonare a Genova. Paolo all'epoca interagiva con Christy Brewster in un duo che si mandava le registrazioni a mezzo posta e implementando i suoni, allora così demodè, della chitarra shoegaze del laziale alle sviolinate e alle voci eteree della scozzese. Con loro, stipati in macchina, un coadiuvatore a sei corde di provenienza mediterranea e un magrolino personaggio francese. Christophe si presentò come il label owner della Ocean, l'etichetta francese che avrebbe di lì a poco editato il disco.
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